MSC Crociere e mete! La spezia 5 Terre, discovery Monterosso e Vernazza

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UNA RIVIERA SPEZZINA TUTTA DA ESPLORARE CON I SUOI CINQUE PAESINI ARROCCATI SULLE FALESIE A PICCO SUL MAR LIGURE, UN ESCURSIONE ALLA SCOPERTA DI MONTEROSSO A MARE E VERNAZZA INCASTONATI IN QUESTA COSTA INCANTATA! – Maggio 2015 – Eccomi a raccontarvi due escursioni inerenti l’ultima tappa di una delle mie crociere di gruppo targate MSC Fans e precisamente quelle fatte una volta sbarcati a conclusione viaggio da MSC Armonia, una crociera come sempre bellissima all’insegna dell’allegria, della cultura ma sopratutto dell’amicizia, una ciurma fantastica come raffigurata nell’immagine su scattata in un altro porto di questo itinerario, il cui reportage dettagliato lo potete trovate al seguente link  Discovery Ajaccio. In una mattina un po’ velata da un tempo incerto e con qualche goccia di pioggia, la nave attracca al porto di La Spezia, ma come sempre non ci arrendiamo e sbarchiamo per la nostra escursione. Lasciamo dunque il terminal e andiamo a sinistra percorrendo Passeggiata Costantino Morin che fiancheggia il Viale Italia, la città  che si trova in prossimità del confine con la Toscana è in un bellissimo golfo naturale, conosciuto come Golfo dei Poeti.

La nostra direzione sarà quella verso la stazione ferroviaria, dunque alla fine del bellissimo viale marino fiancheggiato da palme, imbocchiamo a destra Via Armando Diaz, attraversiamo i giardini pubblici dove al centro vi è la statua equestre di Giuseppe Garibaldi e andiamo sempre dritto verso la parte alta della città, proseguendo dopo in Via del Prione fino a giungere in Piazza Giuseppe Garibaldi. Ci soffermiamo un attimo per riprendere fiato e ammiriamo al contempo l’area intitolata all’eroe dei due mondi che sostò diverse volte a La Spezia. Si tratta di una zona esclusivamente pedonale con al centro una fontana in marmo di Carrara, ad opera dello scultore Viliano, l’artista ha voluto rappresentare nella sua realizzazione due vele convergenti verso l’alto, dalla cui sommità zampilla l’acqua, i messaggio è una chiara simbiosi con il mare. A completamento del manufatto è stato studiato e realizzato un anello in marmo che oltre a cingere il corpo centrale e a far da vasca, funge come seduta per il riposo dei passanti, cosa che facciamo anche noi sedendoci per poi proseguire verso la stazione dei treni.

Ci rimettiamo in cammino e giungiamo così alla nostra meta che si trova in Piazza medaglie D’Oro, il biglietto del treno valido per un giorno fino alla mezzanotte, ha come tratta La Spezia/Levanto e un prezzo di €.7.50 per gli adulti, 6€. per gli over 70 e infine 4 €. 12/4 anni, i treni si susseguono ogni mezz’ora o ogni ora secondo le stagioni, tenete presente comunque, che in base al clima e in special modo in inverno, le corse potrebbero subire variazioni o essere anche soppresse per meteo avverso. Vi informo che vi è anche un alternativa al treno per raggiungere i deliziosi paesini, (eccetto Corniglia dove vi si può arrivare solo in treno non essendo sul mare), dicevo un alternativa è il battello, infatti da La Spezia partono le corse che approdano nelle rinomate località spezzine, ovviamente il tempo che impiegano è maggiore, tuttavia lo scenario che si può godere via mare è assolutamente impagabile. Il costo del ticket parte da una base di 12€. in A/R a persona e può variare secondo la distanza e il numero di approdi da visitare, i bimbi da 0 a 6 anni viaggiano gratuitamente e ragazzi fino agli 11, usufruiscono di uno sconto del 40%.

