ORVIETO
31 DICEMBRE 2015 – Il 31 Dicembre scorso ci siamo ritrovati in casa in un silenzio irreale, albero di Natale spento e noi con gli animi mesti, conseguenza degli eventi tristi del trascorso Natale per la mancanza improvvisa avvenuta il giorno di vigilia, di mamma Concetta! Così per staccare un attimo la spina mentale e fuggire da un atmosfera casalinga fredda e tristissima abbiamo deciso improvvisamente e su due piedi, di fare un bagno di folla che ci aiutasse a distogliere, anche se per poco e non per dimenticarla, i pensieri della triste perdita! Un paio di cambi di vestiario buttati alla meglio in uno zaino e via in macchina, destinazione Orvieto cittadina in provincia di Terni nella bella Umbria!
La scelta è ricaduta su questa città perché nel momento in cui ci siamo chiesti dove andare, è stata la prima che mi è venuta in mente visto che da tempo immemore avevo voglia di scoprirla, il desiderio risale ai tempi in cui la mia mamma me la raccontava, perché Orvieto è stato il luogo di un anno di un suo insegnamento, anno trascorso nella città etrusca assieme a mio nonno Gaetano, preside in una scuola media attigua al plesso scolastico dove mia madre avrebbe preso servizio. Orvieto è una città antichissima, piena di fascino e storia oltre che un centro vivace e ricco di eventi. Arrivati a destinazione nel tardo pomeriggio e trovato un Hotelino modesto con due camere libere, depositiamo i nostri bagagli minimalisti e via alla volta dell’esplorazione di questo centro Etrusco!
La città si trova in alto rispetto al nostro albergo, quindi prendiamo la Funicolare che collega la stazione ferroviaria con il centro storico, il costo è davvero modico €. 1,30 a corsa! Vi è anche un servizio bus A/R al pari della Funicolare, comunque il biglietto è unico e vale dunque per entrambi i tipi di trasporto e ha una durata di 90 minuti. Lo storico mezzo su rotaie supera in circa due minuti un dislivello di 157 metri e può portare 75 viaggiatori alla volta lungo un percorso di circa 580 metri. Gli abitanti del luogo la chiamano “va e vieni” perché è in prevalenza a singolo binario, tranne un tratto sdoppiato al centro dell’intero percorso che permette l’incrocio nei due sensi di marcia di due vetture. Suggestivo l’ultimo tratto verso Orvieto, l’arrivo in Piazza Cahen è preceduto dall’entrata in una galleria lunga 123 metri e scavata nel masso tufaceo, wow l’ho trovata divertentissima!
Lo troveremo nel cuore del quartiere medievale alla fine di Corso Cavour e dopo Piazza della Repubblica in fondo alla discesa dell’omonima Via della Cava, il costo del ticket d’ingresso è davvero irrisorio, 3€ e addirittura con sconto studenti. La realizzazione tufacea è stata voluta da Clemente VII e commissionata all’Architetto Sangallo, prima che avvenisse la realizzazione di quello mastodontico di San Patrizio. L’opera si rese necessaria per l’approvvigionamento idrico della città, attualmente è un vero e proprio percorso da esplorare, dopo essere stato riveduto in seguito all’origine e adattato per far si da renderlo agibile ai turisti.
La visita ci trasporterà nelle viscere della rupe attraverso grotte ricche di ritrovamenti archeologici, dagli Etruschi al Medioevo, dal Rinascimento alla moderna città. Davvero un tuffo di ritorno al passato che ci calerà indietro di diversi secoli e a contatto con tutte le epoche che hanno fatto la storia di Orvieto, oltre scoprire attraverso le sue cavità quanto la vita di allora fosse un brulichio di gente intenta in occupazioni e tutte svolte nella città sotterranea!
Per la ricorrenza natalizia è anche allestito lungo il percorso un presepe con statue in scala reale, nell’andare avanti notiamo anche un Follone si tratta di una sorta di macchina a cilindri per la lavorazione della lana e adiacente un cunicolo Etrusco per la canalizzazione dell’acqua con una cisterna a Cocciopesto, quest’ultimo è un particolare intonaco per ambienti umidi composto da grassello, calce, sabbia e laterizi, frantumati e ridotti in polvere. Inquietanti davvero i diversi Butti Medievali, ossia buche profondissime che servivano per gettarvi i rifiuti di ogni genere! Ma troviamo anche una tipica cantina completamente scavata nel tufo, serviva a produrre e conservare il famoso vino di Orvieto, la città è talmente legata a questo vino da avergli dato appunto il nome L’Orvieto, proseguiamo e troviamo anche una fornace utilizzata come laboratorio di ceramica, risalente al Trecento mostra ancora i resti del forno di cottura scavato nel tufo della rupe orvietana!
