MSC Crociere e mete! Discovery Caraibi: Cuba, Jamaica, Isole Cayman e Messico – Parte quarta Messico – Cozumel Tulum.

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FUGA D’INVERNO DALL’ALTRA PARTE DELL’ATLANTICO ALLA SCOPERTA DI TERRE INCONTAMINATE PARTENDO DA CUBA, POSIZIONE STRATEGICA E PUNTO DOVE CONVERGONO LE TRE AMERICHE! – 17 Dicembre 2016 – Parte quarta e ultima: Messico – Cozumel – Tulum. E così sono arrivata a raccontarvi l’ultima meravigliosa tappa di quest’altra mia crociera a bordo di MSC Opera, crociera dall’itinerario interessantissimo che mi ha davvero regalato emozioni irripetibili. Approderemo in un isola di fronte alla costa del Messico, nazione quest’ultima che ha per Capitale Città del Messico. Questo lembo di terra è Cozumel, il cui significato equivale a: Isola delle rondini e che nel Mar dei Caraibi è poco al largo della Penisola dello Yucatan, l’isola rappresenta uno dei nove municipios dello Stato Messicano del Qintana Roo. Quindi come vi accennavo attraccheremo dunque a Cozumel, che è situata rispetto a Playa Del Carmen, di fronte a circa 13 miglia marine di distanza, Cozumel è piccolissima per estensione, soltanto 48 km in lunghezza e 16 in larghezza, praticamente un appendice di questa bella America Latina. I suoi abitanti risiedono in maggior parte nel suo capoluogo San Miguel De Cozumel, città dove appunto ci ancoriamo e che si trova nella Costa Occidentale sempre nel Qintana Roo e che oltre a costituire la maggiore città e la seconda più antica di questo Stato.

Questa isola è meta di molte crociere, infatti giornalmente vede attraccare navi di diverse Compagnie crocieristiche, una città che offre ai turisti diversi spunti di escursioni come: il Museo de Isla de Cozumel, il bellissimo Malecon Avenue Rafael Melgar e molto altro, per la scelta su quale escursione fare in loco, vi rimando a quello che propone   MSC Crociere. Noi come al solito abbiamo prenotato un escursione guidata della Compagnia e precisamente come da immagine seguente della cartina del luogo, abbiamo scelto quella denominata Rovine Maya a Tulum. L’escursione ha una durata di circa 8 ore e un livello di difficoltà diciamo medio/alto, a tal fine vi avverto che questa uscita comprende lunghi tragitti a piedi e anche su terreno sconnesso, quindi sappiate che chi si avvale di un ausilio come una sedia a rotelle o ha difficoltà a deambulare, incontra reali disagi e ostacoli a volte forse insuperabili, regolatevi di conseguenza, meglio saperlo a priori, in ogni caso sul Tour Magazine è sempre specificata la difficoltà dell’escursione. Inoltre una volta sul luogo, attenzione, se avete telecamere e volete fare video, sappiate che è consentito solo con apparecchiature amatoriali, perché quelle professionali e i cavalletti sono vietati, dovrete inoltre dichiararlo all’entrata del sito archeologico e pagare un imposta governativa di di 5 o 8 dollari americani per poter filmare, se non rispettate questa regola e non pagate in anticipo la tassa e vi scoprono, possono anche obbligarvi a cancellare il filmato dalle vostre apparecchiature, sono molto fiscali.

