ZAPPING FRA LA MIA BELLA REGGIO, IL MERAVIGLIOSO LITORALE DELLA FATA MORGANA, LA COSTA DEI GELSOMINI CON ROCCELLA JONICA E LOCRI EPIZEFIRI – Aprile 2017 – Da circa un mesetto non sconfinavo dalla mia dimora e per chi mi conosce è risaputo, che sono nomade nel DNA e non riesco a rimanere per lungo tempo nello stesso posto, ecco mi serviva proprio una benefica flebo nella mia amata Calabria. Così si va a Rhegion dal suo nome originario che la identifica come la più antica Colonia greca fondata nell’Italia meridionale dopo quella di Cuma, la mia città rappresenta ed è una delle più importanti della Magna Grecia e fu alleata di Atene nella guerra del Peloponneso. E allora in occasione della Pasqua come sempre concretizziamo all’ultimo e in due minuti, la decisione di partire, bagaglio minimalista e via dunque, direzione Reggio Calabria il viaggio è lungo ma non importa, lo trascorro divertendomi a giocare con le App foto del mio smartphone e curiosando sul web, la voglia di rivedere il mio mare è tanta e sovrasta il sacrificio dei molti chilometri da fare in macchina.
Dopo circa sei ore di autostrada senza per fortuna blocchi dovuti a cantieri in atto o traffico, sono nella mia bella città, il tempo di posare i bagagli in casa e darsi una rinfrescata ed ecco che siamo subito a spasso sul più bel chilometro d’Italia come lo definì il grande D’Annunzio, il Lungomare Falcomatà, ma da sempre Via Marina per noi reggini. La passeggiata va da Piazza Indipendenza fino a Piazza Garibaldi e per l’esattezza è più di un chilometro, delimitato dalle numerose Palme e dai Ficus secolari, ha come cornice ai suoi lati gli antichi palazzi in stile Liberty fra cui spiccano evidenti: Villa Zerbi, Palazzo Zanni e Palazzo Spinelli, comprese le grandi e moderne sculture di Rabarama alloggiate nelle aiuole e che io adoro in particolar modo. Perseveriamo e perpetriamo un rituale di cui non si può fare a meno, gustando la nostra consueta ottima brioche con il gelato e ci rimettiamo in macchina, il desiderio del contatto con il mare è prepotente e pressante e anche se ne sono già vicina in città, voglio goderlo e saziarmi da un punto d’osservazione suggestivo, così ci avviamo verso un borgo marino meraviglioso, meta frequentatissima in estate, ma anche meta di artisti di ogni epoca e nazionalità.
Ed eccoci arrivati, pochi minuti di autostrada e di litoranea e siamo in quel lembo di terra annoverata oltre che per la bellezza, per i miti e le leggende, uno specchio d’acqua dimora di Scilla e Cariddi, da cui deriva il nome di questo Comune reggino, dove pare di toccare con mano la bella Sicilia, il cui skyline spicca sullo scintillio del mare baciato dai raggi solari che volgono al tramonto, finendo all’estrema punta di Capo Peloro con il suo alto pilone. Pilone fratello gemello di quello sulla costa reggina, adesso dismessi entrambi, un tempo servivano per i cavi dell’energia elettrica tra le due sponde, oggi vengono definiti i guardiani dello Stretto, nel mio articolo linkato di seguito troverete info su questa deliziosa località. Magica Scilla, assaporo con le narici l’odore del mio mare e divoro con gli occhi lo scenario di Chianalea, anche se l’ho visto e stravisto, per me rappresenta ogni volta una nuova pura emozione, amo quelle casette caratteristiche cariche di vita e di storia, così protese e a picco sul mare, che pare vogliano tuffarsi impazienti nel profondo azzurro e bearsi della benefica acqua! Rimarrei ore muta a guardare l’orizzonte baciato dal turchese ondeggiante e scintillante, ma il tempo come sempre vola e si fa ora di cena, rientriamo in città, concluderemo la serata in pizzeria dai fratelli la Bufala, gustando le loro ottime specialità.
