MSC Crociere e mete! Discovery Caraibi: Cuba, Jamaica, Isole Cayman e Messico – Parte seconda Jamaica – Montego Bay Cascate Myfield e Negril Beach.

con 6 commenti

63

 

FUGA D’INVERNO DALL’ALTRA PARTE DELL’ATLANTICO ALLA SCOPERTA DI TERRE INCONTAMINATE PARTENDO DA CUBA, POSIZIONE STRATEGICA E PUNTO DOVE CONVERGONO LE TRE AMERICHE! – 17 Dicembre 2016 – Parte seconda: Jamaica, Montego Bay. In questo reportage vi racconto nei dettagli un altra meta della nostra meravigliosa crociera a bordo di MSC Opera. Stavolta sbarchiamo dunque in Jamaica il cui nome significa: terra delle sorgenti o terra del legno e dell’acqua. un Paese che ospita varie etnie, ma con prevalenza quella di discendenza africana, popolazione che ha dato origine al movimento Rasta. Una terra baciata tutto l’anno dal sole e dal tipico venticello marino che viene chiamato dai giamaicani: “Dottor Breeze”. Una terra rigogliosa e sempre verde, pensate che sono state classificate in questo luogo più di tremila specie di piante e fiori, oltre ad avere un bellissimo mare ricco di pesci tropicali variopinti, conchiglie e corallo, da ammirare con maschere e pinne se vi piace lo snorkeling, in zona potete trovare diversi Diving, Chi vive in Jamaica vive al ritmo easy delle canzoni reggae, della cucina speziata creola, delle bevute di ruhm, dell’aroma inebriante del caffè, dei sigari e dei negozietti bancarella lungo le spiagge ma anche in strada, ricchi di souvenir come bracciali di ambra, tantissimi oggetti in legno intagliato, cappelli di paglia originalissimi e magliette dalle tipiche stampe naif.

mon

Ci eravamo lasciati nel momento in cui la nave è salpata dal porto dell’Avana alla volta di una nuova meta e appunto la Jamaica. Terra che abbiamo toccato dopo un giorno di navigazione ricco di feste a bordo e eventi, come il cocktail al ristorante l’Approdo per i soci VIP, seguito da un gustoso e raffinato pranzo stellato con gli ufficiali, il Comandante e altre bellissime persone del crew, foto di gruppo e ricordo omaggio…che dire? Supremo, come sempre al top…MSC Crociere è GRANDE!

3

5

Terra! Per cui dopo un giorno di navigazione eccoci arrivati di prima mattina, davanti alle coste della Jamaica, attraccheremo a Montego Bay, la nostra meta odierna saranno delle cascate naturali meravigliose le Mayfield Falls, unica escursione privata perché tutte le altre saranno targate MSC Crociere. Dopo aver dato un occhiata su internet, abbiamo letto nelle recensioni molto bene di una guida locale e dall’Italia ci siamo messi in contatto tramite WhatsApp con questa persona referenziata di origine italiana, che appunto risiede in Jamaica. Si tratta di Andrea Jamaica (lo trovate su FB con questo pseudonimo), è un aquilano che si è trasferito 20 anni fa a Ocho Rios davvero all’avventura, con caparbietà sfidando la sorte si è radicato e adesso vive bene in questa terra stupenda, che lui stesso definisce isola grande quanto il suo Abruzzo. Con la qualifica di Resident Manager offre escursioni ben organizzate e interessanti ai turisti e collabora anche con rinomati tour operator del luogo, una persona molto simpatica e colta, che come vi anticipavo organizza appunto escursioni tra Montego Bay e Ocho Rios, sia per i passeggeri delle navi da crociera che per i turisti che vogliono trascorrere un soggiorno in questi luoghi. Facciamo un abbondante colazione al buffet e poi scendiamo per metterci in fila e sbarcare, in prossimità dell’uscita della nave Sebastiano è pronto…maschera, pinne e salvagente per un tuffo nel mar dei Caraibi..ahahaha..che dire fantastico, i ragazzi dell’animazione sono stati davvero al top, eccezionali! Ma ecco che appena fuori proprio sotto la gang way e prima di salire sul transfer MSC che ci porta fuori dall’area portuale non percorribile a piedi, troviamo e ci saluta anche Reynaldo, animatore di origine dominicana che balla da paura e dato che siamo in Jamaica non poteva che indossare il tipico abbigliamento alla Bob Marley, con tanto di capigliatura rasta e cappellone, una foto anche con lui è di rito, che persona meravigliosa, io amo tutti indistintamente, i ragazzi dell’animazione on board sono delle persone meravigliose!