Prima di iniziare il mio reportage racconto, mi sento di citarvi un importante avvertenza! Il trasferimento da Cozumel a Playa del Carmen, luogo dove è previsto pullman per raggiungere la meta dell’escursione, lo effettuerete in catamarano, per cui anche se rilevate che fa caldo e appena entrate nel natante apprezzate il bel fresco della parte al chiuso dotata di climatizzazione, se soffrite il mal di mare per due validi motivi vi consiglio di non fermarvi assolutamente lì per sedervi! Il primo perchè molti che erano accomodati nelle poltroncine al chiuso del mezzo marino, hanno raccontato di aver rischiato di diventare dei veri e propri pinguini per il freddo eccessivo. Secondo perché, anzi sopratutto, sentirete il beccheggio e il rollio molto ma molto più forte e con le dovute conseguenze di chi soffre il movimento procurato dall’onda. Il mio consiglio è di salire su al ponte all’aperto e assicurarvi subito un posto in poppa, cercate di sedervi nelle panche vicino ai corrimano e guardate durante tutto il viaggio sempre dritto davanti a voi verso l’ipotetica linea d’orizzonte, senza dirigere mai lo sguardo in basso verso il mare o giravi dando le spalle alla scia. In sostanza un po come star seduti nel senso contrario alla navigazione, vedrete che non avrete alcun problema di mal di mare ve lo assicuro, già sperimentato dagli amici a cui ho consigliato di far così e che mi hanno ringraziato a fine traversata, visto che all’andata erano stati male da morire! Se malauguratamente non trovate posto nelle panche di poppa, potete sedetevi anche nei sedili bianchi con schienale, però mettevi di fianco con la spalliera davanti di fronte al vostro petto, non guardate la parete del mezzo che da verso la prua, ma guardate sempre dietro verso poppa dove c’è la scia del mare, fissando l’orizzonte che si allontana e sempre senza girarsi ai lati, in totale relax e respirando l’aria marina a pieni polmoni! 😉

Spero di non avervi tediato con i consigli e le avvertenze ed inizio a raccontarvi quest’altra escursione indimenticabile. Sbarchiamo dalla nave verso le nove e ci troviamo con stupore anche se l’avevamo già vista da bordo, affiancata a MSC Opera sull’altro lato della banchina, un altra nave da crociera, ma viste da giù entrambe fanno un certo effetto. Una volta sotto bordo c’è stato un mescolamento di passeggeri di entrambe le Compagnie, che ha letteralmente intasato il molo, tra noi di MSC e quelli dell’altra vi assicuro una gran confusione. Infatti per ritrovarci abbiamo faticato non poco, ma ecco che in nostro soccorso, arriva il simpaticissimo assistant excursion che si occupa del raggruppamento dei croceristi che partecipano all’escursione in italiano, sorry perdonatemi mi sfugge il suo nome. Non dimenticate anche qui un cappello per proteggervi il capo dal sole, il telo mare MSC perchè è prevista una fermata in spiaggia compatibilmente con le condizioni di mare e ovviamente anche un solare protettivo. Una volta riuniti ci avviamo al catamarano che ci porterà a Palya del Carmen, lo troverete poco più avanti della nave lungo lo stesso molo, i moli di Cozumel sono in tutto tre e a volte ospitano ciascuno anche più di 2 navi, senza contare quelle che rimangono alla fonda e portano i passeggeri a terra con i tender, la banchina dove attracchiamo noi è quella quasi in prossimità del centro della città, le altre due sono più distanti.

Eccoci pronti a salire sul mezzo acquatico, il sole picchia davvero tanto, per cui il cappello come vi dicevo su, è vitale in questi luoghi ma anche sopratutto dove andrete in visita. Riapro la parentesi mal di mare, vedete l’immagine mia e di mio marito seduti nella seconda foto? Bene…ecco durante il viaggio come vi spiegavo, se non trovate posto in poppa estrema, ma occupate un sedile come quello dell’immagine di seguito, non accomodatevi nella posizione in cui sono io, ma sedetevi di fianco ruotando la parte superiore del vostro busto verso poppa di modo da guardare dritto l’orizzonte, vi chiedo scusa non voglio essere prolissa, ma ho visto gente all’andata star male da paura.

Dopo una traversata che durerà circa 35 minuti, scorgiamo Playa del Carmen con la sua incantevole spiaggia caraibica! Il suo nome in origine era Xaman Ha che significava luogo dove sorgono le acque del nord. è la cittadina capoluogo del comune di Solidaridad e in passato non era altro che un piccolissimo villaggio, ma oggi è una delle località più glamour e un vivace centro turistico dei Caraibi. proprio nel cuore della riviera Maya. Allo sbarco troviamo ad accoglierci la simpaticissima guida di origine messicana e ci avviamo. Curiosità: Playa del Carmen dista soltanto un ora di macchina da Cancun, ad avere tempo sarebbe un altro sito molto ambito e interessante da visitare e poi altra curiosità, da qui i Maya salpavano per andare a rendere omaggio alla dea della fertilità Ixchel che era appunto sull’Isola di Cozumel, La città in sé per sé non ha attrazioni storiche, è una tipica località con le sue case tutte colorate in puro stile messicano, come d’altronde le altre che ho visto in queste isole caraibiche, ha in compenso splendide spiagge che affascinano e accontentano diverse tipologie di turisti, in special modo gli amanti del mare e del sole e offre tantissimo come escursioni nei suoi dintorni. Tuttavia è rinomata per la sua famosa Quinta Avenida, un viale pedonale che è saturo di ristoranti e negozi con griffe anche italiane, ma i prezzi…aiuto, direi da capogiro, viale molto frequentato non solo dai turisti ma anche dai residenti come luogo di passeggiata e riunione.