Un altro giorno nella mia amata Reggio mi aspetta, è sabato vigilia di Pasqua c’è un bel sole caldo così decidiamo di andare su ai Fortini di Pentimele per poter ammirare da vicino la loro avvenuta rinascita. Di recente ultimati i lavori ma non ancora inaugurati ufficialmente, finalmente sono stati restituiti a Reggio con un nuovo vestito, la città ha così uno dei luoghi che rappresenta i miei ricordi di gioventù e che ho sempre custodito nel cuore, un luogo che è già un museo di se stesso e che costituisce un punto panoramico unico su tutta la città e sul magico Stretto, un luogo di sicuro che sarà apprezzato dai turisti oltre che per i suoi manufatti, per il belvedere che offre, senza tralasciare storia e cultura riguardo la sua nascita. Il suo nome come la zona in cui si trova ha origine greca, in ellenico infatti pentimele significa cinque Melidi, vale a dire cinque ninfe, che di per sé per il solo nome anticipano la storiagrafia e che finalmente adesso è un luogo di interesse, tolto al degrado in cui versava e riconsegnato ai cittadini in tutto il suo splendore. Non posso che esserne felice e mi auguro, visto che ancora non è stata decisa la vera e propria destinazione d’uso, si opti per qualcosa che tenda a valorizzarlo e favorire l’afflusso turistico, piuttosto che per qualcosa che si allontana dal divulgare che Reggio non è seconda a nessuno per le bellezze artistiche e per gli scenari da incanto che offre. (Nelle ultime due immagini: Il Duomo di Reggio Calabria e la via principale il Corso Giuseppe Garibaldi).
Giorno seguente 16 Aprile! La Domenica di Pasqua la trascorriamo in un modo alternativo ma che amo molto, noi del Team MSC Fans, saremo a bordo di MSC Orchestra ancorata al porto di Messina, oltre che per salutare cari amici, per intervistare due figure importanti che operano sulla nave. Per usufruire dell’aliscafo che ci porterà sulla sponda dirimpettaia, la Sicilia, ci avviamo di mattina al porto della mia città che è uno dei maggiori della Calabria ed è sede della Direzione Marittima. E’ collocato sulla sponda orientale dello Stretto ed ha una discreta capienza con una lunga Banchina di Ponente, è sede anche della Capitaneria di Porto sul lato settentrionale e proprio in prossimità di quest’ultima ha un annesso porticciolo turistico, sia per le barche a vela o a motore dei turisti in visita in città, ma anche per i mezzi della Capitaneria, della Guardia di Finanza e della Polizia, il traffico passeggeri da una sponda all’altra tocca oltre le 10.000 persone all’anno. Facciamo i biglietti e attendiamo l’arrivo del veloce mezzo acquatico che ci porterà in terra di Trinacria, sbarcheremo nella città dall’antico nome di Zancle, anche la Sicilia ha un trascorso storico non indifferente con le sue altrettanto origini e tracce greche.
Circa mezz’ora di traversata e nell’avvicinamento al porto di Messina, all’orizzonte si staglia subito netta e maestosa la nave, si tratta di MSC Orchestra, appartenetene alla classe Musica della flotta di Aponte, è stata quella con cui ho effettuato la mia terza crociera, dopo aver scoperto ed essermi innamorata di questa Compagnia oltre che di questa tipologia di viaggio. Sbarchiamo dall’aliscafo e in pochi minuti siamo al terminal crociere della città, superiamo il checkin, saliamo la gangway e siamo a bordo, il profumo personale della nave mi avvolge e mi sento subito nel mio habitat naturale! Ci accoglie con un sorriso smagliante il bravissimo Thomas Silva Pedrosa Event Manager e dopo un ottimo caffè facciamo un giretto per salutare gli amici, la nave è ancora semivuota perché i passeggeri son quasi tutti fuori in escursione, per cui la godiamo a pieno e senza caos.