Il percorso in treno seppur breve ci regala panorami bellissimi per via della linea ferrata a picco sul mare, pensate che prima della realizzazione della ferrovia, queste cinque perle incastonate nella riviera ligure, erano raggiungibili esclusivamente o a piedi o via mare. Curiosità: nei limiti del possibile avendo cura del paesaggio per non deturparlo, son state costruite ben 32 gallerie per consentire con il mezzo pubblico il raggiungimento delle località. In un solo giorno considerati i tempi utili dallo sbarco dalla nave all’imbarco, sicuramente non le si può vedere tutte e cinque, ma almeno due paesini si possono visitare bene, quindi noi decidiamo di esplorare Monterosso al Mare e Vernazza, iniziando dal primo che è il borgo più grande e con la spiaggia più estesa. Le 5 Terre hanno avuto il riconoscimento Patrimonio dell’Unesco per un paesaggio di qualità eccezionale.

Dopo meno di 20 minuti di viaggio e una volta scesi dal treno, con nostro stupore notiamo che nonostante il tempo incerto Monterosso è pieno di turisti, come anticipavo è la località più grande quella più a ovest della costa, ma anche la più antica delle altre con circa 1500 residenti ed è il paesino fra i cinque, che offre più svaghi per la vita mondana notturna. E’ l’unico ad avere un enorme spiaggia di sabbia, perché le restanti quattro terre le hanno esclusivamente acciottolate, è libera da infrastrutture estive ma nello stesso sito ve ne sono altre, che durante il periodo caldo si attrezzano con lidi e quindi se ne può usufruire solo pagando l’entrata. Nell’ammirare il circondario ci colpiscono ancor di più volgendo lo sguardo verso monte, tutte le abitazioni residenziali a mò di terrazzamento che quasi sfidano la gravità, che dire, un quadro vivente, pittoresco davvero, uno scenario che non accade di vedere spesso! Una volta riunita la mia bella ciurma iniziamo con il fare tantissime foto ricordo, attimi di aggregazione allegra e affettuosa che di sicuro riempiono il cuore. Curiosità: in una delle altre spiagge e precisamente quella di Fegina che vi troverete andando sul litorale destro rispetto all’uscita dalla stazione, potrete ammirare la statua del Nettuno, chiamata il gigante dai residenti, una maestosa scultura alta ben quattordici metri!

Dopo aver ammirato lo scenario ci incamminiamo sulla Via Fegina ( a sinistra rispetto l’uscita della stazione ferroviaria) e andiamo verso il borgo vero e proprio. Questa terra fu amata dal famosissimo Eugenio Montale, infatti spesso si ritrovano nelle sue poesie citazioni della bellissima costa e di Monterosso, egli vi trascorse molto tempo della sua infanzia ma anche dell’età adulta, in quanto i suoi genitori possedevano qui una villa in stile liberty, Montale descrisse questa località come: “paesaggio roccioso e austero dal mare limpido, simile ai più forti di Calabria”. All’andata imbocchiamo il sentiero sulla destra passando fra tipici caruggi liguri e alberelli di limone, piuttosto che la galleria che accorcia il percorso, per poter godere dello scenario, ma prima di imboccarlo, attimi contagiosi di allegria ci coinvolgono, la mia dolcissima Orietta balla in strada con Riccardino 😀 che dire una ciurma eccezionale! Proprio sulla stradina a picco sul mare, un apertura nel muro di cinta in pietra, ci offre la sua grata con testimonianze d’amore, una miriade di lucchetti vi sono agganciati…Alessandra ed Erica curiosano leggendo le scritte! In prossimità dell’agorà vera e propria del piccolo centro abitato, gli affacci ci offrono scorci bellissimi tanto da lasciarci incantati.

Eccoci arrivati in Piazza Garibaldi l’unica più grande di Monterosso e dove all’ombra del verde vi è anche la statua dell’omonimo eroe rivoluzionario e da dove si diramano le viuzze con i localini caratteristici di ristoro e le gelaterie rinomate del luogo. Molto ben tenuta c’è da dire però, che purtroppo è stata rifatta dopo il tragico alluvione dell’ottobre del 2011 e che causò anche vittime in quel tragico anno, le sue strade si trasformarono letteralmente in fiumi in piena, trascinando di tutto in mare distruggendo negozi e abitazioni. Monterosso comunque nel giro di due anni, con forza e tenacia si è rialzata, ricostruendo tutto ciò che era andato distrutto e mantenendo la sua vocazione agricola con la coltivazione di viticci e rinomata produzione di vini e il suo emblema marinaro, favorito dal suo golfo protettivo per l’approdo delle barche da pesca e dei battelli, ma sopratutto e ritornato al suo splendore di sito turistico per eccellenza. Dopo aver ammiriamo il circondario ci concediamo una pausa spuntino e magari anche un gelato…Ory buon appetito, dalla tua espressione si legge la bontà del panino che stai gustando! 😉