Paletta MSC identificativa in alto in mano alla guida e dal molo dietro a lei in fila, dunque entriamo in città e andiamo verso su, percorrendo questa rinomata Quinta Avenida, dato il periodo è addobbata a festa per il Natale, ammiro i negozi ma sopratutto le abitazioni in stile messicano, deliziose davvero con le sue statue in legno sui balconi. Anche in questo sito ci si cala in una atmosfera tipica locale e molto suggestiva oltre che piacevolissima nel guardarsi attorno. Vedere la miscellanea di negozi di alta classe di fianco a quelli di oggetti artigianali o delle bancarelle degli ambulanti mi sorprende davvero, passo dalla marca più in auge, all’oggetto tipicamente messicano, un mix di chic, bohemien, cosmopolita e al contempo old con l’artigianato esposto e in vendita. Vi avverto anche, che durante la salita sarete avvicinati da residenti del luogo, che tenteranno di convincervi ad acquistare escursioni, oppure vi offriranno un pasto tipico della cucina locale, invitandovi in uno dei loro ristoranti o dei tanti Pub sparsi lungo la via.

Arriviamo alla fine del viale ed ecco il nostro pullman ad aspettarci, ci porterà alle rovine della città fortificata di Tulum, altra zona affacciata sullo splendido mare caraibico e località dove si uniscono storia e cultura con una delle spiagge più belle del Quintana Roo, quindi un raro sito archeologico che si trova sul mare. Saliamo sul pullman e ci vengono distribuite le audio radioline dotate di cuffiette per ascoltare ciò che dice la guida e anche il pranzo al sacco come previsto dall’escursione prenotata. Il mezzo parte e iniziamo ad ammirare lungo il percorso paesaggi accattivanti, durante il viaggio la guida ci racconta su Playa del Carmen e sulle sue spiagge dalla sabbia bianco candido, sabbia prodotta dopo averla mangiata, dal cosiddetto pesce pappagallo dotato di forti mascelle a forma di becco, tant’è che viene definito “macchina fabbrica sabbia”. Questi Scaridi, dal nome della specie a cui appartengono, vivono nelle acque tropicali, beccano il corallo triturandolo finemente ne fanno piccoli bocconi e poi espellono il resto sotto forma di fine e impalpabile rena, pensate uno solo arriva a produrne anche un centinaio di chili in un anno. Così dopo un ora circa arriviamo a Tulum il cui nome deriva da una parola Maya che significa muro di difesa, visiteremo un importante complesso archeologico che fa parte della penisola dello Yucatan, si tratta di una città fortificata, che quando era ancora al suo massimo splendore, fu la prima ad essere avvistata dagli spagnoli. Scendiamo dal pullman e prima di metterci in fila dietro la guida, scorgo un mezzo di trasporto che non passa di sicuro inosservato, non posso fare a meno di catturare con l’obiettivo un pullman variopinto dai colori e le scene del pueplo Maya raffigurate in pittura…che spettacolo!

