Un sabato in tour alla scoperta di Palazzo Madama, delle sale dei Musei Vaticani e del culmine conclusivo con l’ammaliante Cappella Sistina! Parte prima – Palazzo Madama e dintorni.

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PARTE PRIMA – ALLA SCOPERTA DELLE SPLENDIDE SALE DI QUELLO CHE UN TEMPO FU IL SALOTTO CULTURALE DI MARGHERITA D’AUSTRIA – IL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA PALAZZO MADAMA – 6 ottobre 2018 – Prima di passare al racconto di questa meravigliosa giornata all’insegna della cultura, faccio una piccola premessa, ho deciso di dividere in due parti il mio foto-reportage, in quanto la moltitudine di cose da esporre con lo scritto avrebbe reso l’articolo troppo lungo e giustamente dispersivo di ogni sito importante oltre che sicuramente tedioso nella lettura. Dopo il preambolo eccomi dunque a raccontarvi di un sabato in tour nella Città Eterna, la meravigliosa e sempre strabiliante capitale d’Italia! Un po’ alla volta aggiungo pezzetti al mio visivo e mentale “puzzle”  Roma, inserendo “tesserine” nuove dei meravigliosi suoi siti con architetture millenarie o Musei che celano valori storici ineguagliabili.

Così dopo aver rinunciato diverse volte, giorni addietro decidiamo finalmente di prenotare online una visita ai Musei Vaticani e alla stupenda Cappella Sistina. Avevamo sempre desistito dall’intento per via delle file chilometriche e interminabili, dunque per bypassare il problema abbiamo optato per una soluzione più veloce, il biglietto acquistato previa prenotazione online di cui vi spiegherò nella seconda parte in un altro articolo. Sicuramente espediente più costoso ma tuttavia positivo perché consente di non fare anche più di tre ore di attesa per entrare. E visto che ci troviamo, a proposito di altri siti da poter visitare nello stesso giorno, sul web scopriamo che è disponibile alla visita pubblica un edificio storico di notevole importanza e abbiniamo al nostro tour anche la scoperta di Palazzo Madama, attuale sede del Senato della Repubblica.

L’entrata nell’importante sito è gratuita e si può effettuare tutti i primi sabato del mese, non c’è alcuna preventiva prenotazione, ne’ il Senato si avvale di operatori turistici o promozioni per le visite, ma ci si reca sul posto e si ritira il ticket. Una volta compiuto questo iter, se c’è in atto già un gruppo di 30 persone in fila, il personale addetto vi comunicherà l’ora dell’inizio della visita seguente. Il tutto avviene con intervalli di massimo trenta minuti e dalle 10.00 alle 18.00, vi avverto inoltre che è richiesto un abbigliamento decoroso ed è vietato fare fotografie. Ritiriamo dunque i nostri biglietti d’ingresso con stampigliato l’orario di appuntamento e visto che ancora sono le 9.30, avendo a disposizione due orette, decidiamo di andare a vedere qualcos’altro, piove copiosamente ma nulla importa siamo duri e tenaci, resistiamo e sfidiamo il tempo, quando si tratta di vedere cose belle ma sopratutto culturali non molliamo! 😉

Lasciamo il palazzo e data la partenza dalla nostra residenza avvenuta di buon mattino, diamo la precedenza ad una lauta colazione in un rinomato bar, spostandoci nella vicina Piazza Navona e poi una volta rifocillati e bevuto un caffè, andiamo alla scoperta di angoli di Roma ancori non visti. All’uscita dall’esercizio pubblico notiamo che è aperto l’ingresso alla chiesta di Santa Agnese in Agona, posta proprio davanti alla stupenda Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini, sinceramente confesso che nonostante sia stata in questa famosa piazza innumerevoli volte, non ho mai trovato fruibile l’accesso all’edificio religioso e quindi non ho avuto occasione di visitarla, per cui ne approfitto.