Colmato il languore ci rimettiamo alla scoperta di Monterosso addentrandoci nel centro antico, lungo le viuzze curiosiamo anche nei negozietti e acquistiamo come nostra consuetudine dei souvenir a ricordo del luogo, proseguendo ci troviamo subito nel bel mezzo di due alte facciate impotenti. Si tratta di quelle appartenenti alla Chiesa di San Giovanni Battista e quella dell’Oratorio di Santa Maria di Porto Salvo, la prima è risalente tra il 1200 e il 1300 ed ha una facciata bicroma in marmo bianco e serpentino verde scuro, è un misto di Gotico e Barocco, il rosone stupendo sul portale ogivale che ha fra l’altro nella lunetta un prezioso affresco del XVII secolo, introduce l’ingresso al luogo sacro. Una volta entrati godiamo della vista delle sue tre navate in stile tipicamente Gotico genovese, devo ammettere che da fuori mai avrei immaginato che al suo interno, fosse celata tale magnificenza e che questo piccolo borgo marino custodiva manufatti di tale preziosità storico artistica. Imponente anche il suo quattrocentesco alto campanile merlato molto simile più ad una torre medievale, che è ubicato di fianco l’abside e risalente intorno al quattrocento.

Il tempo ci accorgiamo che è volato, siamo già in loco da due ore abbondanti per cui è ora di lasciare Monterosso e le sue case variopinte che animano i vicoletti e andare a scoprire Vernazza. Stavolta per velocizzare il percorso e far meno strada ritorniamo verso la stazione imboccando la galleria. Scavata nella roccia e rivestita in mattoni faccia vista, in sostanza è un passaggio anche carrabile oltre che pedonale, che separa la zona di Fagina dal borgo antico ed è ubicata sotto il Colle dei Cappuccini, che ospita la chiesa di San Francesco e l’annesso convento. Noi non abbiamo avuto il tempo di vistarli, ma meritano assolutamente, perché anche questo antico luogo sacro ha natali risalenti al 1600 con un altrettanto facciata stupenda al pari dell’altra chiesa all’interno del borgo, oltre a custodire opere d’arte di grande valore. Usciti dalla galleria, ripercorriamo dunque la passeggiata lungomare e giungiamo nei pressi della stazione, dove fra chiacchiere allegre attenderemo il treno che ci porterà in una manciata di minuti a Vernazza.

Una volta preso il mezzo, non facciamo neanche in tempo a salire, che ecco in tre minuti sul vero senso della locuzione dobbiamo ridiscendere 😀 ci siamo, seconda tappa Vernazza! Definito dai turisti il borgo più bello per la sua posizione, Vernazza con il suo sperone allungato sul mare, viene identificato ad una prua di nave in partenza…tanto per non cambiare eeeeeeee, rimango sempre anche nei luoghi che visito, in tema crociera 😉 Dall’alto della stazione ammiriamo la prima via che si presenta a noi, con le sue abitazioni slanciate come torri e disposte ad anfiteatro che cinge quasi come in un abbraccio la bellissima insenatura. Anche qui ci attardiamo rapiti dai souvenir esposti nei negozi presenti lungo le caratteristiche viuzze, i cappelli attirano sempre, in special modo anche me che sono una cultrice di questo capo, ma il top è Orietta 😀 che ne prova uno a dir poco eccezionale e originale. Curiosa anche l’esposizione di un cartello, che elenca i pregiati vini della zona e che desta la nostra attenzione, ci distogliamo da queste chicche perché il tempo scorre veloce e proseguiamo verso la marina, il meteo ancora è clemente con noi e nonostante il cielo minaccioso per fortuna non piove.