Riunito il gruppo la guida ci dà le prime spiegazioni e entriamo in un ampia via ricca di numerosi ristoranti, pub e tantissimi negozi di souvenir, non so dove guardare, mi perdo…quante cose meravigliose le avrei comprate tutte subito, ma rimando lo shopping a fine escursione. Nella zona aleggia un aria festaiola con note di musica tipica nel luogo che ti entra in testa e quasi ti far venire voglia di camminare ballando, si mescola nella mia mente assieme allo sguardo del circondario, creando un mix con melodie latine e tutti quei colori degli oggetti, degli edifici, dei negozi, davvero da perdersi nell’oblio di così tanta allegria di sensazioni, ascolti e visioni! Mi fermo un attimo a fotografare delle strane statue raffiguranti degli scheletri con tanto di abiti, in effetti avevo notato passando che nei negozi di artigianato spopolano in numero elevato le stesse e anche tantissimi teschi colorati, che in gergo locale chiamano calaca, chiedendomi anche come mai tale figura che rappresenta la morte, potesse essere oggetto da esporre e souvenir del luogo. Ho scoperto il perchè della presenza di questi macabri oggetti e statue dopo averlo chiesto alla guida, mi ha raccontato che secondo la loro cultura sono considerate figure gioiose e non macabre come da noi in Italia, infatti indossano appunto vestiti della festa coloratissimi e spesso sono raffigurate anche nell’atto di danzare o di suonare qualche strumento. Il significato per i messicani sta nell’indicare un allegra concezione dell’aldilà, perché secondo la loro credenza, dopo la morte le anime non sono tristi nel momento del trapasso, ma vivono un momento gioioso, tale credenza trova riscontro nella cultura Azteca ed è l’unica tradizione che è sopravvissuta all’avvento degli spagnoli.

Dopo un bel pezzo di strada fatto a piedi arriviamo finalmente all’ingresso del sito archeologico, vi informo che se volete potete percorrere la stessa strada con un trenino, per 20 pesos andata e ritorno compreso fa lo stesso tragitto, ma occhio a non perdervi e staccarvi dal gruppo prima di entrare nella città Maya. La città fortificata è anche chiamata Chichèn Itzà ed è patrimonio dell’UNESCO dal 1988, viene definito sicuramente uno dei siti archeologici più spettacolari per la sua posizione a picco sul mare, tanto da farne un luogo di una bellezza ineguagliabile. Si estende su un area di circa 3 km e se volete entrare e visitarlo fuori escursione MSC Crociere, l’ingresso costa 60 pesos, è aperto tutti i giorni dalle 17.00 fino alle 18.00 e la Domenica l’ingresso è gratuito, La guida ci consegna i ticket d’entrata, superiamo i controlli e ci “immergiamo” in un luogo che ci riporta sulle tracce di una delle civiltà più evolute dell’epoca pre colombiana.

Il caldo è davvero tanto ma supero con tenacia lo stress per la voglia di vedere e conoscere questo luogo! Prima di arrivare ad oltrepassare la cinta muraria che segue il perimetro di questo sito, dopo aver percorso un sentiero irregolare e delimitato da alberi, incontriamo un promontorio dove si inizia ad ammirare dall’alto il mare, ci offre una visione di una distesa di un meraviglioso turchese intenso. Proseguiamo e passiamo al di la del muro attraverso un basso arco tipico dell’impronta costruttiva Maya, che costringe i più alti a chinare la testa per non urtarvi. Entriamo nel vivo della città, mentre la guida inizia a spiegare, io osservo e fotografo, la ascolto tramite le cuffiette delle audio radioline però mi distraggo a tratti rapita dal luogo, mi ritrovo quasi come in una macchina del tempo che mi riporta indietro nei secoli. Ammiro meravigliata il sito e mille sensazioni mi pervadono, nel pensare che questa fortezza ha quasi 900 anni e che con i suoi 50 edifici fra quelli dedicati alla residenza, al culto e al governo, mi porta anche ad immaginare la vita di allora. I Maya furono un popolo molto importante, perché insediandosi nel centro del continente americano, diffusero una civiltà nota per l’arte, l’architettura e i complicati sistemi matematici e astronomici, ma anche per la scrittura, unica sviluppata dell’età precolombiana.