Puntuali siamo fuori dal cancello dell’area portuale e troviamo ad aspettarci Andrea, anche lui in perfetto orario come pattuito, con un sorriso ci saluta e ci stringe la mano, riunisce tutto il gruppo per questa escursione e saliamo sui pulmini che ci condurranno al sito. Per me posto avanti in prima fila come richiesto e promesso da Andrea, per poter documentare tutto con le immagini durante il tragitto e si parte, Andrea sarà sul nostro mezzo e ci racconterà tante cose interessanti durante il viaggio riguardo questa terra, ormai anche lui è diventato a tutti gli effetti un giamaicano doc e lo notiamo dall’enfasi personale con cui ci narra e ci spiega, oltre la sua cultura ci mette anche tutta la sua passione. Dal reggae letteralmente colonna sonora dell’isola al dancehall, davvero pochi Paesi possono essere identificati per la musica come la Jamaica, argomento che sembra prevalere ma che in effetti è soltanto uno della sua ricca storia, basti pensare alle culture presenti, ma anche dalle tendenze religiose, partendo dalla Santeria e arrivando a molto altro. Una miscellanea di credenze forgiate dalla schiavitù passata, dopo lo scontro tra l’europa e l’Africa durante la tratta tra degli schiavi, quindi una pout pourri tra cristianesimo coloniale e riti degli originari dell’isola.

8

Siamo dunque in una terra in origine di possesso spagnolo, diventata poi dell’impero britannico e che costituisce il terzo Paese anglofono più popoloso delle Americhe, La lingua ufficiale è l’inglese, ma di fatto si parla un dialetto misto a creolo chiamato patwan, che ha influenze: spagnole, portoghesi, francesi, amerindie e asiatiche, credetemi davvero per la prima volta nonostante “mastichi” l’inglese, ho avuto serie difficoltà a relazionarmi con gli abitanti del luogo, sinceramente non riuscivo davvero a comprendere cosa dicessero ne a far capire loro cosa volessi io, La moneta giamaicana è appunto il dollaro giamaicano non ha alcun valore fuori dall’isola e al cambio un euro equivale a circa 137 dollari loro. Curiosità: la Jamaica è terra di atleti, vi si son formati i più grandi velocisti e non pochi campioni son stati medagliati come vincitori di gare e detentori di molti record del mondo alle olimpiadi. La sua capitale è Kingston, ma per sentito dire non gode di ottima fama, è risaputa una certa criminalità al suo interno, E’ una terra molto soggetta ad uragani ma che spesso viene graziata, perché le montagne li deviano, la Jamaica fa parte del Commonwealth ed ha quindi come Capo di Stato la Sovranità Britannica e a proposito di questo, noterete che la guida delle autovetture è all’inglese, vale a dire a destra e vi confesso che sedermi dal lato dove normalmente si guida in Italia, mi ha fatto un certo effetto, stessa cosa durante i sorpassi e il vedere le autovetture che incrociavamo nella corsia opposta.

Mentre percorriamo la strada notiamo un vettura della polizia sul ciglio della carreggiata e una macchina incidentata, Andrea ci dice di non preoccuparci perchè in Jamaica è una cosa normale e che ne accadono numerosi di questi incidenti stradali…beh per carità anche in Italia molti automobilisti fanno incidenti, però il codice della strada è un attimo più rispettato se vogliamo eeeee! In ogni caso me ne sono resa conto alla grande…e si in Jamaica ho notato che si guida diciamo ad usum…hahahahah…dato che ho tremato non poche volte terrorizzata dai sorpassi azzardati e dalle manovre un attimo spericolate di Jeremy oltre le strombazzate frequenti a persone in procinto di attraversare (poveretti) o a altre macchine che non gli davano strada. Il simpaticissimo autista del pulmino, vedendomi atterrita durante le sue evoluzioni alla guida, alzava la mano in segno di calma e mi diceva guardandomi seraficamente: ” No problem with Jeremy, don’t worry!” E nà parola eeeeee ho pensato fra me e me, gli ho risposto allegramente tra il serio e il faceto, che se fosse stato in Italia e avrebbe attuato quella guida, non gli avrebbero semplicemente fatto la multa e tolto i punti dalla patente, ma gli avrebbero stracciato direttamente il permesso di guida…lui guardandomi sornione ha fatto una risata di cuore e ha continuato a guidare…va beh! Comunque tranquilli niente paura, se avrete occasione di viaggiare con lui, come me tornerete sani e salvi in nave, devo ammettere che è in gamba alla guida nonostante le violazioni del codice stradale! 😉