Una volta al suo interno il mio stupore è stato grande, dall’esterno con la sua facciata lineare, semplice, stretta tra i due campanili, poco decorata e quasi discostante dal barocco che identifica il secolo della sua costruzione, davvero non lascia immaginare cosa cela fra le mura! Appena varcata la soglia di questo impianto a croce greca credetemi ci si resta basiti ed io come sempre mi blocco con il naso all’insù per diversi minuti e con gli occhi che roteano nervosamente a caccia e nel tentativo di carpire bene, (cosa quasi impossibile per l’occhio umano), tutto l’insieme del suo interno sontuoso, intorno a me ovunque mi giri è un tripudio di oro.

Un rincorrersi di fregi, archi, volte dorate, marmi e altari, mi hanno rapito come sempre e quasi sgomenta per cotanta bellezza ho barcollato e mi son dovuta necessariamente sedere su una panca, per continuare l’ammirazione al luogo. La sua pianta ottagonale mi rimanda alla continuità della navata centrale nei quattro bracci, di cui uno ingloba abside e transetto e che mi si presenta di uno sfarzo pazzesco. Stupita sempre più, a lungo mi son soffermata con lo sguardo fisso anche sugli affreschi nei pennacchi della cupola, credetemi, sembra vogliano prendere vita, tale è la brillantezza e la resa delle masse ad opera di pennellate sapienti.

Volgendomi dietro verso l’ingresso, scorgo un organo a canne sopra la cantoria e che predomina di fronte all’altare, per le note soavi e vibranti che produce adoro questo strumento, nell’ascoltarlo scuote emotivamente il mio animo. Davvero servirebbero fiumi di parole per descrivere tutto ciò che ha al suo interno Sant’Agnese e che di sicuro emoziona, mi fermo per non togliervi il gusto di scoprirla se vi ci recherete, mi limito ad aggiungere soltanto, che fu commissionata da Innocenzo X Panphili, appartenente alla omonima ricca famiglia strettamente intrecciata con la politica pontificia. La stessa aveva altri possedimenti nella piazza e la chiesa in origine era la cappella privata di questi nobili umbri (precisamente provenivano da Gubbio), che la vollero con un accesso interno e comunicante tramite un passaggio segreto con la loro residenza, difatti adiacente vi è proprio Palazzo Panphili.

Lasciamo la chiesa e sotto una fitta pioggia ci spostiamo verso un altra famosa piazza di Roma. Tra la Via de Giubbonari e Piazza della Cancelleria c’è un luogo davvero storico e triste al contempo, Campo De’ Fiori. Oltre ad essere un memorabile e folkloristico mercato di giorno e un punto cruciale per la movida notturna, in passato è stato tristemente il palcoscenico di esecuzioni capitali pubbliche, impiccagioni e patiboli, fra cui il compimento della condanna a morte del personaggio raffigurato nella statua che campeggia al centro della piazza. Si tratta del filosofo Giordano Bruno, che fu messo al rogo per eresia nel ‘600, proprio nel medesimo punto in cui si trova il bronzo oggi.

Ma oltre lui, a memoria di altri giustiziati, sul basamento spiccano anche: i medaglioni con l’effige di eretici famosi, dei pannelli scultorei con scene di vita dello stesso Giordano Bruno e una scritta molto significativa per mano del filoso e politico italiano Giovanni Bovio che recita così: “A Bruno il secolo da lui divinato, qui dove il rogo arse!” Curiosità: Campo De’ Fiori in quell’epoca era un enorme area perimetrata da una fila di palazzi appartenenti alla famiglia Orsini, con al centro un prato fiorito da margherite, papaveri e nontiscordardimé, da ciò assunse questa dominazione.

Il tempo scorre veloce e le 11.30 son prossime, è ora di andare, dunque lasciamo la piazza e ci incamminiamo verso Palazzo Madama. Durante il percorso fra i molti edifici religiosi lungo la strada, suscita la mia attenzione una chiesetta stretta, stretta e alta, decisamente “incastrata” fra due palazzotti, che dire…Roma è unica e solo in questa città credo si possano ammirare cose davvero inconsuete e rare! 😀 La pioggia non ci da tregua ma imperterriti proseguiamo in direzione dell’edificio del Senato.