Siamo nel vivo delle dimore Maya che emozione! Questo popolo era molto dedito al culto degli astri e quindi strettamente correlati all’astrologia, infatti questa città è dedicata al pianeta Venere, che essi consideravano una divinità. I Maya erano estremamente affascinati dai corpi celesti, dai fenomeni ad essi legati e dalla misurazione del tempo e riusciamo ad evincerlo dalle interpretazioni delle loro sculture, dai geroglifici e dalle tipologie architettoniche che realizzavano orientandole verso le stelle o i pianeti principali, giocando così a luci e ombre con i solstizi e che trovano conferma dell’esistenza nel Codice Desdra da loro redatto. La guida ci fa cenno di fermarci e inizia a spiegarci e darci nozioni storiche riguardo la prima costruzione che incontriamo, è la Casa delle Columnas o Palazzo Grande. Una dimora Maya così composta: un ingresso preceduto da quattro colonne. al suo interno la parte centrale con sei colonne che sostengono il soffitto e delimitano un ampia sala in mezzo, altre due stanze da letto e due indipendenti che si trovano sul lato opposto. Curiosità: per i Maya il ciclo venusiano, ossia la durata dell’anno era di 584 giorni.

Lasciamo la casa delle Colonne e andando avanti arriviamo nell’agorà di Chichèn Itzà, una sorta di piazza centrale immensa, dove si tenevano le rappresentazioni, i riti secondo il culto Maya, le cerimonie, gli svolgimenti politici, ma pensate un po’ anche lo sport…un campo per il gioco della pelota sotto la super visione dei sacerdoti della città, era presente in forma rettangolare nella stessa area. Ma è anche un valido punto d’osservazione di tutto il circondario, per poterlo cogliere con un solo colpo d’occhio, da cui si può catturare con lo sguardo tutto ciò che è rimasto di questa fortificazione e quindi nell’osservare, correre con la mente ad immaginare miti e leggende di questo storico luogo archeologico, definito il più celebre e importante di tutto il Messico. Ed io nuovamente mi soffermo un attimo a pensare e fantasticare su come poteva essere la vita fra le mura di quegli edifici, come potessero avvenire e come fossero in quell’era le leggendarie tradizioni e i suggestivi spettacoli di questa affascinante civiltà Maya, ma colgo anche come in una vera magia, gli effetti della luce dei raggi del sole che giocano posandosi sulle rovine.

Proseguiamo ed arriviamo su di una altura dove finalmente vediamo il mare da più vicino! Apro un attimo una parentesi per informarvi che alla piccola ma deliziosa spiaggetta sottostante, vi si arriva tramite numerosi scalini in legno costruiti sugli scogli, a fine escursione vi potrete accedere per una breve sosta mi pare all’incirca un oretta, per poi riunirvi al resto gruppo raggiungendo il parcheggio dove c’è il pullman. Sappiate che nell’arenile ovviamente non c’è servizio salvataggio, quindi fare il bagno è sotto la vostra responsabilità sopratutto se il mare è agitato, tenetelo presente. La Mayan Beach con la sua sabbia bianco candido e un mare dal tipico azzurro caraibico, a detta di molti è considerata una delle più belle del continente Americano, tanto che il New York Times l’ha inserita nella top ten delle spiagge migliori. Ammirare da giù alcune delle rovine appollaiate o a strapiombo sulla scogliera è uno scenario unico…vi assicuro una cartolina vivente o un dipinto d’autore, ne approfittiamo per fare qualche foto con quello sfondo meraviglioso ed oltre a me, fotografo la dolcissima Serena Excursion Cruise MSC capogruppo del tour.

Ci rimettiamo in cammino e arriviamo al Tempio de Dios Escendente e al Castillo, quest’ultimo definito il più importante è un tempio preceduto da una ripida scalinata, possiede tre ingressi, due camere e una torre di guardia con faro, la porta del tempio ha colonne a forma di serpente, le cui code sostengono il tetto e le teste poggiano sul pavimento. Questo rettile era molto venerato dai Maya, per loro era un simbolo di saggezza tanto da divenire uno dei loro segni astrologici e chi nasceva sotto questo segno, veniva considerata una persona saggia e dalla mente viva. Il tempio del Dio Escendente o Dio dell’Ape associato sempre al pianeta Venere, viene così chiamato, perché nel rilievo del fregio centrale posto sulla sua facciata, c’è raffigurata questa divinità Maya, un Dio per l’appunto a testa in giù e gambe divaricate per aria, Curiosità: è una figura molto adorata da questo popolo e che ritroviamo rappresentata in molti edifici nel sito, la posizione secondo la mitologia viene associata al sole che tramonta. Ci spostiamo dall’area per andare verso altre rovine e facciamo un primo incontro molto inusuale, una Iguana fuori dall’ombra di un albero, beata sta fissandoci mentre gode dei raggi del sole!