10

Andrea ci spiega che faremo una strada interna e più lunga per arrivare alle cascate, questo perché ci da la possibilità di vedere come è verde e ricca di vegetazione questa terra, ma anche di carpire un contesto molto particolare sulle condizioni di vita dei suoi abitanti e poter ammirare le enormi distese delle coltivazioni. L’agricoltura che un tempo costituiva la base più importante a livello economico tuttavia non è più la risorsa principale, in quanto si sono aggiunte le attività minerarie e l’espansione del turismo. In ogni caso le coltivazioni rimangono sempre un fattore che incide a livello di produttività, per l’appunto ciò confermato dalle enormi distese lungo il percorso che notiamo. Aree vastissime coltivate con canna da zucchero, da dove si estrae non solo lo zucchero ma anche un pregiatissimo ruhm, distese di banani, colture di tabacco, del caffè rinomato in zona e anche quelle del pepe della Jamaica, una spezia esclusiva di quest’isola. Contrariamente a quanto si possa immaginare essendo in questa terra, la coltura della marijuana è presente anche ma è ovviamente illegale, da dire però che stranamente, in parte è tollerata dal governo.

Durante il tragitto la sensazione che ho è di un tuffo totale in questi luoghi rurali che mi porta indietro ai secoli passati, perché nel guardare il paesaggio noto che le radici africane restano salde alle origini, ho scorto diverse donne sedute davanti alle loro abitazioni o camminare lungo la carreggiata, che indossavano i tipici vestiti colorati delle loro terre d’origine, ma le stesse si mescolavano alle figure degli altri in abiti di etnie differenti, introdotti dagli apporti asiatici e sopratutto indiani, davvero tanta ricchezza culturale da vedere e apprendere quasi un folklore artistico, che questa terra ci racconta con le sue scene di vita quotidiana presenti lungo la strada, Andrea durante il viaggio ci ha fatto una disamina ampia su questo, ha parlato per un ora e più ininterrottamente con dovizia di particolari e padronanza storica, così tante nozioni che faccio davvero fatica a ricordarle tutte e riportarvele, ma se avrete modo di fare l’escursione con lui e ve lo consiglio ve ne renderete conto, per cui anche se non vi cito tutto è un motivo per non anticiparvi quello che ascolterete e per non togliervi la sorpresa di scoprirlo. Una altro fattore tipico del luogo che mi ha letteralmente stupito, è l’aver visto che sui terreni laterali alla strada, vi erano e convivevano affiancate ville lussuose, con vere e proprie dimore costituite da casette umili, poverissime e quasi diroccate o decadenti. Questo mi ha lasciato un segno indelebile e una grande lezione di vita, in Jamaica non c’è distinzione fra ricco e povero, lo si nota si dalla differenza dell’abitazione, ma convivono tutti fianco a fianco senza razzismo o emarginazione, credo un unione di persone unica al mondo, senza l’uno che guardi dall’alto l’altro e viceversa…ma che bella cosa da proprio l’idea dell’uguaglianza pur essendoci notevoli differenze economiche!