Una volta giunti sul luogo, come vi ho già anticipato assieme ad un gruppo composto da 30 persone, facciamo il nostro ingresso coadiuvati nel tour dalla guida che ci illustrerà e racconterà i principali aspetti storici, artistici e istituzionali delle sale di rappresentanza e ammireremo quelle più suggestive oltre che più importanti. Visiteremo dunque solo il plesso Madama e non l’annesso Palazzo Giustiniani e per motivi logistici ometteremo anche qualche ambiente, il tour avrà la durata di circa cinquanta minuti.

ATTENZIONE! All’interno è severamente vietato scattare foto ed è necessario spegnere il telefonino oltre che depositare trolley o zaini di dimensioni grandi, son consentite le borsette da signora e infine viene effettuato il controllo di sicurezza, ossia si passa sotto l’archetto metal detector prima di iniziare la visita. Pertanto tutte le immagini degli ambienti interni che vedrete di seguito, non sono opera della mia fotocamera ma son state tratte dal tour virtuale presente nel sito ufficiale del  Senato e a cui appartengono tutti i diritti di copyright. Qui sul mio sito visionandole da smartphone vi appariranno tagliate per le dimensioni del display, basta fare tap sulla foto e si apre per intero, consentendovi la visione totale.

Dunque dopo i controlli, dopo aver fatto impazzire come sempre la sicurezza e il metal detector, che allarma come mai per via delle numerose forcine che ho in testa nella mia capigliatura, e alla fine di questo momento che suscita sempre ilarità, (ma ormai ci sono abituata negli aeroporti ogni volta è una tragedia 😀 ), finalmente entriamo nel cuore del palazzo seguendo la gentile e professionale guida, di cui ammiro l’impeccabile, elegante e austera divisa. Ci introduce con la sua narrazione il preambolo storico su questo importante edificio, che è stato fin dal ‘400 il fulcro di avvenimenti che arrivano fino ai nostri giorni.

Le sue origini risalgono al XV secolo ed oggi perpetua l’allora sede del Senato Romano a quella dell’attuale del Senato della Repubblica Italiana, centro nevralgico della politica. Non vi descrivo tutti i passaggi delle nobili famiglie che si sono succedute prendendone possesso, perché è una storia lunga e macchinosa e passo direttamente a raccontarvi una chicca. Questa sede importante acquisisce il nome di Palazzo Madama per via di Margherita D’Austria, che ereditò l’usufrutto dell’immobile alla morte del marito Alessandro De’ Medici avvenuta nel 1537 e che trasformò l’edificio in un vero e proprio salotto culturale. Per la sua finezza, per l’eleganza, ma anche perché la gentile signora era molto bella, veniva menzionata non con il suo nome di battesimo, bensì con l’appellativo “la madama” e da qui il titolo all’importante edificio.

Ma vi svelo che ho scoperto un altra chicca legata al nome di questo storico immobile, sapete perché spesso quando arriva la polizia, a Roma si dice arriva la Madama? No? Allora vi erudisco! 😀 😉 Con stupore l’ho appreso proprio dal racconto della guida, in sostanza era una locuzione malavitosa che poi è divenuta di gergo locale e abituale, in quanto nel 700 all’interno dell’edificio, vi erano collocati oltre gli Uffici del Tribunale anche la sede della Polizia dello Stato Pontificio, che ovviamente eseguiva arresti di gente poco raccomandabile o che trasgrediva la legge, et voilà svelato l’arcano del pittoresco pseudonimo dato dai più alle Forze dell’Ordine, pseudonimo spesso in uso anche a tutt’oggi.