L’edificio davanti a cui ci fermiamo è il Tempio degli Affreschi, con numerosi dipinti murali sulle pareti al suo interno e anche un altare, direi ben conservati con ancora tracce di colore, anche all’esterno sono presenti statue con altrettante tracce di colore ancora evidenti. Ritroviamo qui di nuovo presente nei rilievi una divinità, si tratta del Dio piumato serpente ed è sempre a testa in giù. Il tempio ha tre livelli che rappresentano i tre regni dell’Universo Maya: in basso regno dei morti, a metà il medio regno dei viventi e in alto il regno degli Dei in cielo, questo era il luogo per eccellenza della venerazione.

 

E appunto come vi anticipavo su a proposito di incontri inusuali, ma apprendiamo dalla guida non inusuali per questo luogo, andando avanti in prossimità di altre rovine, eccole li le iguana…ben tre! Questi rettili stazionano tranquilli e beati al sole, per nulla infastiditi dalla nostra presenza e ti fissano mentre le fotografi, quasi come chi è in atteggiamento di sfida essendo proprietario del luogo, praticamente come se fossimo noi intrusi nella loro casa! La specie originaria in particolare del Messico, è la Ctenosaura, che soltanto a pronunciarne il nome da’ l’idea del dinosauro, in questo caso il preistorico animale però sarebbe in miniatura. 😉 Se vi soffermate un paio di minuti immobili ad osservarle, noterete che queste Iguana si spostano lentamente quasi flemmaticamente, in cerca sempre del raggio di sole e in loco ve ne sono moltissime e pensate come dimensione, possono arrivare anche ad un metro di lunghezza. Il nome della specie deriva dall’unione di due parole greche, che sono: Ctenos pettine e Saura Lucertola e sono animali onnivori, si nutrono di tutto quello che trovano, dai frutti, al fogliame o ai piccoli animali…che dire…davvero un incontro ravvicinato molto interessante…hahaha!

L’escursione volge al termine e ci apprestiamo ad avvicinarci all’arco che ci condurrà fuori dalle mura. Ho saltato volutamente di raccontarvi in merito ad altre zone dell’area e quindi non vi ho descritto tutto quello che abbiamo visto all’interno di questa fortificazione Maya. L’escursione è durata circa due ore, il sito archeologico è vasto ed io mi sono limitata a raccontarvene una minima parte per darvi l’idea, questo per due motivi importanti, il primo per non tediarvi con una lunga lettura e il secondo ma quello fondamentale, per lasciare a voi come faccio sempre nei miei reportage, qualcosa da scoprire quando ci andrete di persona. Ultime foto all’interno di queste meravigliose secolari rovine e lasciamo questo sito, devo ammettere che anche stavolta percorrere e scoprire un luogo tale, mi ha procurato delle sensazioni intense, anche qui quasi un atmosfera magica avvalorata dalla cultura di questo popolo dedito all’astrologia, ai miti e allo studio del tempo con i loro codici temporali, oltre che arricchire il mio bagaglio culturale, vitamine vitali per la mia materia grigia.

Ripercorriamo il lungo viale sterrato e ci ritroviamo nella zona che precede il sito archeologico e che è ricca di bar, ristoranti, negozi di souvenir e bancarelle, è il momento dello shopping, ma davvero credetemi c’è tanta di quella roba bella, che non so cosa comprare per primo. Vi assicuro che potrete acquistare oggetti alla portata di tutte le tasche, da 1 euro fino a 200 e oltre, la cosa utilissima è che i prezzi sono esposti in doppia valuta sui cartellini, ossia  hanno scritto la cifra in pesos e sotto anche in euro…ottima e pratica soluzione! Troverete dagli abiti in cotone dai tipici modelli e disegni messicani ai meravigliosi sombrero mejicani o mariachi come vengono chiamati in questa terra, per intenderci quelli giganti per la siesta…fantastici! Potrete comprare anche delle amache bellissime intrecciate con la iuta e dai colori accesi, maschere in legno intagliate, oggetti e scarpe in pelle lavorati artigianalmente, i famosi teschi di tutte le misure e realizzati nella pietra locale che poi viene dipinta e decorata con strass o perle, insomma davvero da andare nel pallone, per una varietà incontabile di tipologie di di souvenir bellissimi.