Andiamo avanti nella grotta e ci fermiamo ad una fornace, detta a Muffola vale a dire non a fiamma diretta serviva alla produzione dei Lustri, pregiate ceramiche rinascimentali famose per l’iridescenza dei colori e la bellezza dei riflessi e che hanno oltretutto consentito di annoverare, per la singolare e particolare produzione, il nome di Orvieto fra quelli di Gubbio, Gualdo, Tadino e Deruta.
Riemergiamo dalle viscere della terra e ci soffermiamo ad ammirare Piazza della Repubblica che da sempre è definito il cuore civico della città con la sua Chiesa di Sant’Andrea, quest’area prima che sorgesse il Duomo era il fulcro della vita religiosa. La Collegiata di Sant’Andrea definita tempio etrusco, fu basilica paleocristiana e sede vescovile, considerata anche Foro Romano già dagli albori dell’epoca medievale, Papi e signori vi giungevano da Via della Cava, per avervi accesso oltre a quello del Palazzo Comunale. Sulla stessa piazza si affaccia il cinquecentesco Municipio, un Arco Neoclassico in travertino, Palazzo Ottaviani, attuale sede della Cassa di Risparmio e dimora dove vi vi alloggiò Giuseppe Garibaldi e infine Palazzo Bisenzi. Il tempo è volato e dunque è ora di cena, entriamo in una trattoria rustica vicino al pozzo precedentemente visitato e decidiamo di mettere qualcosa sotto i denti per affrontare meglio il clima rigido!
Finito di pasteggiare ci spostiamo in Piazza Duomo per un buon caffè e l’attesa del nuovo anno. La facciata della Cattedrale mi lascia esterrefatta, avevo studiato sui libri tale luogo sacro ma vederlo dal vivo è quasi uno shock, rimango basita con il naso all’insù in ammirazione per diversi minuti! Quest’area di Orvieto si trova in posizione decentrata rispetto al cuore della Rupe e sul margine sud est del masso tufaceo, ciò consente di godere della suggestiva visione della Cattedrale da molte angolature panoramiche e quasi da ogni parte della città stessa. Ai lati della piazza ammiro anche le moli di Palazzo Soliano e dei Palazzi Papali e di fronte alla cattedrale il Palazzo dell’Opera del Duomo. Coglie la mia attenzione mentre ruoto su me stessa nell’ammirazione dell’intera piazza, uno stupendo albero natalizio posto su un balcone di uno dei monumentali edifici.
Tutto il manufatto è una delle più belle realizzazioni artistiche del tardo Medioevo italiano, la massima e più importante espressione del Gotico italiano, sviluppata in un disegno su base tricuspidale che si slancia in una verticalità pazzesca verso il cielo, quasi come se volesse sfiorarlo. Tutta la facciata è un animarsi di bassorilievi, decorazioni musive e scultoree, portali strombati, edicole, fregi e modanature che sembrano merletti e che spiccano tra i colori vivissimi accesi e quelli oro, un tripudio di bellezza artistica unico davvero! Usciamo dalla chiesa ormai è ora di salutare il vecchio anno, ci siamo mancano solo cinque minuti alla mezzanotte. Notiamo che la piazza si è riempita di persone e che quasi ad arte si dispongono in cerchio, lasciando libero uno spazio notevole al centro e proprio davanti la chiesa, da li partiranno dei fuochi pirotecnici allo scoccare della mezzanotte. Ho notato con molto piacere, che tutta l’aerea era presidiata da Forze dell’Esercito, dato i tragici eventi terroristici degli ultimi tempi ci ha dato un alone di sicurezza!
Parte il countdown dalla folla all’unisono: 3…2…1…ma benvenuto 2016! Meravigliosi giochi di luce dei fuochi danzano davanti all’imponente facciata, cori spontanei di tutti i presenti inneggiano al nuovo anno e bellissime lanterne volano su nel cielo ad esaudire i desideri di chi le ha lanciate! Io mi son limitata a salutare con un cenno di mano e un pensiero i miei cari lassù in cielo! All’una e trenta rientreremo in Hotel!
Il primo dell’anno lo dedichiamo al seguito della scoperta di Orvieto, una rapida occhiata alla mappa e si va dopo aver parcheggiato l’auto nel mega spazio in prossimità della Funicolare, area di sosta illimitata per tempo gratuita e sicura, tant’è che c’erano anche decine di Camper. Informazione: giova sapere che c’è un biglietto unico al costo di 10€ che comprende oltre l’usufruire dei due mezzi pubblici, anche ingressi in vari siti artistici della città e che si acquista sia presso la stazione FS oppure all’interno del Servizio Turistico Orvietano in Piazza Duomo. Pronti…si parte di nuovo in Funicolare!
