Alla scoperta di un famoso e maestoso monumento che da due millenni spicca sul bellissimo skyline della città eterna, Castel Sant’Angelo!

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ALLA SCOPERTA DI UN IMPONENTE MAUSOLEO CHE DAL VI SECOLO FU STRATEGICA FORTIFICAZIONE ROMANA, POI TRASFORMATO IN RESIDENZA PROTETTIVA DEI PAPI E INFINE DAL MEDIOEVO DIVENUTO LUOGO DI DETENZIONE. – 1 novembre 2017 –  Oggi vi faccio partecipi tramite le immagini e la lettura, della visita ad una fortezza voluta dal più affascinante tra gli imperatori romani, filoso, scultore, architetto e pittore, Adriano scelse la riva destra del Tevere per farvi costruire questo suo Mausoleo, come futura tomba per se stesso e i suoi discendenti. La costruzione ebbe inizio nell’anno 123 d.c. ad opera dell’architetto Demetrio e fu completata da Antonio Pio un anno dopo la morte dell’imperatore, il castello è l’unico edificio che ha accompagnato le sorti e lo sviluppo di Roma per quasi duemila anni, rimanendo intatto a differenza degli altri monumenti di epoca romana ridotti in rovine. Per la visita sono necessarie circa due o tre ore di tempo e si può effettuare tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30, la biglietteria chiude alle 18.30 e l’ingresso è gratuito ogni prima domenica del mese. Il ticket intero per adulti costa €.14 salvo variazioni per mostre all’interno del castello, €.7 invece per i cittadini della UE con un età compresa fra i 18 e i 25 anni, per gli insegnanti, le scolaresche e le persone diversamente abili. Per quest’ultime attenzione, perché non tutte le aree per conformazione, sono fruibili in carrozzina.

Catturo con l’obiettivo questo bellissimo scorcio baciato dai raggi solari e che si affaccia sul Tevere e entro in questa magnificenza che nel corso dei secoli ha subito diverse modificazioni sia riguardo a fattori architettonici che strutturali, ma anche di destinazione d’uso. Dopo la morte di Adriano e anche della sua consorte i resti furono seppelliti al suo interno e quindi impiegato come luogo per cui fu commissionato e previsto, ma nel 403 mutò la sua funzione di sepolcro e divenne un avanposto fortificato atto alla difesa di Roma, nel XVI secolo cambiò di nuovo destinazione d’uso e divenne una prigione di Stato e dopo essere passato in proprietà a diverse famiglie nobiliari, fu sfruttato come dimora di Papi. Infine nell’800 ritornò nuovamente ad essere un luogo di detenzione e ciò fino al 1906, solo in corso di questo anno finalmente si concepì la struttura come Museo, per regalare il suo fascino colmo di storia millenaria a chi avrebbe voluto scoprirlo, ufficialmente nel 1925 fu nominato Museo Nazionale Castel Sant’Angelo. Acquistiamo i biglietti d’ingresso e iniziamo l’esplorazione, come sempre le scale minacciose “se la ridono” di fronte a me, sanno bene che le temo, ma anche stavolta le sfido a duello e arriverò in cima viva! 😉

Seguendo i cartelli che indicano un percorso logico di visita, ci tuffiamo nell’atmosfera del millennio. Immedesimandomi come faccio spesso in luoghi simili, mentre cammino fantastico sognando di essere in quell’era per cercare di capire come si potesse svolgere la vita all’interno di questa fortificazione. Nelle due immagini che seguono ed evidenziato dalla linea verde, è specificato il nostro tour all’interno e le aree che abbiamo visitato, vi informo che una volta dentro avrete il wifi gratuito per la connessione e potrete anche scaricare l’app di Castel Sant’Angelo che vi racconta tutte le location che andrete a vedere. Curiosità: Adriano se vogliamo è stato l’antesignano della creazione di un vero e proprio bunker, perchè il monumento ha proprio queste fattezze, una inespugnabile costruzione cilindrica, che il Belli definì “setaccio a forma de timballo!” Dopo una prima rampa senza scale ci avviamo verso un’altra elicoidale e a gradoni che ci porterà al primo livello, sbarchiamo dunque nell’Antica Marcia Rotonda, un percorso che si snoda lungo tutti e quattro i bastioni dedicati agli evangelisti. Lungo il percorso una delle quattro garitte “mi chiama”, per chi mi conosce bene sa che le amo particolarmente e quindi è di rito come sempre la foto!