Finito lo shopping ci ritroviamo all’ora stabilita tutti al piazzale dove è parcheggiato il pullman, si sale e si ritorna a Playa del Carmen. Una volta arrivati nella città marina, il mezzo ci lascia in cima alla famosa Quinta Avenida, che stavolta ripercorriamo in discesa con più calma e abbiamo così la possibilità di ammirare meglio gli addobbi natalizi e le vetrine dei negozi e delle boutique, anche qui bancarelle di souvenir, ma ormai i miei acquisti li ho già effettuati. Le statue di legno che decorano balconi e entrate degli esercizi pubblici mi attirano parecchio, un artigianato magistrale dai colori abbinati sapientemente, c’è tutta l’allegria dei messicani rappresentata in queste sculture lignee.

 

Ci siamo…arrivati al molo la nostra simpatica guida dell’escursione ci consegna i ticket che serviranno per il catamarano, ci saluta e noi ci avviamo ad imbarcarci per la traversata, c’è un po di fila da fare ma non fa nulla, godiamo di questi ultimi minuti per assaporare e imprimere ancora meglio nella mente questi luoghi caraibici e spettacolari e cosi abbiamo a disposizione anche altro tempo per fare foto ricordo. Questa escursione targata MSC Crociere è stata al pari delle altre indimenticabile e perfetta, come perfettamente rimarranno indelebili nella mia mente, le rovine della città fortificata Maya, cultura e scenari unici, che ognuno di noi dovrebbe avere la possibilità di vedere almeno una volta nella vita…mi sento appagata!

Il tempo della traversata è volato, visto che lo abbiamo impegnato a riguardare le foto scattate durante la giornata e ad ammirare le coste che facevano capolino durante la navigazione…et voilà i 40 minuti di viaggio son trascorsi veloci, in avvicinamento al molo di Cozumel scorgiamo i due musoni pruosi affiancati, una bella e originale visione che di sicuro non ci capita di vedere tutti i giorni nella quotidianità, vale a dire la nostra MSC Opera e la nave dell’altra Compagnia croceristica. Il catamarano attracca e noi scendiamo, mentre ammiro un tramonto caraibico e scatto una foto ai tipici Risciò messicani, mi mescolo agli altri passeggeri di entrambi i condomini di lusso galleggianti. Poco dopo mi riunisco ai miei e imbocchiamo lo stretto vialetto del molo con ai lati le gigantesche paratie delle due navi e arriviamo alla gangway che ci conduce sulla nostra lussuosa dimora. Puntatina consueta al buffet come sempre per un tè e un dolcino e poi in cabina per prepararsi alla serata mondana on board.

 

Teatro time con spettacolo come sempre al top e ballerini professionali dai costumi e performance eccellenti e saluti finali da parte del favoloso team d’animazione, ecco per questo momento provo una sensazione ambigua, un misto di nervoso perché realizzo che la crociera è finita, miscelato a tanta commozione nel momento in cui i bravissimi cantanti intonato parole e note di: “con te partirò”! Vi confesso e dovete crederci, ogni volta vorrei che l’ultima sera non arrivasse mai…ma non preoccupatevi la tristezza va via presto, perché una volta rientrata alla base, son già all’opera per organizzare e prenotare un altra futura meravigliosa crociera MSC! 😉

Finito lo spettacolo si va a cena e ci gustiamo un altro ottimo vino, sempre un gentile present del Comandante, si continua la serata come al solito fra Lounge con giochi e balli e poi in  Discoteca si conclude la serata intorno alle due.