16

Così tra i racconti di Andrea e scatti di foto per immortalare scene di vita di questa bella gente, dopo un oretta e mezza di viaggio, eccoci arrivati a destinazione! Anche se siamo ai Caraibi, noi da ex abitanti di zona di mare, il mio bel mare calabrese, abbiamo deciso che piuttosto che trascorrere una semplice giornata al mare, meglio provare il brivido e l’emozione di scalare un fiume con le sue meravigliose cascate, un tuffo totale nella natura incontaminata, in mezzo alla foresta tropicale, impresa di sicuro ardua ma assolutamente indimenticabile. Ovviamente indossavamo già i costumi sotto i vestiti per cui già pronti a bagnarci, per decenza o forse perché sono pudica, ma anche perché alla mia età non amo andare in giro in costume e tanto meno dove come in questo caso, c’è da fare peripezie per arrampicarsi assumendo strane posizioni, decido di indossare un pareo sul costume, ma questo è un mio stile di vita per cui prendetelo come tale, lungi da me qualsiasi giudizio per gli altri partecipanti e così via si va, telefono nella sacca impermeabile per proteggerlo dall’acqua e poter fare foto…e si inizia l’avventura!

17

18

Preme fare una precisazione prima di iniziare a raccontarvi questa mattinata stupenda! Le Mayfield Falls a differenza delle più famose di Ocho Rios, sono più naturali e allo stato selvaggio, nel senso che l’uomo non ha messo mano per modificare nulla, sono anche meno conosciute e quindi di conseguenza meno frequentate e affollate, per cui le si può godere a pieno rilassandosi e trarre anche i benefici di un paradiso del circondario unico, ma vi assicuro altrettanto spettacolari al pari delle altre più conosciute. Divertimento puro con piscine naturali sparse tra i massi, dove immergersi beatamente e fare anche tante risate a causa di tuffi inaspettati magari inciampando e grida per l’acqua al primo impatto non tanto calda, risalire a piedi questo rio costituisce un esperienza che rimane indelebile nella mente. Vi consiglio una cosa importantissima, ossia di munirvi di scarpette di gomma o da ginnastica, in ogni caso presso il bar potrete affittarle per una cifra di 6 dollari e potrete avere anche un posto armadietto con lucchetto dove depositare le vostre cose durante la scalata, conviene avere le mani libere per aggrapparsi ai massi o ai rami e inoltre si rischia portando uno zaino dietro che finisca in acqua assieme a voi. L’ingresso a queste cascate costa 20 dollari a persona e sarete coadiuvati e aiutati dalle simpaticissime guide del luogo, sempre pronte a darvi una mano o dirvi dove mettere i piedi per non cadere, incontrerete lungo il percorso circa 21 sorgenti, che supererete fra nuotate e tuffi, ma mettete in conto anche quest’ultimi in numero elevato…dai è il divertente della cosa e troppi ne ho fatti anche io ahahah! 😉

Ci siamo diamo inizio all’avventura, adrenalina  a mille e domanda che mi pongo: “tonna come sono ce la farò o dovranno recuperarmi con qualche barella?” Ok non pensiamoci e andiamo, l’allegro gruppo si muove, Andrea avanti al comando e si inizia a scendere verso il torrente su uno sterrato fra rocce, grovigli di specie di piante profumate, fiori bellissimi, liane pendenti, insomma circondati da una natura di un verde lussureggiante e dagli odori tipici davvero unica nel suo genere, Gli unici suoni che udiamo sono il canto degli uccelli e il fruscio delle piante mosse per fortuna dal venticello presente, dato il caldo senza quella brezza sarebbe stato micidiale, ma anche le nostri voci che in eco ci rimandano le chiacchiere e le risa, si diffondono e mescolano a quelle della natura…il tutto mi infonde una sensazione da oasi di pace.

20

Così dopo un breve tratto in discesa arriviamo in prossimità delle cascate, precede la zona con l’acqua un delizioso bar tutto arredato in legno scolpito artigianalmente e i gestori ci accolgono sorridenti, mostrando braccia aperte in segno di affetto e ci danno il benvenuto. Attendiamo pochi minuti affinché tutti si muniscano di scarpette o assolvano a delle necessità e ci posizioniamo in fila indiana per inoltrarci alla scoperta di questi giardini acquatici, la prima cosa che noto è una varietà incontabile di felci, tantissimi fiori tropicali, ma anche frutti a me sconosciuti e farfalle coloratissime. Curiosità: queste cascate si trovano in una proprietà privata a Glenbrook, Westmoreland nelle Dolphin Head Mountains, ad un ora di macchina da Negril e come vi anticipavo su, ad una e mezza da Montego Bay, zona dove la nave ha attraccato.