Distrutta nel 1390, se ne costruì una nuova e della progettazione fu incaricato sempre Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di fiducia di Clemente VII. Distrutta in gran parte nuovamente nel 1831, nel 1888 all’esterno le furono riempiti i fossati per i lavori della Funicolare e trasformata in pubblico giardino. Al centro dell’area vi è un anfiteatro con gradinate per spettacoli diurni e un ordine di palchi, veniva impiegato principalmente per le corse dei cavalli. Sempre all’interno dell’anfiteatro furono celebrate a pochi giorni dalla sua morte, le onoranze funebri di Giuseppe Garibaldi. Una curiosità: l’origine della prima rocca, fu quasi sicuramente progettata dal Conte Ugolino di Montemarte un architetto militare, fu quello l’avvio di una fortezza protettiva della città di Orvieto. Lasciamo la Fortezza attraversando la sua porta e ci avviamo verso la visita al Pozzo di San Patrizio, che si vede alle mie spalle nell’immagine di destra.
Dall’immagine scattata mentre attraversavo la passerella per andare a prendere la rampa in salita e che taglia trasversalmente il pozzo, guardando in alto il foro della luce d’apertura si evince bene la profondità…aiuto help me! Nonostante un po’ di mia ansia comunque è stato davvero accattivante immergerci nelle sue profondità verdastre e umide, scattare foto e ammirare tutti gli effetti prospettici e di luce al suo interno, ma anche il rimbalzare sulle pareti dell’eco delle nostre voci e quelle di altri visitatori, mi ha dato una sensazione bella e strana al contempo, una sensazione di vuoto e irreale. Ho lanciato arrivata a quota meno 60 metri dalla superficie, la tradizionale monetina nell’acqua sorgiva, perché come leggenda narra se lo si fa il gesto è propiziatorio per il tornare in superficie.
Ok arrivata in cima e ripercorso tutti i gradini, però…ho superato me stessa non ci avrei mai creduto! Beh, devo dirvi in ogni caso che ho cantato vittoria troppo presto, se son arrivata autonomamente in superficie sopravvivendo agli ultimi gradini, ho rischiato se avessi avuto qualche chilo in più, di non passare attraverso quell’infernale cancello girevole e dal rumore sinistro di una ruota dentata…mamma mia! 😀
Olè finalmente aria aperta wow! Lasciamo il pozzo e ci dirigiamo in centro città, un fugace sguardo al panorama mozzafiato dall’alto della rupe e via verso Piazza Duomo. La Cattedrale di giorno si presenta a noi in tutta la sua bellezza e l’oro dei suoi fregi scintilla sotto qualche debole raggio di sole che è appena spuntato. Ci mettiamo in fila per entrare in chiesa ed assistere alla Santa Messa la coda è lunga ma scorrevole, anche se avanziamo molto lentamente. Il motivo del rallentamento è dovuto ai controlli con metal detector e al’ispezione delle borse ad opera dei Carabinieri che stazionavano davanti al portale d’ingresso, apprezzo anche stavolta moltissimo tale procedura.
Mentre sono in fila scorgo la pittoresca Torre di Maurizio, sulla quale vi è installata una statua in bronzo dal movimento meccanico e che sarà chiamata familiarmente dai residenti per l’appunto “Maurizio”. Scandiva i tempi di lavoro e di riposo del cantiere quando era in atto la costruzione del Duomo, adesso scandisce normalmente le ore e le mezze ore, per effetto della movenza di Maurizio che colpisce la campana.
Una volta superati i controlli e entrati nella cattedrale pigiati in mezzo ad una folla paurosa assistiamo alla Santa Messa, addossati al muro della spettacolare navata centrale con il suo bellissimo soffitto a capriata lignea e affiancata dalle due laterali contenenti le cappelle ricche di affreschi e dipinti pregiati. Il rito sarà intervallato da canti stupendi ad opera di un coro Gospel che a fine funzione eseguirà anche un intero concerto, davvero commovente e toccante vi assicuro! Finita la funzione e usciti dalla Cattedrale, ci avviamo per una passeggiata nelle belle vie medievali di Orvieto cariche di residenti e turisti, ma il freddo è assai pungente decidiamo così di infilarci di corsa in una caratteristica pizzeria per recuperare calore e rifocillarci. Torneremo dopo un paio d’ore al nostro Hotel pensando al rientro dell’indomani mattina presto, dunque il nostro breve ma intenso tour finisce.
2 Gennaio 2016
Il Presidente della regione Lazio si sta battendo per salvare Civita di Bagnoregio e la Valle dei Calanchi e per ottenere anche il riconoscimento UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, direi che la richiesta e l’obiettivo sarebbero più che meritati e doverosi! In questa immagine di una storica cartolina, si può vedere come in origine si raggiungeva il borgo, una lingua di terra sterrata, stretta e ricavata sul costone montuoso tra le pareti a precipizio.
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