Si fa ora e andiamo nella location destinata all’incontro di lavoro riguardante i nostri canali web MSC Fans, intervisteremo Eugenio Manfredi Food & Beverage Director e Pasquale Ascione Chief Engineer Director, due figure che rivestono altrettanti ruoli importanti a bordo nave. Il primo è responsabile e ha la direzione di tutto quello che riguarda la ristorazione su MSC Orchestra, una persona davvero squisita oltre che professionale, è stato un vero piacere ascoltarlo e apprendere delle informazioni assolutamente interessanti riguardo la sua mansione. Il secondo il Chief Engineer ossia il Direttore di Macchina, è un altra qualifica professionale di tutta importanza e fondamentale, è responsabile a livello direttivo della propulsione della nave, del funzionamento e manutenzione degli impianti meccanici ed elettrici di bordo, di entrambi presto avrete modo di scoprire cosa ci hanno raccontato del loro lavoro e del backstage, nell’articolo delle due interviste che sarà pubblicato a breve sul nostro sito MSC Fans nella sezione dedicata. Concludiamo dopo circa tre quarti d’ora la chiacchierata informativa, facciamo le foto di rito per gli articoli, ringraziamo e ci accomiatiamo dai due gentili Ufficiali.
E’ il giorno di Pasqua e per me come già vi ho anticipato e affermato, non c’è cosa più bella che trascorrerlo a bordo e se poi aggiungiamo un ottimo pranzo, direi che è il top data anche la ricorrenza! Infatti ci accomodiamo al nostro tavolo riservato e trascorriamo tra discorsi e bocconi gustosissimi, un oretta al Villa Borghese Restaurant di MSC Orchestra. Questa volta la nostra permanenza sul lussuoso Hotel galleggiante non è stata molto lunga, perchè come d’orario stabilito, la nave doveva slapare alle 15.00, per cui finito di pranzare prendiamo un caffè al The Purple Bar, io mi concedo uno scatto pazzo allo Shaker Lounge e un selfie con l’Event Manager Thomas Pedrosa e ci avviamo allo sbarco…come sempre a malincuore! Una volta fuori dalla nave la immortaliamo in tutta la sua maestosità e poi ci incamminiamo verso la stazione marittima per prendere l’aliscafo e fare ritorno a Reggio.
Lunedì dell’Angelo 17 Aprile! Come d’abitudine e come abbiamo sempre fatto, a noi piace sfruttare le festività in maniera anti tradizionale, ossia alla scoperta di luoghi storici, borghi o siti archeologici, in famiglia siamo tutti appassionati e di conseguenza attirati da ciò, siamo amanti della continua scoperta di angoli di terra e nello specifico in questo caso, della nostra Calabria che ha davvero tanto da offrire. Il tempo è un attimo nuvolo ma non piove e il sole fa capolino a tratti, se non fosse per un venticello fresco, la mattinata sarebbe stata perfetta sotto ogni punto di vista, ma noi ci accontentiamo e così dopo un oretta scarsa di viaggio arriviamo a Roccella Jonica, Un Comune della Costa dei Gelsomini che è nato sui resti dell’antica città greca di Amphisya, Comune decantato nei poemi di Ovidio e che prende il nome dalla sua originaria posizione sulla rocca. Quest’ultima infatti ha ancora edificazioni a testimonianza, il Palazzo o Castello dei Carafa ne è un esempio, un maniero ai cui piedi si snoda tutto il borgo antico, Castello che ammiriamo dal basso dalla marina del paese, dove ci fermeremo per consumare un veloce pasto per proseguire poi verso il porticciolo turistico, siamo velisti e quindi attirati dalle imbarcazioni ancorate in esso.