 

Ci soffermiamo nell’area del primo bastione che incontriamo durante il percorso guidato, è quello di San Matteo, sbirciamo attraverso una delle aperture della sua cinta muraria merlata e scrutiamo il giardino sottostante, ma la mia attenzione viene distolta ben presto da uno dei miei amati gabbiani, regalmente appollaiato sul costone, appena si accorge che mi accingo a fotografarlo e quindi di essere inquadrato inizia a garrire, come quasi a ringraziarmi per la foto, amo la leggiadria e l’eleganza del librasi nella’aria di questo volatile! Proseguiamo lungo questo perimetro circolare che un tempo veniva usato dalle sentinelle per la ronda di guardia al castello e arriviamo al bastione di San Marco, di rilievo quest’ultimo perché da qui parte il Passetto di Borgo, ecco questa è un altra scoperta da fare segnata nella mia agenda da diverso tempo, appena sarà possibile lo vorrò percorrere! Si tratta di un suggestivo camminamento di circa 800 metri che collega il Mausoleo ai Palazzi Vaticani, ed è stato realizzato al di sopra delle mura che delimitavano la città leonina. La realizzazione fu voluta per facilitare ai Papi la fuga in periodi di attacchi o altri pericoli. Curiosità: lo percorse Clemente VII durante il sacco di Roma per sfuggire ai lanzichenecchi. Le visite sono obbligatoriamente con guida e vanno prenotate almeno un giorno prima, avvengono due volte a settimana con un costo aggiuntivo al biglietto d’ingresso base, 5€ per l’intero e 2.50€. per il ridotto.

Andando avanti, mi imbatto in una ex cella di difesa con reperti di artiglieria custoditi al suo interno, ovviamente dall’ambiente è facile intuire che venivano sparate le cannonate. Continuiamo il percorso immortalando ogni tanto gli affacci sul sottostante Ambulacro di Bonifacio IX, area che abbiamo percorso appena entrati e i cui setti radiali dei magazzini e delle scuderie abbattute, sono ancora visibili alla base del cilindro e dove sono anche disseminati reperti archeologici e busti scultorei, tra cui quello di Antinoo risalente alla prima metà del II secolo d.c. Finito il giro saliamo ancora di livello percorrendo la rampa diametrale che conclude il percorso precedente e ci porta di 12 metri più su, fisso con l’obiettivo un inquadratura prospettica particolare che mi piace da morire…arco…su arco…su arco…composizione di archi! 😀

Arriviamo nel Cortile dell’Angelo, chiamato così proprio per la presenza di un omonima scultura, un opera eseguita da un allievo di Michelangelo tal Raffaello Da Montelupo, in origine l’area era il Cortile d’Onore perché vi si affacciavano gli appartamenti pontifici. All’inizio della rampa di scale vi è una sfera storica, è quella recante i simboli dello stemma dei Barberini, infatti in basso rilievo vi sono scolpite le api segno distintivo dell’importante famiglia di origine toscana. Il cortile in un certo senso è una sorta di divisorio fra la parte prettamente di epoca romana del mausoleo di Adriano e quella rinascimentale delle lussuose sale. Su uno dei quattro lati dell’area, sormontata da un edicola c’è la porta d’ingresso della Cappella di Leone X, realizzata su progetto di Michelangelo. Lasciamo il cortile salendo la piccola rampa di scale e approdiamo nel cosiddetto Giretto Coperto, ex camminamento della vecchia ronda sostituito poi dal nuovo dell’anello del primo livello. Qui tra le grandi arcate di cui alcune chiuse a vetro, c’è da perdersi nell’ammirare la città eterna, che al tramonto fra l’altro offre scenari di una bellezza davvero disarmante, ma anche una straordinaria vista sul Tevere.