Prima di iniziare il percorso notiamo un cartello che ovviamente avverte che lo scalare le cascate sono a nostro rischio e pericolo, mi sembra più che giusto come tutte le escursioni avventurose, quindi sappiate che non è un percorso adatto a tutti, non bisogna essere atletici per carità ed io ne sono un esempio visto che ho l’agilità di un elefante ahahaha, ma comunque bisogna essere ben fermi sulla gambe diciamo così va, mi comprenderete sulla precisazione! Intravedo l’acqua e comincio ad avere altra adrenalina, perchè realizzo che dobbiamo passare su una specie di ponte tibetano…ahiai che dolor…ce la farò? Ma si dai niente paura armiamoci di coraggio, il ponte è fatto con canne di bambù grossissime tenute da liane, in effetti sotto i piedi al nostro passaggio scricchiola un po, ma è ben saldo vi assicuro! Certo guardare giù scorrere l’acqua da quell’altezza fa un certo effetto, però ne vale la pena, almeno una volta nella vita bisogna provare queste cose…ponte superato evviva, mi faccio immortalare mentre faccio il segno di vittoria per esserci riuscita…scendo le scale rudimentali di legno e tiro un sospiro di sollievo, misto alle mie risate assieme a quelle di mio marito e di mio figlio, che ovviamente mi hanno preso in giro non poco!

31

Olè..diamo inizio al guado del fiume, che l’arrampicata abbia inizio! L’acqua è di un cristallino bellissimo ma appena metto piede dentro ecco che un grido “brividoso” esce spontaneo dalle mie corde vocali e non solo dalle mie, anche da quelle di molte altre signore, va beh dai è un attimo e poi ci si abitua ed è addirittura una sensazione fresca e piacevole, altrimenti con il caldo non sarebbe stato possibile compiere la scalata. L’aria che si respira sa davvero di puro, la prendo a pieni polmoni mentre sono immersa nell’acqua, perché et voilà come volevasi dimostrare, non faccio neanche un paio di metri che già sto in ammollo 😀 va beh andiamo avanti!

 

39

Sono felice come una Pasqua, davvero mi sento come in un luogo incantato quasi magico, alzo gli occhi per cercare gli uccelli di cui sento il canto, ma la vegetazione è così fitta che non riesco a scorgerli, il sentire anche il rumore dell’acqua che scorre veloce e poi si tuffa dalle rocce con schizzi scenografi, mi da una sensazione mai provata che mi pervade di benessere. Percorriamo tratti in acqua e tratti con sentieri ripidi dove il sole filtra debolmente tra gli alberi di bambù e altre specie dai rami altissimi e quasi ci bacia senza scottarci, è stupendo provare tutto ciò, non credo che dimenticherò facilmente questa esperienza, fra l’altro condivisa anche con mio marito e mio figlio è stata come un gioiello da incastonare nei miei ricordi. Davvero forse una delle esperienze più belle della mia vita e che non avrei mai creduto di poter provare e per giunta alla mia età, di questo non posso che ringraziare come sempre mio marito che mi asseconda, accetta e condivide i miei viaggi anche se avventurosi.

 

jjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj

Immergersi in queste vasche che si creano spontanee nella roccia e farsi accarezzare dall’acqua che ti fa un vero e proprio idromassaggio naturale, ti fa sentire parte integrante della natura, un tutt’uno che soltanto così ti fa comprendere la grandiosità e quanto sia preziosa la natura, ho ammirato quel verde intenso incontaminato, che specchiandosi nell’acqua creava giochi e sagome astratte a pelo di superficie bellissime, una miriade di suoni e vegetazione che si sono accordati come in una melodia rara e che mi hanno rigenerato il fisico e l’anima…in questi luoghi vi assicuro che il tempo vola ed io quel giorno ho desiderato davvero non finisse più!

41

Le sapienti guide che ci accompagnano sono davvero esemplari e riescono a dare una mano a tutti anche se siamo in molti, non perdono di vista nessuno, pronte a prendervi al volo se state per scivolare o tendervi la mano se non riuscite a salire su un masso. Credo che nel gruppo l’imbranata di turno son stata come al solito io, avendo l’agilità di un elefante e son stata quella che forse appunto ne ha usufruito di più, non c’era momento in cui non avevo uno di loro al mio fianco a darmi aiuto o ad indicarmi dove mettere i piedi, davvero eccezionali! Non vi racconto altro, credo che le immagini parlino da sole e raccontino la gioia e l’esperienza emozionante vissuta alle Mayfield Falls!

