TRA SFARZO, ARTE, STORIA E CULTURA ALLA SCOPERTA DI UNO DEI PALAZZI PIÙ IMPORTANTI DELL’URBE, SEDE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA SITUATO SUL PIÙ ALTO DEI SETTE COLLI DI ROMA, IL QUIRINALE! – 1 Novembre 2017 – Oggi vi porto con me attraverso le immagini e il racconto, in quella che fu per ben tre secoli la residenza estiva dei papi e che si trova su uno dei sette colli su cui fu fondata Roma e precisamente quello del Quirinale, il suo nome deriva dall’originario tempio esistente prima, il Quirino situato tra la via appunto del Quirinale e quella delle Quattro Fontane. Curiosità: il colle venne definito il più salubre di tutti data la sua altura rispetto alle altre zone dell’Urbe, in quanto nel ‘500 sopratutto a causa dell’afa estiva le zone più basse venivano avvolte dai miasmi della malaria. Ecco perché gli illustri prelati la scelsero come dimora nella stagione calda, ma oltre ad allontanarsi dalle altre alture e dall’olezzo non proprio benefico, potevano godere anche della sua aria frizzantina. Entriamo dunque in questo edificio stupendo che risale al 1538 e diamo inizio alla scoperta dei suoi interni, una volta varcato il portone d’ingresso e superati i controlli dei documenti e quelli di sicurezza al metal detector, ci troviamo direttamente nel Cortile d’Onore. Una sorta di grande piazza porticata costruita in un arco di tempo composto da quattro fasi diverse, la prima è rappresentata dall’edificio più antico, quello con il torrino la cui particolarità è l’orologio. Infatti notiamo che ha il quadrante alla romana, ossia ci sono stampigliate solo sei ore, per cui nell’intera giornata le lancette fanno il giro quattro volte invece di due come nei comuni orologi.
Ci incamminiamo su lato destro dell’area, varchiamo un antico portone d’ingresso e ci troviamo di fronte ad una delle quattro rampe convergenti e parallele dello Scalone d’Onore, la struttura risale al ‘600 ed è opera dell’Architetto Ponzio. Questa via d’accesso ai saloni è stata così progettata, per poter servire due distinte location: il Salone dei Corazzieri e il Salone delle Feste. Una volta percorsa la prima parte di gradoni mi soffermo sul pianerottolo che precede l’altra rampa e guardandomi intorno stupita, oltre a godere della vista dei giardini del Quirinale attraverso un ampia finestra, mi attira alzando gli occhi uno stupendo affresco. E’ un bellissimo Melozzo da Forlì, che ha rappresentato con le sue pennellate sapienti il Redentore in Gloria fra gli Angeli, un dipinto che mi trasmette nelle sue linee precise e nei chiaroscuri delle forme e dei drappeggi, una tridimensionalità pazzesca, credetemi ogni qualvolta mi trovo in luoghi storici come questo e osservo da vicino un opera che ho studiato sui libri, prima al liceo e poi all’università, vengo sempre presa da un emozione indescrivibile.
Mi distacco dalla contemplazione dell’affresco quattrocentesco e salgo gli altri gradoni che mi condurranno in un ambiente dalla bellezza davvero indescrivibile. Ebbene siamo nel Salone dei Corazzieri un opera architettonica del Maderno, il più ampio e importante di tutto il Palazzo, ospita la maggior parte delle udienze e le cerimonie solenni volute dal nostro Presidente. Amo gli Arazzi, questa sala ne è piena per cui li osservo attentamente, tappezzano le quattro pareti e sono enormi, di fattura sia francese che napoletana, con i loro vivacissimi e brillanti colori mi raccontano visivamente scene sulle storie di Psiche e su Don Don Chisciotte. Uno stupendo fregio con raffigurati tutti gli stemmi di origine degli Ambasciatori giunti al Quirinale nel seicento corre lungo tutto il perimetro del salone, ci vogliono mille occhi per ammirarli credetemi. Ma il pezzo forte è un maestoso soffitto a cassettoni lignei e qui come sempre rimango basita ad ammirarlo con il naso all’insù per diversi minuti, distolto lo sguardo dall’alto e rivolto in basso, mi accorgo che i giochi del bellissimo pavimento ad intarsi marmorei, seguono a specchio le forme geometriche del soffitto.