Haimè ci siamo è arrivato l’ultimo giorno, il giorno dello sbarco! La nave è ancora in navigazione ma già si vedono le coste di Cuba, attraccheremo all’Avana intorno alle 13.30 e io ne approfitto per fare qualche altra foto ricordo con i bravissimi ragazzi dell’animazione. Si fa ora di pranzo e mentre MSC Opera attracca, noi andiamo al ristorante. Lo sbarco definitivo è previsto per le 17.30 per cui ce la prendiamo comoda, tanto la cabina va lasciata nel pomeriggio. Quindi ci sdraiamo sui lettini a bordo piscina e ci rilassiamo totalmente, in previsione del lungo volo di rientro che ci aspetta. Infatti a tal fine abbiamo deciso di non scendere a fare un altro giro all’Avana nonostante ce ne fosse il tempo, ma anche perché ormai avevamo già visto le cose più salienti. Si fa quasi ora di sbarcare, ma prima prendo un ottimo caffè servito dal mio cameriere preferito, lo saluto con un arrivederci e un grazie per l’ottimo servizio e poi si va in cabina per recuperare soltanto gli zaini a mano, ovviamente gli altri bagagli li porteranno direttamente in aeroporto gli addetti, ecco questo è anche uno dei motivi per cui scelgo sempre il Fly & Cruise di MSC…comodità assoluta.

Ore 17.30 sbarchiamo davvero a malincuore con saluti e abbracci agli amici che lavorano a bordo e ci dirigiamo ai pullman che ci porteranno al Josè Marti aeroporto dell’Avana, organizzazione dei transfer impeccabile, tutti a bordo e si parte. Anche all’arrivo al Josè ci sono le Hostess MSC e un addetto Alitalia che ci danno indicazioni e ci mettiamo in fila per il check-in, il controllo passaporti e per consegnare al nastro i nostri bagagli che abbiamo ritirato dal gavone del pullman. E’ il 24 di Dicembre e il nostro Volo sarà come all’andata con un Boeing 777 dell’Alitalia che decollerà dall’Avana alle 22.30 ora locale e atterrerà a Fiumicino il 25, giorno di Natale alle 14.30, considerando sempre la differenza di fuso orario di Cuba, pari a 6 ore in meno.

Il volo di ritorno è stato meno lungo mentalmente, dopo la cena servita in volo, il viaggio in notturna ci ha consentito di dormire, quindi le 11 ore son trascorse più veloci rispetto all’andata e al nostro risveglio eravamo già poco distanti da Fiumicino. Una bella colazione ed ecco che l’aereo comincia a imboccare i corridoi di volo in discesa per l’atterraggio e siamo in pista…giunti in perfetto orario in Italia.

Anche questa stupenda crociera si è conclusa ed io l’ho assaporata a pieno in tutto il suo itinerario e in ogni attimo vissuto a bordo nave, viaggiare rende liberi ed io applico questa formula da sempre!

The end…ciao e al prossimo tour! 😉

Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. 
Io viaggio per non diventare cieco.
(Josef Koudelka)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6 Responses

  1. Vitaliano
    | Rispondi

    Bellissimo itinerario informazioni molto precise e azzeccate specialmente per il mal di mare bellissimo commento di tutta l’escursione come al solito brava brava brava.

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Ciao Vitaliano 🙂
      Rispondo semplicemente scrivendoti grazie di cuore, leggere commenti come il tuo gratifica parecchio, oltre che rendermi felice nell’intuire che tu lo abbia trovato interessante e d’aiuto per le info e le dritte fornite!
      Di nuovo grazie…bontà tua!

  2. Antonella
    | Rispondi

    Grazie Cara Rita… Un dettagliato reportage…ricco di informazioni utili. Con foto stupende… Sarà sicuramente un mio futuro itinerario.. Grazie ancora ❤️

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Ciao Antonella! 🙂
      Son felice che tu abbia trovato gradevole e interessante il mio reportage…si te lo consiglio assolutamente, perché è un itinerario stupendo e anche la MSC Opera una vera bomboniera! 😉
      Grazie di cuore per l’apprezzamento e un bacione! 🙂

  3. Serena Passaponti
    | Rispondi

    Grazie Rita per questo tuo reportage davvero dettagliato e ricco di informazioni utili. Sicuramente faremo questa escursione, penso sia davvero meravigliosa! Non vediamo l’ora di prenotare…visto che per partire ancora ci sarà da aspettare un bel po’ di tempo… Un abbraccio!

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Ciao Serena 🙂 ricambio l’abbraccio e son contenta che il mio reportage ti sia stato utile! 😉

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