Dunque superati i controlli con il mio comico e non inosservato passaggio nel far suonare l’archetto del metal detector (come vi ho spiegato precedentemente), ci troviamo subito nel Cortile D’Onore punto da dove inizierà il nostro tour a Palazzo Madama. Fedele all’originale questo spazio all’aperto mantiene il suo primario stile Rinascimentale, mentre ascolto la spiegazione della guida al contempo ammiro le sei colonne adorne in cima da capitelli seicenteschi. Al centro dell’area vi è una statua realizzata dallo scultore Emilio Greco e lungo tutto il perimetro corrono i sarcofagi lapidei di origine romanica, ma la pavimentazione è la parte che più mi attira, bellissimi marmi policromi si incrociano in disegni geometrici. Lasciamo il Cortile e  al di la di pochi gradini della scala d’ingresso, comincio a rimanere strabiliata per quello che vedo!

Dopo aver percorso una parte di un lussuoso corridoio entriamo nella Sala Maccari. Credetemi mi blocco a bocca aperta come un allocca, eppure di siti storici regali e pomposi ne ho visti nel mio girovagare intorno al mondo, ma resto sempre colpita come fosse la prima volta, un area dalla solennità e bellezza inestimabile è ciò che vedo, giganteschi e stupendi affreschi sulle pareti ne completano il prestigio. Intenta ad osservare mentre la guida spiega, apprendo che il nome dato è in onore proprio all’artista che ha realizzato cotanta bellezza nei dipinti, che rappresentano le scene degli accadimenti più rappresentativi dell’antico Senato Romano.

L’autore fu Cesare Maccari che nell’800 vinse il concorso appositamente bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione per l’abbellimento di questa sala. Il suo abbinare il cromatismo dei colori dell’affresco, con il mobilio e le suppellettili è davvero magistrale e sapiente, tonalità chiare e sobrie danno alla stanza una luce vivida e particolare, per culminare nel soffitto che include quattro medaglioni rappresentativi di figure allegoriche e con al centro uno sfarzosissimo lampadario di Murano. Oggi questa sala viene utilizzata dai politici come sala da lettura dei quotidiani, infatti di norma vi sono sempre al centro sul bellissimo tavolo ligneo, numerosi quotidiani. Non aggiungo altro alla descrizione, come sempre mi fermo qui per non togliervi la sorpresa di scoprire dell’altro se vi ci recherete.

Proseguiamo la visita e dopo altri pochi metri di corridoio facciamo il nostro ingresso nella Sala Garibaldi. In passato denominata sala dei re, oggi prende il nome dall’Eroe dei Due Mondi, infatti il suo busto marmoreo imponente fra quello di Camillo Benso di Cavour e quello di Vittorio Emanuele II, domina su un lato dello stanzone. La destinazione d’uso è rimasta identica a quella di epoca romana e ossia è una sala di rappresentanza dove si riuniscono i senatori, durante le pause dai lavori legislativi.

Volgo lo sguardo in alto e ammiro oltre il resto, uno stupendo soffitto ligneo a cassettoni e il fregio che corre lungo tutto il perimetro della stanza, datato intorno al ‘600, racconta scene sul pontificato di Leone X. Una chicca 😉 se riuscite e vi consentono di farlo, scostate la tenda e sbirciate dalla prima finestra, potrete vedere la Torre dei Crescenzi, una fortificazione/dimora dell’omonima potente famiglia e che se la fece costruire come punto di vedetta per controllare gli antichi moli di Roma e Ponte Emilio, di modo che al passaggio dei commercianti romani ma anche di gente comune, poteva riscuotere danari obbligandoli ad un pedaggio.

Lasciamo questo ambiente Garibaldino e entriamo nella Sala del Risorgimento e come ci anticipa il nome oltre al bellissimo soffitto a cassettoni risalente al periodo che da il nome alla stanza e ad un mobilio pregiato ed elegante, in splendide opere appese alle pareti non possono che esserci raffigurati tutti i più importanti personaggi di questa epoca di rinascita nazionale, fra cui: Cavour, Mazzini, Garibaldi e Vittorio Emanuele.