Tra scorci davvero pittoreschi e archi arriviamo in prossimità di un qualcosa di particolare, un passaggio scavato nella roccia che ha quasi del fiabesco e che mostra dal suo buio incavo il cielo e il mare dall’altro lato, ma che al contempo per me è anche un attimo inquietante! Praticamente è l’accesso ad una spiaggia nuova, così definita in quanto si è formata spontaneamente dopo l’alluvione del 2011, quasi un regalo della natura come a farsi perdonare della triste devastazione conseguente al tragico evento. Abbastanza titubante per via della mia atavica paura degli insetti, attraverso il percorso cavernicolo, ma vengo ripagata del sacrificio da quello che vedo aldilà, una meravigliosa spiaggetta di ciottoli lambita da un mare cristallino, uno spettacolo naturale armonioso che infonde serenità. Nel voltarmi indietro e alzare lo sguardo mi fa quasi impressione vedere le abitazioni a picco su queste rocce, ma lascia anche allibiti, il solo pensare che prima dell’inondazione quelle rocce erano il confine frastagliato, su cui si rifrangevano le onde e che non esisteva spiaggia…ovviamente foto a gò…gò per immortalare il ricordo di questa deliziosa caletta naturale.

Rifaccio timorosa sudando non poco il passaggio buio e si prosegue lungo la via principale in direzione della piazza. La troviamo dopo pochi passi e si presenta a noi delimitata dalla banchina e dal suo porto naturale, unico esistente delle cinque terre e che ingloba anche la seconda spiaggia dopo quella nuova, delle due esistenti a Vernazza. Nell’area ci sono numerosi ristorantini dove poter gustare le delizie tipiche del luogo, ma l’attrattiva che cattura lo sguardo dopo aver ammirato l’accattivante distesa marina, è su in alto sul costone, ossia la chiesa di Santa Maria di Antiochia del XIII secolo. Sempre in stile anche qui Gotico ligure, con il suo stupendo campanile ottagonale dalla cupola ogivale che fiancheggia l’abside specchiandosi anche sull’acqua, predomina e valorizza ancora di più questa parte del paesino. Curiosità: se vi recherete a Vernazza dal 22 luglio in poi, potrete assistere ad una festa molto particolare denominata Festa dei Pirati, con numerosi figuranti in costume d’epoca che simulano lo sbarco dei Saraceni in chiave allegra e scenografica. Da segnalare anche se avete tempo a sufficienza, il famoso Percorso Azzurro che si snoda per qualche chilometro fra bellissimi uliveti e rigogliosi vigneti.

Lasciamo la parte marina e risaliamo su verso l’interno del borgo, imboccheremo sulla destra una viuzza in cui ci arrampicheremo faticosamente in salita e percorrendo molti scalini che ci porteranno in cima, potremo così vedere la Torre di Belforte parte del preesistente Castello di Doria, il sacrificio vi assicuro ne vale la pena, in quanto il panorama che si gode da questa altura lascia stupefatti. La visita alla terrazza del castello costa 2€ e si può accedere anche all’interno della torre salendo una lunghissima e stretta scala a chiocciola, una volta in cima ammirare tutto il circondario nella sua completezza e una visone globale del territorio davvero non ha prezzo! Risalente all’XI secolo, questo era per eccellenza il punto fortificato di osservazione e difesa della città, ma anche di tutta la costa, la roccia su cui è stata eretta è alta circa 70 metri. Concludiamo qui il nostro tour a malincuore, è ora di rientrare perché ci attendono moltissimi chilometri di strada per far rientro alle nostre residenze e quindi ci dirigiamo verso la stazione. Venti soli minuti di un treno peraltro…aiuto…affollatissimo, e siamo alla stazione di La Spezia. Data la stanchezza a causa del lungo girovagare ci sediamo, nell’attesa che i nostri uomini vadano a recuperare le macchine lasciate ad inizio viaggio, in uno dei parcheggi offerti in convenzione con la crociera.

Ringrazio la splendida e allegra ciurma di croceristi MSC Fan compagni stupendi di viaggi e avventure, con cui abbiamo trascorso momenti indimenticabili sia a bordo nave che durante le escursioni e in particolar modo le mie meravigliose amicuzze del cuore Teresa e Orietta. Affermo inoltre che abbiamo goduto di una minima parte di un itinerario che meritava di essere esplorato tutto e che va visto almeno una volta nella vita, ma in ogni caso pur avendo scoperto solo due di queste perle liguri, rimane nell’animo qualcosa di magico che ci fa capire quanto la natura evolvendosi sia stata generosa nel regalarci questi scenari magici e poi in fondo come affermo sempre, lascio qualcosa dell’esplorazione e poterci così ritornare presto per aggiungerla al resto.

Ciao e alla prossima tappa con   MSC Crociere e se vuoi scoprirla stay tuned on Ricopennaselvaggia!

The end, e la nave va… 😉

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