52

 

55

57

 

64

Come da immagine sotto, c’è stato chi temerariamente ha avuto anche il coraggio di tuffarsi da un altezza non indifferente, seguendo l’esempio di uno dei ragazzi del luogo che ci aiutavano nello scalare le cascate, si in effetti nell’avventura c’era anche la possibilità di provare questa ebrezza, ovviamente io non ci ho neanche pensato a farlo, ma ho guardato con ansia e il cuore in gola, chi ha avuto il coraggio di lanciarsi, bravi comunque e da ammirare!

69

Prima di essere inghiottito dalla cascata, ecco un divertente e intimo colloquio in ammollo tra mio marito e uno dei ragazzi guida, sdraiato sul masso a bloccare il getto d’acqua che scendeva potente…che avranno avuto mai da dirsi? Aahahahahha…chi lo sa! 😉

jjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj

70

Il tempo è volato davvero, due ore scivolate via come nulla, se potessi tornerei indietro e rifarei un altra volta il percorso, però mi accontento e mi sento vittoriosa ugualmente, ebbene ci son riuscita, credevo di non farcela e invece sono arrivata in cima alla scalata. Che dire un esperienza unica al mondo che vi consiglio di provare almeno una volta nella vostra vita, son certa mi darete ragione. Percorriamo un viottolo in mezzo ad una vera e propria giungla di bambù e alberi altissimi e ritorniamo al famoso ponte tibetano, tappa obbligata per uscire dalle cascate…aiuto! Dai dopo aver superato la titubanza iniziale all’andata, stavolta l’ho percorso più spedita e senza ansia. 😉

77

80

Salutiamo le nostre guide e lasciamo qualche dollaro nel sacchetto in mano ad un ragazzo che ci aspettava all’uscita davanti alla prima casetta, apro una parentesi informativa, abituatevi a questo rituale, perchè nelle isole turistiche come all’estero e gradita la mancia, ok dai…secondo me quei i ragazzi guida se la son meritata davvero. Ci ricomponiamo e asciughiamo alla meglio, diamo un ultimo sguardo a questo panorama tropicale da favola e tutti a bordo del pulmino, il nostro driver Jeremy è li pronto ad attenderci assieme ad Andrea, Salgo e prendo posto in pool position come all’andata e faccio cenno a Jeremy con la mano di andare piano…lui nuovamente mi guarda fa una risata argentina e mi dice: “don’t worry..no problem with Jeremy!”…Aridaglie…ahahahha…e va beh…ed io in italiano di rimando gli dico ridendo: ” Jeremy ti strappo in mille pezzi la patenteeeee! “…non se cura mi riguarda, ride, ingrana la marcia e parte! Dai amici che meraviglia…ahahahah..che vita sarebbe senza adrenalina…grande Jeremy! 😉

81

Percorriamo un tragitto della durata di circa 40 minuti e così giungiamo a Negril, una località balneare di questa bella isola, il suo nome deriva da negrillo, nome dato dagli spagnoli nel’400, una zona che ha avuto un grande sviluppo urbano lungo la sua bianchissima spiaggia, anche a Negril ci si sente rilassati, tutto è rallentato e in poco tempo ne sarete soggiogati perché questa atmosfera è assolutamente contagiosa. Davvero una festa per gli occhi le spiagge sconfinate e paradisiache dalla candida sabbia e i tantissimi bar caratteristici sul mare azzurro caraibico, che mandano a tutto volume le melodie del coinvolgente reggae.