Lasciamo il maestoso salone dei Corazzieri e superiamo la Sala di Rappresentanza anticamera di quest’ultimo, dove di norma il Capo dello Stato incontra ospiti e personalità prima dello svolgimento delle cerimonie. Attraversiamo la Sala delle Virtù, che prende il nome dalle quattro Virtù Cardinali che sono a sua volta illustrate nel fregio, proseguiamo in quella del Diluvio con tre lati della stanza affrescati a tema scene bibliche, mentre sul quarto campeggia uno stupendo arazzo donato da Napoleone a Papa Pio VII nell’800 raffigurante la lavanda dei piedi. Arriviamo così nella Sala delle Logge, da cui si può ammirare una veduta di Castel Sant’Angelo protetto dalle sue fortificazioni, infine ci soffermiamo nella Sala dei Bussolanti, ossia coloro i quali erano addetti alle anticamere del Papa. Non possiamo non notare sulla parete, un bellissimo tondo copia della Madonna della Seggiola di Raffaello, la cui particolarità è che non è un dipinto, ma bensì un minuzioso mosaico, ho quasi stentato nel crederci, a tal punto che ho dovuto avvicinarmi moltissimo per scorgere le minuscole tesserine che lo componevano, la visione da lontano per me, appariva come un vero e proprio dipinto! Affreschi e stucchi dei soffitti e sfarzosi lampadari di Murano si susseguono numerosi.
Dopo aver attraversato le su citate sale arriviamo nella Sala del Balcone, un ambiente che in origine era denominato dei Precordi, dal termine scientifico degli organi interni umani, infatti era la stanza dell’imbalsamazione. I papi defunti venivano portati in questa sala e privati degli organi, pratica preparatoria alla conseguente sepoltura nella vicina chiesa santi Vincenzo e Anastasio. Progettata da Bernini figlio, in seguito svolse la funzione di belvedere tramite la Loggia denominata delle Benedizioni, rimango infatti a dir poco stupefatta e mi lascia senza fiato ammirare da questo balcone Roma, mi rammarico di non aver avuto in quel momento una reflex per immortalare bene quello che vedevo e che vi mostro malamente in foto, pezzo forte, spicca e svetta imponente sul bellissimo skyline della città, la cupola di San Pietro e parte della sua meravigliosa facciata. Curiosità: nell’ottocento questa porta finestra durante il conclave veniva murata a simbolo dell’isolamento, per poi essere riaperta distruggendo il muro, ad elezione papale avvenuta e proprio da li il nuovo prelato benediva la folla.
Supero altre sei sale in cui non mi sono soffermata di proposito, ospitavano una mostra di arte moderna, no post moderna, no moderna più più, no arte per me indefinibile punto! Non ho fatto foto e mi astengo dal dire cosa ho visto, mi devono perdonare gli illustri critici d’arte e gli autori di tali sculture, ma sinceramente vedere cosa vi era esposto mi ha dato un colpo al cuore, per me un sacrilegio in un luogo di arte e cultura inestimabile quale è questo palazzo. Vi era esposta un accozzaglia di ferraglia, persino i wc chimici, stendiamo un velo pietoso, credetemi non ho proprio capito il senso della presenza di quelle pseudo “opere d’arte” le ho considerate una ferita inferta a quelle stupende sale! Alla fine dell’orrido percorso giungo nella Sala degli Scrigni, ed ecco che qui mi riprendo subito dalla precedente indignazione grazie alla visone di questo stupendo ambiente, ma anche per una mia particolare predilezione di questi elementi d’arredo. Ho divorato con gli occhi i cinque meravigliosi scrigni in legno intarsiato e dai mille cassettini, collocati su pregiatissime consolle, rappresentavano per me davvero uno spettacolo! Ma a completamento del tutto il pezzo forte, un monumentale secretaire che celava ben 100 cassetti e piccoli vani segreti di ogni misura.
Saltiamo il Passaggetto di Urbano VIII e la Sala Di Druso che erano chiusi e quindi non visitabili e arriviamo in un ambiente che molti di noi ha visto spesso in TV, in occasione di comunicati di notevole importanza da parte del Capo dello Stato. Ci troviamo esattamente per chi non l’avesse riconosciuto, nella Sala dello Studio del Presidente della Repubblica, qui Sergio Mattarella oltre a diramare comunicati importanti e a porgere con un discorso, gli auguri per l’arrivo del nuovo anno il 31 dicembre, svolge incontri ufficiali con altri Capi di Stato e consultazioni con i segretari di partito per la formazione del Governo. La stanza è interamente arredata con elementi risalenti fra il 700 e l’800 e in particolare la scrivania a cui siede attualmente il Presidente, è di manifattura francese e proviene dalla Reggia di Parma. Curiosità: in origine come ho già raccontato, il Quirinale era sede dei pontefici, la stanza di cui descrivo aveva un arredo completamente diverso, era la camera da letto usata dal Papa in trasferta al palazzo nel periodo estivo.