Attraversiamo una porta e senza percorrere il corridoio iniziale, ci troviamo direttamente nella Sala dello Struzzo. Elegantissima ex Sala Umberto ha cambiato denominazione proprio per la figura di questo animale raffigurato con una corona in testa e lo stemma dei Medici unito al collo da un nastro, l’emblema si trova al centro del soffitto, incastonato in uno dei cassettoni lignei risalenti al XVI secolo. Completano la bellezza del sito due pregiatissimi arazzi e due oli su tela. 

La Sala Pannini è l’elegante area che vediamo ancora a seguire, prende il nome anche questa dal suo affrescatore ed è un ambiente che accoglie nei giorni di Seduta, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Parlamentari. Una particolare attenzione e osservazione ho voluto dedicarla alla pavimentazione di Palazzo Madama, in tutte le sale e i corridoi dell’edificio è presente un parquet lucidissimo e ben conservato, che contribuisce alla preziosità di questo storico immobile.

La scoperta dell’edificio prosegue e dopo aver lasciato la Sala Pannini eccomi davanti l’ingresso del pezzo forte di tutto il palazzo, l’ambiente più importante ma sopratutto dove si prendono decisioni altamente fondamentali per governare l’Italia, l’Aula Legislativa di Palazzo Madama. Non vi descriverò tutto l’iter che gravita attorno a questo ambiente, perché davvero ci vorrebbero decine di righe, inoltre preferisco lasciarvi come mia abitudine nei reportage che redigo, la sorpresa di scoprirlo ma anche l’interesse di poterlo ascoltare dalla descrizione dettagliata e completa della guida se vi recherete in visita a Palazzo Madama, mi limiterò a illustrarvi giusto qualche punto saliente e qualche chicca.

Il Senato della Repubblica è dunque un aula dove si svolgono le assemblee legislative e che assieme alla Camera dei Deputati forma il nostro Parlamento Italiano, entrambe le Camere hanno gli stessi poteri e sostanzialmente non ci sono grosse differenze giacche vige il bicameralismo perfetto. L’aula è interamente tappezzata di rosso e a dir il vero nel vederla in TV, la immaginavo molto più grande, invece ha dimensioni abbastanza contenute. Ogni posto degli scranni è dotato di una targhetta in ottone che identifica il senatore che vi siede, ha un loggione dove hanno accesso gli addetti stampa durante le sedute e dove anche volendo vi possono assistere i privati cittadini, quest’ultima facoltà però necessita di previa autorizzazione o via Fax o via posta, all’indirizzo che potrete trovare sul sto ufficiale di Palazzo Madama. Curiosità: in origine l’aula era tappezzata in azzurro, colore del Vessillo di Casa Savoia in passato proprietaria dell’edificio.

Senza volere assolutamente sottovalutare l’operato primario e importante che si svolge nell’aula, due aspetti lavorativi in uso nell’ambiente hanno suscitato la mia curiosità oltre che interesse, il sistema di votazione e la centenaria stenografica Macchina Michela. Il sistema di votazione come vedete nelle immagini sottostanti (basta fare tap sulla foto e si apre per intero), avviene ovviamente in segreto e attraverso una fessura presente in ogni postazione degli occupanti aula.

L’apposito piccolo spazio incavato sul piano, contiene tre pulsanti: uno per il si, uno per il no e l’ultimo per l’astenuto. In sostanza il politico inserisce la sua card identificativa in cima al display che ha sul suo scranno personale e poi una volta introdotta la mano nella fessura, pigia il tasto di sua scelta e vota dunque in segreto. Il risultato delle votazioni appare su riquadri presenti in entrambi i lati dell’ambiente e frontalmente, quest’ultimi durante la votazione, tramite accensione dei led rossi presenti sul pannello che raffigura la pianta fedele alla dislocazione dei posti a sedere nell’aula, danno il resoconto visivo del totale dei votanti e di chi si è astenuto.