Andrea ci porta in uno di questi lidi caratteristici dal puro stile giamaicano e ci rilassiamo per un paio d’ore dopo le fatiche della scalata delle Mayfield Falls, faccio un bagno in quel mare e noto che l’acqua è caldissima ma che piacevole sensazione, comunque giusto per provarla e poi siccome non è mia intenzione prendere il sole, mi rifugio al fresco del bar e approfitto del wifi gratuito per fare un po di diretta sul mio gruppo FB MSC Fans e far partecipi virtualmente gli utenti di queste meravigliose terre che ho scoperto in crociera. Ho solo una nota stonata da far presente ma che comunque tengo a precisare, non ha assolutamente scalfito la meravigliosa escursione. Non me ne voglia Andrea, ma sinceramente il trattamento che abbiamo avuto dai gestori di questo lido, l’ho reputato scortesissimo e assolutamente menefreghista del cliente, credo che un escursione debba essere completa in tutto e fino alla fine e cercare di soddisfare le esigenze di tutti,

88

I gestori di un locale che considerano un cliente di serie A chi pranza e lascia loro diversi dollari e un cliente di serie B chi invece come noi ma anche altri, non ha voglia di fare un pasto completo ma di bere soltanto e avere uno stuzzichino, non lavorano assolutamente bene, inoltre ho sentito per mia informazione altri passeggeri a bordo nave al rientro, che in nessuno dei lidi in cui son stati a Negril hanno avuto di questi problemi, hanno potuto comprare ciò che gli piaceva, anche una sola bottiglia d’acqua senza alcun ostruzionismo! Chi organizza un escursione se ne deve fare carico e provvedere a far avere a tutti lo stesso trattamento, per cui come consiglio direi che un tale locale sarebbe da depennare e da non tornarci più, perché i clienti vanno trattati tutti alla stessa stregua, sia che ordinino un pranzo completo o che chiedano di comprare anche una sola bottiglia d’acqua! In ogni caso mi preme precisare che questo piccolo neo non ha di certo influito negativamente sulla bellissima escursione di Andrea, ma ha costituito comunque una nota negativa per me rilevante, sono tornata in nave con la lingua incollata al palato e la pressione a terra tanto da star male, mi è mancata acqua e uno spuntino, carburante necessario per finire la giornata, una politica che attuo durante tutte le mie escursioni, mangiamo così tanto a bordo che non ci interessa fare un pasto completo fuori e poi mi appesantirei e non riuscirei più a muovermi. Nei miei viaggi faccio sempre così, rispetto comunque le esigenze altrui di pranzare, ma anche le mie andavano considerate ed erano importanti. Non me ne volere Andrea sono molto elastica ho viaggiato tanto e mi son sempre adattata, ma sinceramente quanto accaduto non mi è piaciuto proprio, non aggiungo altro tu sai, fra l’altro ho notato un tuo lassismo nei nostri confronti per l’accaduto, hai fatto un blando e vano tentativo di far capire a loro cosa volevamo e poi sei tornato a chiacchierare con il tuo amico senza risolvere ignorandoci noncurante delle nostre esigenze, al tuo posto mi sarei battuta per soddisfare il bisogno del tuo cliente, anche per dimostrare che non eravamo un numero e basta che ha comprato un tour, ma ahimè ciò non è accaduto! Prendi quanto ho scritto solo come un consiglio, perché AFFERMO ASSOLUTAMENTE che sei una persona professionale e la tua escursione merita fino alla fine di rimanere indelebile nella mente tanto da ricordare bene il tuo nome come colui che ci ha fatto vivere emozioni uniche, però il sevizio va offerto a 360 gradi e fino alla fine per essere al top sotto tutti gli aspetti, nessuno è perfetto errare e umano, ma almeno farsi carico e soddisfare le esigenze di tutti i partecipanti è corretto e doveroso, nessuno escluso e senza distinzioni deve far parte di quello che offri! Prendi la mia come una critica bonaria e costruttiva e siccome sei una persona colta e professionale, sono sicura che non potrai non apprezzare la mia obiettività e i miei suggerimenti! 😉

 