Lasciamo l’ambiente head quartier del Presidente, attraversiamo la Sala degli Arazzi di Lille e il salottino napoleonico e ci troviamo di fronte all’ingresso della Biblioteca del Piffetti. La vista del suo interno lascia esterrefatti, vi è custodito un numero incontabile di libri antichissimi risalenti all’800, rimango di stucco nell’ammirare come spiccato questi ancestrali tomi dal dorso tipico con fregi dorati, fra vasi di maiolica e preziose sculture in legno, proprio perché amo i libri davvero per me una delle stanze più suggestive del Quirinale. Autore di questa magnificenza, fu l’ebanista Pietro Piffetti. Curiosità: tutto l’arredo creato in origine per i Savoia e in particolare per una delle residenze torinesi della Regina, fu poi trasferito a Roma nell’800 e adattato appunto ad una delle camere in cui alloggiava nel Quirinale, la sovrana moglie di Umberto I.
Il tour del palazzo continua, passiamo dentro la sala del Bronzino e siamo alla Loggia D’Onore. E’ l’ambiente in cui i rappresentanti dei partiti politici rilasciano le dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il Presidente, anche qui numerosi spiccano sul soffitto a volta gli stupendi affreschi, raffiguranti scene dedicate alle arti, dalla precisa pennellata, dai colori vivi, sembrano quasi volersi animare per noi, si aggiungono all’insieme otto colonne provenienti dalla Cappella Paolina. Ma l’elemento che mi attira parecchio e che lo si scorge volgendo lo sguardo attraverso un portale in fondo alla sala, è una scala molto particolare, un capolavoro elicoidale realizzato da Mascarino risalente al 500 e commissionato da Gregorio XII. Egli fu il primo pontefice ad aver voluto costruzioni papali sul colle del Quirinale, la rampa ellittica ha funzione di accesso principale al Palazzo, è sorretta da imponenti colonne di travertino e riceve la luce da un lucernario che filtrandola nell’ambiente, crea giochi d’ombre suggestivi. Curiosità: il Borromini ne fu così attratto, che ne progettò una uguale e la fece realizzare a Palazzo Barberini.
Superiamo altre sale e approdiamo in quella della Musica, denominazione assegnata per via della presenza di un pianoforte inglese fra gli elementi di arredo, in origine l’ambiente era lo studio di Napoleone, da qui si godeva il bellissimo panorama ed aveva il controllo e il dominio visivo della città. Adiacente troviamo la Sala dello Zodiaco, siamo in un ala del Quirinale verso il giardino, i Savoia vi svolgevano le maggiori attività di rappresentanza, la denominazione è legata agli affreschi delle costellazioni e anche perché è dotata di elementi di arredo come le elegantissime sedie, dai braccioli per l’appunto scolpiti con figure appartenenti allo zodiaco, ovviamente io fotografo quella dei gemelli! 😉
Nel muoverci da una location all’altra, camminiamo su preziosi tappetti e pavimenti, ora marmorei ora in parquet e tra i vari passaggi fra gli ambienti, divisi da architravi lussuose e ricche di drappeggi, non posso fare a meno di catturare con l’obiettivo gli affascinanti giochi prospettici, davvero più unici che rari! Giungiamo nella Sala degli Specchi e al Salone delle Feste adiacenti l’una all’altra, la prima ha un importanza rilevante perché al suo interno si tiene la cerimonia di giuramento delle alte cariche della Corte Costituzionale, l’area in origine era destinata a sala da ballo, infatti gli affreschi raccontano un giocoso girotondo di figure sospese nel cielo. La seconda invece mostra su tutte le pareti specchi giganti, che moltiplicando visivamente lo spazio, rimandando al contempo anche lo scintillio dei preziosi lampadari di Murano, a completamento del tutto i preziosi drappeggi color oro la rendono davvero sfarzosa. Nell’ottocento in questo salone fu aggiunto un balcone, ideato per ospitare un orchestra, si tratta di una sorta di palco stabile affacciato sull’ambiente, esso alloggiava infatti i maestri di musica. Destinato in origine a pranzi e balli, completa la parte artistica di questo palazzo dal valore inestimabile, attualmente vi si svolgono le cerimonie che hanno un elevato numero di ospiti. Insieme al Salone dei Corazzieri viene definito il cuore del Quirinale.