Lasciamo la marina di Roccella e ci inerpichiamo su alla volta dello storico borgo, percorrendo stradine in cui la nostra auto entrava a malapena, raggiungeremo con l’intento di visitarlo il Castello, che si trova esattamente a 404 metri sul livello del mare ed essendo il picco più alto domina tutto il paese. In origine normanna la proprietà era dei Collepietro, passò poi ai Ruffo, per essere rilevato in seguito ancora una volta da un nuovo proprietario, il marchese Centelles che lo rese inespugnabile a tutti gli attacchi e persino da quelli dei Turchi, che pur essendo riusciti a saccheggiare Reggio e dintorni, non furono in grado di fare altrettanto con il maniero e infine nel 1806 passò alla nobile famiglia dei Carafa, che lo fece in parte rimaneggiare e restaurare. Divenne così una nobile dimora di lusso, la fortificazione ha una pianta quadrangolare con un cortile e si articola su tre piani, vi si accede da un antico portale che conduce ad una scala a chiocciola per andare su. Notizie reperite dal cartello turistico, visto che non siamo potuti entrare, con nostro stupore una volta arrivati, siamo rimasti basiti nel trovarlo chiuso alla visita… bah no comment!
Ridiscendiamo dalla Rocca alla marina e ci immettiamo nuovamente sulla Statale 106, perché la meta di punta programmata per questo giorno è la Colonia Greca di Locri Epizefiri, un sito archeologico dedicato al culto di Zeus, Afrodite e Persefone e che oltre a racchiudere testimonianze risalenti all’epoca Ellenica, al centro della sua area offre anche reperti di età romana. Situato a circa 3 chilometri fuori dall’abitato di Locri. oltre ad essere in prossimità del bellissimo Capo Bruzzano o Capo Zefiro, è un altro rinomato Comune della costa Jonica a circa 100 chilometri da Reggio. Il sito è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 e nei giorni festivi, la mattina dalle 9.00 alle 13.00 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 19.00, l’ingresso è gratuito tutte le prime domeniche del mese, mentre normalmente il biglietto d’entrata costa 4 euro per gli adulti e 2 euro per i ridotti, antistante l’area c’è un ampio e comodo parcheggio all’ombra degli alberi.
Intanto il venticello fresco che mi aveva dato noia in mattinata, si è rivelato invece provvidenziale fugando tutte le nuvole e offrendoci i caldi raggi del sole, ottimo, dato che amo il tepore e preferisco il caldo al freddo! Paghiamo il biglietto ed entriamo lasciando la zona museale e lo shop dei souvenir per ultimi, guida alla mano, iniziamo così il nostro tour fra le rovine. L’antica città risale all’VIII secolo a.c. e il suo nome deriva dalla località Zephyrion, un promontorio a ridosso della locride, infatti il vocabolo Ephizefyrii, significa intorno allo Zephyrio. Il mito racconta che i locresi godevano della protezione degli dei, proprio perché durante la battaglia della Sagra, Zeus e i suoi figli gemelli, i Dioscuri, intervennero per aiutare gli abitanti allora alleati con Reggio, nel fermare l’avanzata di Crotone. Il sito archeologico è contenuto in una cinta muraria, che in origine copriva una lunghezza di ben 7 chilometri, ancora esistente in alcuni punti svolgeva la funzione di proteggere tutta l’antica città dall’esterno.
I primi ritrovamenti e i conseguenti scavi, come recita una lastra marmorea all’ingresso, furono ad opera di Paolo Orsi, l’allora Sopraintendente ai Beni Culturali della Calabria e risalgono all’800, sotto la sua direzione hanno portato alla luce resti a partire dall’età del bronzo e del ferro fino a scoprire le vestigia della città greca con il suo imponeste sistema di delimitazione e difesa. Ci addentriamo tramite i percorsi segnati e ci tuffiamo fra i resti dell’abitato del quartiere di Centocamere, il tempio di Marasà dedicato ad Afrodite divinità molto venerata, il Santuario di Persefore il più famoso fra i Santuari dell’Italia meridionale, l’Anfiteatro e gli edifici civili disposti secondo uno schema irregolare e divisi fra loro da strade ortogonali, un cammino affascinante fra costruzioni templari monumentali del periodo arcaico. Descriverveli tutti sarebbe di sicuro lungo e tedioso da leggere oltre che togliervi la sorpresa di scoprirli autonomamente se avrete voglia di recarvi in loco.