Si fa ora e purtroppo realizziamo che la nostra meravigliosa escursione volge al termine, a malincuore dobbiamo lasciare questa terra bellissima e bisogna rientrare a bordo. Stavolta Andrea ci fa percorrere una strada che costeggia il mare, molto più breve della precedente, ma che ci da la possibilità di vedere la costa, i Resort lussuosi e bellissimi si perdono tra il mare  e le spiagge, davvero un panorama mozzafiato. In questa fase durante il rientro il nostro amico ci racconta la storia di Bob Marley, una chicca che ci ha riservato in ultimo, ma che è parte integrante di questa isola. Ritengo che non si può andare in Jamaica e non conoscere almeno qualche particolare del luogo che ha fatto la fortuna e ha dato i natali a questo famoso cantante. Un cantautore, un chitarrista e un attivista che ha contribuito a sviluppare uno stile di vita identificato nel reggae, il simbolo per eccellenza della Jamaica e che lo rese popolare anche fuori dalla sua terra. Il suo vero nome era Robert Nesta Marley e solo dopo la sua morte questa terra lo ha insignito di un premio, il Jamaica Order Of Merit. La storia è davvero ampia e lunga e Andrea ce l’ha narrata con passione e quasi commozione, sentita fortemente da lui, un piacere ascoltarlo, per cui se andrete in Jamaica, organizzatevi già dall’Italia e cercate Andrea, fate con lui il bellissimo Tour alle Mayfield Falls e avrete anche la possibilità di ascoltare quasi tutta la storia della vita di Marley, rinarrarvela io scrivendola qui, non è la stessa cosa che raccontata da lui! Grazie Andrea abbiamo trascorso davvero una giornata che rimarrà indelebile nella mente…e chi lo sa forse a presto ritornarci. 😉

91

Arrivati in porto salutiamo e ringraziamo Andrea per la bellissima avventura trascorsa e ci si imbarca! Una volta entrati in cabina troviamo l’immancabile bottiglia di prosecco, il cesto di frutta e un altro gentile present di MSC Crociere è un modellino di MSC Opera realizzato in cioccolato fondente, credo che non la mangerò mai, rimarrà come ricordo assieme alle altre cose, finché si mummificherà! Cambio d’abito e la serata ha inizio come sempre con la mondanità di bordo, Teatro time, cena a tema ovviamente caraibico e poi ci si scatena come sempre nei Lounge e in discoteca.

99a

100

101

The end anche della seconda parte! Il mio racconto e reportage sull’escursione in Jamaica si conclude qui, ma vi do appuntamento per la tappa seguente, andremo alle Isole Cayman e precisamente attraccheremo a Georgetown.

Stay tuned…e la nave va! 😉

firma-nera-ok

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6 Responses

  1. Daniela tomaselli
    | Rispondi

    Finito ora di leggerlo!
    Rita mi hai riportato alla mia crociera di agosto con tappa ad Ochio Rios.
    Ho provato le tue stesse sensazioni da te espresse egregiamente! !!
    grazie amicizia mia!!!!

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Ciao :-*
      Grazie Daniela amicuzza bella, non posso che esserne felice! <3

  2. Vitaliano
    | Rispondi

    ciao Rita da buon calabrese ( catanzaro) come te ho letto il tuo racconto molto interessante per me che la farò il 20 maggio e mol,to utili i tuoi consigli grazie di tutto .

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Ciao Vitaliano!
      Siiiiiiiii..la mia bellissima Calabria…appena posso scappo sempre nella mia terra!
      Ti ringrazio di cuore e sono felice che tu abbia trovato interessante il mio foto racconto.
      Grazie a te, un saluto alla mia amata terra e un abbraccio. 🙂
      P.S. Sempre qui sul sito, nella pagina principale, trovi la tappa precedente e la seguente se ti interessa, ossia i 2 giorni e mezzo a Cuba, poi questa questa che hai appena commentato cioè la Jamaica e trovi anche le Isole Cayman con Gran Cayman dove abbiamo attraccato, a breve pubblicherò anche l’ultima, Messico!
      Ti lascio l’url della pagina principale con l’elenco 🙂
      http://www.ritacosentino.it
      Buona lettura!

  3. Serena Passaponti
    | Rispondi

    Bellissima giornata in Jamaica, anche qui tanti consigli di cui prendo nota. Compresi quelli meno positivi sui gestori del bagnetto. Ne faremo di sicuro buon uso. Grazie ancora Rita e speriamo di partire presto…

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Si ti assicuro stupenda…sinceramente ecco quel lido e i suoi gestori diciamo non hanno riscontrato le mie esigenze e non hanno avuto un comportamento ospitale ed educato verso il turista, in ogni caso sempre opinione personale e prendila come tale, ma il resto tutto bellissimo 😉 Grazie per aver letto e apprezzato Serena 🙂

Lascia una risposta