La nostra scoperta del piano nobile del Quirinale con le sue sale stupende si conclude con il Salone delle Feste, ma il tour non finisce perché entriamo negli ambienti del Prefetto di Palazzo. Per lo più un area museale che ci racconta la storia della successione dei vari presidenti, dei proclami e dello Statuto Albertino. Accediamo inizialmente nello Studio del Re, dove un quadro suggella il memorabile incontro con Giuseppe Garibaldi, direi un immagine abbastanza insolita di entrambi, perché Giuseppe Garibaldi viene raffigurato stanco, anziano e appoggiato a due bastoni, di rimando contro etichetta, Vittorio Emanuele si presenta in abiti borghesi. A seguire entriamo nella Sala dei Papi, dove sono esposti gli abiti della regina e della sua dama e infine si va nella sala storica vera e propria, dove in enormi teche sono custoditi centinaia di documenti storici, dai papi alla monarchia sabauda, dall’Unità d’Italia ad oggi, sulla Costituzione Italiana e principalmente lo Statuto Albertino. Nell’immagine del particolare della teca, si può leggere la nomina di due primi Ministri: Crispi e Giolitti. Finiamo il giro con la stanza in cui ci sono i ritratti dei Presidenti che si sono succeduti negli a partire dal 1946 con Enrico De Nicola.
Concludiamo la visita con l’affaccio dalla terrazza situata sul Palazzo delle Scuderie, che offre una delle più spettacolari vedute su Roma. Con uno sguardo permette di abbracciare gran parte della città con il suo profilo nitido in cui si staglia la moltitudine di cupole, intricati reticoli di vie, palazzi e chiese, fino ad arrivare a scorgere le quinte verdi del Gianicolo, di Monte Mario e del Pincio, ma fra tutti spicca e domina il maestoso cupolone di San Pietro. Che dire, credo che aggettivi e descrizioni ulteriori siano superflui per riuscire a trasmettervi l’emozione che si prova davanti a tale splendore di panorama, solo osservandolo di persona è possibile crederci!
Il tour alla scoperta di questa sontuosa residenza si conclude e ci avviamo all’uscita. Ma prima di varcare il portone e lasciarci alle spalle il patrimonio di arte, cultura e storia in cui abbiamo fatto un full immersion, non posso non avere una foto ricordo con una figura emblematica del Quirinale, il Corazziere. Questa forza specializzata dell’Arma dei Carabinieri, rappresenta la Guardia d’Onore e di sicurezza del Presidente della Repubblica Italiana, si distinguono per uniforme e altezza e riuscire a far parte di questo corpo è un impresa non proprio facile. Pensate oltre a dover raggiungere un altezza minima di metri 1.90 e un aspetto anche armonioso, devono possedere un indiscussa moralità personale e familiare, saper cavalcare, ma sopratutto avere eccellenti trascorsi disciplinari e di servizio. I Corazzieri indossano diversi tipi di uniformi secondo la solennità dell’occasione e sono: quella da gran gala, quella di mezza gala, quella da campo o tenuta a cavallo e la grande uniforme sia estiva che invernale. In sostanza quest’ultima viene indossata quotidianamente durante il sevizio al Quirinale, vale a dire la stessa dell’immagine sotto. Ebbene si lo ammetto! Non ho resistito al fascino incredibile di questa guardia, l’elmo impreziosito da una lunghissima coda, proteggeva il capo di un bellissimo corazziere e intendo anche nelle fattezze fisiche e che era sinceramente quasi il doppio di me..per cui ecco a voi una nanerottola immortalata quasi ai suoi piedi, visto che sono diversamente alta! 😉 😀
Roma non è una città come le altre! E’ un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi…come esclamò Alberto Sordi in un giorno assolato ammirando la sua bella città dalla finestra, ed io ne faccio tesoro e l’attraverso in punta di piedi, si, senza però fermarmi mai, insaziabile alla scoperta di angoli storici, artistici e seducenti di quella che da sempre per antonomasia è l’Urbe, è Roma caput mundi, è la città eterna !
The end ciao e al prossimo tour sulla città…stay tuned! 😉
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