Quindi passando fra resti di mura in pietra, colonne e fregi che ci riportano indietro nel tempo, arriviamo al Casino Macrì, si tratta di una grande masseria ottocentesca, che rappresentava il cuore dell’allora quartiere delle Centocamere. La tenuta di proprietà dei baroni omonimi, è composta da un edifico patronale a due piani, circondato da case coloniche, al pian terreno ha tutta la zona dell’area termale, che si sviluppa anche all’esterno, mostrando le rovine di quest’ultime risalenti alla Roma Imperiale, visto che lo stesso appunto è stato edificato sopra. L’ingresso originario era un lungo corridoio, si presume forse un portico, da dove poi si snodavano i vari ambienti: vestiboli, spogliatoi, stanze per i massaggi e quant’altro serviva alle cure termali, per poi passare infine alla grande sala con il frigidarium, che si trova nel cortile posteriormente alla masseria. Il piano superiore è adibito a museo con reperti d’età romana e tardo antica.
Che dire davvero interessante, amo questi luoghi! Un altro dei tanti siti presenti in Calabria, che offrono cultura e storia e che andrebbero a mio avviso più pubblicizzati e valorizzati, in modo da costituire un polo attrattivo per i turisti, per far conoscere l’importanza e l’eccezionalità di questo patrimonio artistico appartenente alla mia regione e nello specifico nell’hinterland reggino, che non ha eguali quanto a interesse e bellezza. La Calabria viene definita la culla della Magna Grecia e Locri Epizefiri ne è l’emblema per eccellenza, dunque una visita di tutto prestigio a quest’area archeologica e sopratutto con la visone dell’Antiquarium che espone migliaia di reperti risalenti all’epoca preellenica, magno greca e romana e di cui anche una vasta parte come: statue, vasellame, i Pinakes, il gruppo Acroteal ecc, sono esposti al Museo di Reggio Calabria.
La visita si conclude e ci avviamo all’ingresso, giunti al museo ci intratteniamo con gli operatori della struttura e apprendiamo che molto comunque si trova ancora sotto terra e i lavori di scavo e recupero sono in continua evoluzione. Parti di questa antica città attendono da secoli di essere riportate alla luce, frammenti di una storia millenaria che ancora giacciono segreti e nascosti, una storia dell’età arcaica e dell’alleanza con Siracusa, ma anche del duro impatto con il mondo romano, che non aspetta altro se non essere mostrata a noi in aggiunta a quello che già è stato portato in superficie. A completamento del nostro tour archeologico, entriamo nel polo museale dove al piano rialzato, scopriamo anche la rappresentazione delle Necropoli Protostoriche, sempre rinvenute in prossimità dell’area e che rappresentano l’assoluta testimonianza del momento dell’arrivo dei greci in questo territorio. Curiosità: nell’immagine sotto, una lira costruita con il carapace di una tartaruga, non a caso in un altro comune vicino, Ferruzzano, c’è la riserva protetta di questa specie marina. A visita ultimata acquistiamo dei souvenir e lasciamo questo importante e interessante sito, definito da Plinio il vecchio: “A Locris Italiae frons incipit Magna Graecia appellata!” Da Locri inizia il fronte dell’Italia, chiamata Magna Grecia!
Il martedì seguente alla pasquetta ci rimettiamo in viaggio per rientrare alla base, anche questa volta la mia terra mi ha stupito e regalato belle emozioni, dal mare alla cultura, dalla cultura all’arte, tutte vitamine per la mia anima, per il mio intelletto e nell’attesa di andare ancora una volta errabonda per terre di Calabria alla scoperta di nuovi angoli millenari, ora culturali, ora affascinanti, vi lascio con la promessa di ritrovarvi presto con una nuova meta da raccontarvi.
Viaggiare rende liberi ed io applico questa regola da sempre…the end ciao e alla prossima meta! 😉
2 Responses
Fanny Sánchez
Cara Rita, bellissima pasqua, complimenti mi sembrava di essere stata con te.
Rita Cosentino
Ciao Fanny bella 🙂 grazie di cuore…un bacione a te!