Ma lo strumento che mi ha incuriosito di più è stata la Macchina Michela. Viene utilizzata da esperti stenografi fin dai tempi della sua invenzione, registra tutto ma proprio tutto nel vero senso della parola, dunque per tutto intendo qualsiasi cosa si dica o accada durante le sedute, comprese le liti 😀 Si basa su un sistema di stenotipia (metodo di abbreviazione della scrittura tramite l’uso di una macchina) ideato nel 1862  dopo decenni di studio dal Professor Antonio Michela e ad oggi utilizzata nella sua versione computerizzata.

Ha 20 tasti simili a quelli di un pianoforte e ad ognuno è associato un simbolo grafico e un valore fonico, raggruppati in 10 per la mano sinistra e 10 per quella destra e dove oltre alla autonoma trascrizione fonetica in base al suono delle parole, gli addetti digitano soltanto in sillabe. La macchina è in grado di trasformare un intero dibattito parlamentare in poche righe e in tempi da primato, ogni stenotipista lavora con turni di 5 minuti e ad ogni termine si reca in un apposita stanza annessa all’aula e estrapola la bozza del resoconto, avvalendosi dello “scontrino” che ne ha stampato le sillabe delle parole. Pensate un po’, ore e ore di dibattiti condensati in sigle, che vengono redatti trasformando la bozza in discorso corrente e comprensivo in solo mezz’ora o quaranta minuti al massimo, un vero record e un primato a livello mondiale!

La nostra visita a Palazzo Madama si conclude con la Sala dei Postergali, che occupa una zona dell’edificio dove un tempo sorgeva la chiesa di San Salvatore in Thermis, una sala di passaggio ma che ha un elemento davvero particolare e che ho osservato attentamente, un maestoso lampadario in ferro battuto con ben 32 punti luce. Apprendo dalla guida che è un opera di Alberto Gerardi e che pensate un po’, anche se a prima vista non sembrerebbe, non ha nessuna saldatura ma è tutto un gioco di incastri!

Lasciamo il palazzo percorrendo il Monumentale Scalone di San Luigi dallo splendido cassettone ligneo datato XVI secolo e prima di imboccare l’uscita e accomiatarci dalla preziosa e professionale guida, veniamo omaggiati di un opuscolo con il testo della Costituzione Italiana e di un note.

Salutiamo, ringraziamo e andiamo via davvero appagati. E’ stata un altra visita interessantissima di un edificio quattrocentesco appartenente alla Roma bella e storica e che oltre la cultura, ha deliziato anche i miei occhi di magnificenze artistiche e architettoniche, sarò ripetitiva nei miei reportage ma è pura verità, quando affermo e ribadisco che per me ogni volta è un emozione grande toccare con mano e vedere ciò che ho studiato sui libri del liceo o i testi universitari.

Usciti da Palazzo Madama è ora di pranzo, dunque decidiamo di fare una pausa, uno spuntino veloce ci sta bene ma è anche l’occasione per sederci e riposare qualche minuto dopo tante ore in piedi, prima di proseguire la nostra giornata in tour. La pioggia continua incessante ma non ce ne curiamo e così ci fermiamo in una localino aperi/pranzo a consumare un ottimo aperitivo con gustosissimi stuzzichini per poi concludere con un buon caffè. Dopo la pausa ci rimettiamo in cammino verso la nostra prossima tappa, l’ambita visita ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina.

Stay tuned to be continued 😉 …

N.B.  Il foto-reportage di una bellissima e interessante giornata trascorsa in tour nella Città Eterna, segue nella seconda parte al link che vi metterò a breve. POTRETE TROVARE NEL PROSSIMO ARTICOLO LA DESCRIZIONE DI UNA VISITA IN UN ALTRA VERA E PROPRIA OASI DI ARTE E STORIA MILLENARIA, QUALE E’ LO STATO DEL VATICANO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 Responses

  1. Filomena
    | Rispondi

    Ho letto tutto d’un fiato. Hai perfettamente ragione, Roma è meravigliosa. Grazie per questo meraviglioso racconto.

    • Rita Cosentino
      | Rispondi

      Ciao e grazie di cuore Filomena, non posso che essere felice che tu lo abbia trovato interessante…un bacione grande! 🙂

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