Il mio mare! Perdermi tra i flutti con una prepotente voglia di questa magica distesa azzurra!

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UNA PREPOTENTE NECESSITA’ DI MIGRARE E VOLARE COME UN GABBIANO, VERSO LA MIA TERRA CON IL SUO SPLENDIDO MARE CHE AMO DOLCEMENTE MA CON IMPETO! – 2 Marzo 2017 –  Mare, questa immensa distesa d’acqua che mi immerge in una nostalgia smisurata e impossibile da sconfiggere, che mi entra dentro nell’anima, nella mente, nel corpo, vive totalmente in me! Mare mio amico migliore di cui mai mi sia stufata, perché ha sempre mille volti non è mai uguale ne monotono, che mi appaga da affamata di novità e odiosa di routine. Che mi appaga ogni qualvolta seduta in riva in silenzio, inizio una conversazione fatta di sguardi con esso, ricambiati dal suo moto che pervade i miei sensi, che mi appaga accogliendomi, inebriandomi con il suo profumo di salsedine, che amo aspirare e sentire sulla pelle. Che mi appaga quando guardo oltre il suo infinito l’orizzonte, socchiudendo gli occhi come ad immaginare di camminare da equilibrista su quella sottile linea che lo delimita mentre odo la sua voce, ora calma, ora fragorosa, ora rabbiosa quando mi urla con il rumore dei suoi flutti che si infrangono violenti sul bagnasciuga, come a volermi rimproverare per essere mancata!

Franco un mio caro amico a suo tempo, proprio per l’amore che nutro verso il mare mi definì pesce, niente di più vero tant’è che oso definirlo il mio habit naturale, quante volte avrei desiderato essere una sirena per godere delle sue profondità affascinanti e giocare con esso nel suo mondo ovattato e azzurro. Mi manca…si mi manca da morire il mio mare, il mio mare che mi parla, mi aiuta, mi ascolta, mi da vigore e forza, mi rigenera come la sua onda, che muore si infrangendosi sulla rena, ma poi rinasce subito nella sorella che giunge dietro. Il mio mare che mi riporta nostalgicamente ai ricordi nella mia bella Reggio, quando era il mio rifugio nei momenti importanti, seduta in riva e in qualsiasi stagione con il vento che mi accarezzava i capelli, a riflettere a chiedere risposte. Semmai fossi stata abbattuta o avessi avuto qualcosa di inconfessato o sentimenti di gioia e amore li ho detti al mare, che li ha ora custoditi, ora annegati nel suo imo e affascinate fondale quando erano tristi, purificandomi così mentre mi avvolgeva con il rumore del suo sciabordio dopo averglieli affidati, una mera simbiosi fra noi, un contatto quasi sensuale, un amore infinito verso questa leggiadra e cristallina acqua azzurra.

Che soave massaggio farsi accarezzare il corpo dagli spruzzi dei flutti che si rompono cozzando sulla risacca, godere sulla pelle degli schizzi spumosi di questa immensa distesa fluida, che sa essere anche gentile nel momento del tramonto. Calmo ti sfiora delicatamente e ti lambisce, dolcemente pulsante come un cuore e vibrante come le corde di uno strumento che emette una musica soave. Stare in sua compagnia equivale a non esser mai soli, perché freme di vita, amo la sua fauna e la sua flora ben custodita nel fondale…amo la sua acqua leggera ma al contempo ribelle come me, acqua che posso racchiudere nell’incavo delle mie mani, ma che sfugge subito fra le dita, mare che non ha catene ne vincoli, mare che non si intrappola…mare come me…mare, mare, mare, meraviglioso infinito vivente. Mare che non è di nessuno ma è di tutti, di coloro che sono in grado di ascoltarlo, di coloro con una ricchezza nel cuore incommensurabile proprio come la preziosità del mare, di coloro che lo amano che lo capiscono ma non lo sfidano, così come me che lo adoro e lo rispetto conoscendo i suoi limiti e suoi confini da non superare.

Amo il mio mare e non vivendo più a stretto suo contatto, sovente lo navigo per sentirlo ancora mio, lo navigo nelle mie meravigliose crociere, dove affacciata al balcone della mia cabina, nello sconfinato oceano, i miei pensieri si perdono muovendosi con esso mentre la nave lo solca silenziosa. Non c’è cosa più appagante del perdersi nei pensieri ammirando da bordo un tramonto rosso fuoco, dove il sole si tuffa nel mio mare, regalandomi scie dorate e preziose, che si specchiano sulla sua superficie. Tutto ciò mi dona una sensazione di pacata serenità e acquieta il mio animo ribelle. Il mio mare oltre i confini della mia bella Calabria, ma sempre lo stesso mare, le stesse onde che sciabordano quasi come rintocchi che segnano il trascorrere del tempo! Si andare per mare con un viaggio, con una crociera, senza demarcazione o confini, ma essere coscienti e sapere bene, che comunque una terra in cui approderemo ci aspetta con il suo mare uguale al mio.

Il mare…il mio mare! Mare mio che non dormi mai, mare mio sveglio come me e compagno delle mie notti insonni, quando all’alba affacciata dal terrazzo della mia dimora, che dava sul suggestivo stretto di Scilla e Cariddi prospiciente la mia bella Reggio, ti scrutavo gustandomi una sigaretta. Mare mio che mi infondi benessere quando cammino a piedi nudi sul bagnasciuga e affondano nella sabbia subito nascosti dalla spuma bianca che fa morire dolcemente l’onda. Mare mio che non smetti mai di chiamarmi, mare mio che mi fai sentire più che mai viva e pulsante, mare mio prezioso mi manchi! Ma torno presto, si torno presto a perdermi tra i tuoi marosi, torno presto a guardarti estasiata dal più bel chilometro d’Italia, riempiendomi l’animo e gli occhi del tuo azzurro sconfinato che plasma il mio essere, mare calmo e ribelle, calmo e ribelle come me…si arrivo presto!

Vivere in un ambiente è bello, quando l’anima è altrove.

In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città.

Dappertutto quando si sogna il mare!

(Cesare Pavese)

 

 

 

 

 

 

 

 

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