ENZO E RITA OVVERO NOI!
Giugno 1975
Dedicato ad Enzo
Adoro la tua dolcezza.
i gesti, la tenerezza,
ammiro la tua cravatta
così armoniosa, elegante,
che ti rende importante,
e lo sei, immensamente!
Per gli altri,per coloro
che ci circondano, per me
in particolare che vedo
tutto in te, lealtà. finezza
e tanto e grande amore!
(Da Il tuo passo, di Franca Rofi Sabatelli)
Tratto dal mio diario di gioventù!
Queste strofe riassumono in parte, ciò che provo per Enzo, perché l’amore non ha mai abbastanza parole e vocaboli, per essere descritto perfettamente! E’ un sentimento troppo grande, è una felicità indescrivibile, ebbene io ho indossato questa felicità come una seconda pelle, e mai più si è staccata da me! E’ la mia vita, son rimasta avvinghiata a lui come un edera giovane, che si è perpetrata e rinsaldata ancora più nel corso degli anni fino ad ora, come una preda catturata nelle sue bellissime spire!
L’ho conosciuto fanciulla e con lui son diventata donna, è stato, lo è, e lo sarà sempre, il mio maestro! Il nostro primo incontro, lo devo ad un paio di Ray Ban, i suoi, farei un monumento a quegli occhiali! In quell’occasione, i nostri sguardi, si sono incrociati per la prima volta. Complici, un teatro diroccato, e le prove del Giulio Cesare di Shakespeare! Il nostro teatro, la nostra prima esperienza da attori, i miei occhi hanno scrutato e conosciuto i suoi, il suo volto, lui!
I suoi hanno osservato i miei con un pizzico di risentimento, i miei con un velo di vergogna, per aver lasciato dopo l’uso, quelle lenti in terra, la timidezza mi ha bloccato! Buffo vero come primo incontro, lo rivivo con la mente, le immagini scorrono veloci, ma a distanza di sette anni, non sono minimamente sbiadite, anzi più che mai nitide, e quell’incontro non è più buffo, ma assume sembianze di un attimo bellissimo! Il teatro diroccato, appare a me ora, come uno degli scenari più belli che possano esistere al mondo, e le tante sue crepe alle pareti, e i muri semi diroccati, non erano banali deterioramenti, ma simboli che annunciavano futuri episodi di una nostra vita felice. Le ragnatele pendenti dalle pareti con i suoi laboriosi ragnetti, rappresentavano noi, lui il ragno tessitore di una perfetta maglia, con costanza e pazienza! La maglia ero io, mi ha tessuto un po’ alla volta, eliminando sapientemente le mie sbavature, le mie asperità, ed io ho plasmato i suoi lati esuberanti, insieme abbiamo smussato i nostri caratteri con infinito amore, e quando la maglia è risultata perfetta, la simbiosi è stata completa!
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