Nello stesso camminamento coperto vi è una galleria archeologica e un area museale con quattro sale storiche ricche di armi antichissime, gli archibugi la fanno da padrone assieme alle balestre! Passando da un ambiente all’altro, storie dei vari eserciti che si sono succeduti nei secoli e che hanno difeso roma vengono raccontate dai reperti custoditi nelle vetrine, tutti risalenti tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, in bella mostra anche due pregevoli pistole intarsiate e appartenute ai Farnese. In questo anello oltre visitare le sale adibite a museo e ad ammirare il bellissimo panorama in cui svetta la Cupola di San Pietro, vi è anche un bar con dei tavolini addossati alle arcate, dove ammirando lo skyline di Roma si può sorseggiare un drink, un caffè o gustare un dolce.

Lasciamo il cammino coperto e con un altra rampa di scale strettissime andiamo ancora più su, arriviamo così all’ultimo livello vale a dire la Terrazza dell’Angelo. Un volta giunta al centro dell’area, credetemi mi si è fermato per un attimo il respiro! Ormai a tramonto inoltrato e sul calar del buio, non so esprimervi esattamente l’emozione dello scenario che si è presentato ai miei occhi, vi assicuro che la vista è mozzafiato, non aggiungo altro in merito a ciò, se ci andrete ne rimarrete stupiti anche voi! Quest’ultima parte costituita per l’appunto da una terrazza dove domina dall’alto in maniera imponente la statua bronzea dell’Arcangelo Gabriele, irrorata dalla luce del faro si staglia nel cielo buio svettando dal suo basamento in marmo di travertino. Ci sediamo su una panca in marmo e rimaniamo sul terrazzamento per circa mezz’ora a contemplare dall’alto una Roma scintillante per via delle luci urbane e abbracciata dai bagliori caldi e rossastri del tramonto

Ore 19.00 mezz’ora dalla chiusura del Castello, tocca abbandonare questo luogo incantevole, per cui a malincuore ci avviamo verso la scala di discesa, per uscire dall’imponente e bellissimo monumento. Il percorso avverrà da un’ala diversa da quella d’entrata e quindi ci sarebbero nuove cose da scoprire, ma passiamo purtroppo frettolosamente per mancanza di tempo e quindi senza soffermarci nelle altre sale storiche che attraversiamo, ossia la Sala del Tesoro, la Biblioteca, la Sala dell’Adrianeo, dove fugacemente catturo attraverso una finestra il Cupolone Sacro che sembra quasi se stesse poggiato sui tetti, l’Appartamento del Castellano e la Sala del Perseo, in cui fotografo il trono. Infine qualche mio scatto allegro e siccome a scendere si fa meno fatica, ovviamente velocemente arriviamo alla porta d’uscita.

Sbarchiamo nella parte posteriore a quella in cui siamo entrati e precisamente in uno spiazzo verde del castello e ad un livello più basso, per cui imbocchiamo lo sterrato in salita che lo costeggia e una volta su, ci avviamo verso via della Conciliazione il nostro tour si è concluso. Immortalo il viale e la bellissima facciata di San Pietro e si va a mangiare una cosina in pizzeria, anche per sederci e riprenderci un attimo dalla stanchezza. Personalmente devo confessare che tante ore in piedi mi hanno decisamente stroncato e ne risento un attimo, ma son tenace e non mollo, in fondo per arte, cultura e storia credetemi farei qualsiasi sacrificio!

La mia filosofia è andar errabonda sempre, perché per me da qualche parte, ma anche in luoghi già visitati, sempre qualcosa di nuovo e bellissimo aspetta di essere esplorato ed io sono alla continua scoperta perché avida di sapere e conoscere. Roma ha tanto ancora da farmi vedere, la città eterna bellissima, ne sono letteralmente innamorata…qualcuno disse: “si moro e poi rinasco, prego Dio d’arinasce a Roma mia!” Non posso che concordare pur non essendo nata a Roma che ugualmente considero mia.

The end…ciao e al prossimo tour stay tuned! 😉

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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