UNA SETTIMANA IN TOUR A CAVALLO DELL’ ULTIMO DELL’ ANNO E L’ INIZIO DEL NUOVO NELLA PIÙ ESTESA REGIONE ITALIANA. LA LOMBARDIA DAL FASCINO UNICO PER UNA MORFOLOGIA CHE OFFRE SCENARI PAESAGGISTICI DELIZIOSI CHE VANNO DALLE ALPI ALLE RINOMATE COLLINE, DALLE DISTESE PIANEGGIANTI AI SUOI LAGHI E DALLE STORICHE CITTÀ AGLI INCANTEVOLI BORGHI! 30 Dicembre 2018 – 6 Gennaio 2019 Segue dalla prima parte Cernusco e Monza , dalla seconda parte Cernusco e Como, dalla terza parte Bergamo Alta e dalla quarta parte Milano. Oggi vi porto virtualmente con me ad Arese per visitare il Museo Storico dell’Alfa Romeo, un luogo unico dove mito e futuro si fondono in un prestigioso connubio.
Un altra giornata lombarda alquanto freddina e con un pallido sole, la impieghiamo per una visita ad un luogo amato per il suo marchio dai miei tre “uomini”. Nel primo pomeriggio ci mettiamo in macchina alla volta di Arese, un comune a circa 15 km a nord-est di Milano e dove nella sua prima periferia è ubicata la sede storica dell’Alfa Romeo. Sarà per noi un tuffo tra passato, presente e futuro di ciò che ha fatto la storia di questa straordinaria casa produttrice di autovetture dallo stile inconfondibile.
Il museo si può facilmente raggiungere da molte direzioni dell’hinterland milanese, anche con i mezzi pubblici. Si trova precisamente vicino l’area Expo del 2015 ed è fruibile alla visita tranne il martedì, i restanti giorni della settimana dalle ore 10.00 alle 18.00. Il costo del biglietto d’ingresso è di €.12 l’intero, €.10 il ridotto e €.5 dai 6 ai 18 anni accompagnati da un genitore. Da Cernusco sul Naviglio nostra base d’appoggio, son circa 34 km e così dopo una cinquantina di minuti eccoci sul luogo. Ci anticipa la Casa del Biscione, un enorme rotatoria con il famoso marchio e uno specchietto gigante annesso all’edificio del museo.
L’area dedicata ha un ampio parcheggio dove vi lasciamo la nostra autovettura e mentre ci incamminiamo verso l’ingresso, ecco un primo pezzo d’autore. Una stupenda Alfa 4C rosso fiammante, la sportiva per eccellenza della nota Casa Produttrice, con anche un passato agonistico, rinomato negli annali dell’antologia del motorsport. Non posso fare a meno ovviamente di una foto di fianco al bolide, le spider mi hanno sempre appassionato! Ci avviamo all’ingresso camminando sotto un gigantesco alettone da macchina da corsa, perfetto e fedele nella sua aerodinamicità a quelli montati sulle vetture.
Appena entrata mi attirano subito un paio di SUV Stelvio esposte, hanno una livrea davvero originale. Proseguiamo il tour e iniziamo ad entrare nel vivo delle auto storiche, fa da apripista una Giulietta SZ giallo paglierino, una vettura sportiva prodotta tra il 1960 e il 1963, le due lettere SZ stanno per Sport Zagato.
Questo modello venne prodotto in pochi esemplari, solo 210 e in due versioni. La SZ chiamata dai neofiti “coda tonda” per la parte retrostante tondeggiante e l’altro modello “coda tronca” perché posteriormente spigolosa e appunto tronca per favorire l’aerodinamicità. Curiosità: un esemplare della SZ risalente al 1962, abbandonato da oltre 30 anni in un garage dal proprietario peraltro ormai defunto, è stato recuperato e venduto all’asta per un costo di €. 567.000.
Ed eccomi davanti alla parete con appesi i famosi loghi adottati dalla casa produttrice, una rappresentazione cronologica delle varie modifiche nel corso degli anni fino ad arrivare a quello attuale. Proseguendo nella prima sala espositiva guardo incuriosita una storica macchina che al suo debutto nel 1976 al salone di Ginevra, appariva come futurista.
Si tratta dell’Alfa Romeo Navajo, un 8 cilindri per 233 cv. Su progetto di Bertone e Pininfarina, assieme anche alla P/33 nell’immagine subito dopo, sono vetture sportive a cuneo, scaturite da attenti studi aerodinamici comprensivi di spoiler posteriori per incanalare l’aria calda, splitter anteriori e fari a scomparsa, che andavano tanto di moda in quegli anni.
In una sala attigua, vi sono esposti anche motori aerei facenti parte del blocco storico Alfa Avio. Sono antichi propulsori risalenti alla collaborazione con l’Aeronautica Italiana e rappresentano infatti i primi passi di questa azienda, che iniziò proprio da questi componenti. Continuiamo la nostra scoperta all’interno del museo che offre anche aree interattive, per accedere alle sale con altri pezzi storici saliamo di un piano in scala mobile, e lo facciamo letteralmente all’interno del gigantesco specchietto retrovisore, che avevamo scorto dall’esterno dell’edificio.
Curiosità: la fama della casa del Biscione, l’iconico serpente verde, parte dal suo acronimo Alfa che significa, Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Il suffisso Romeo arrivò in un secondo tempo, con l’acquisto del marchio da parte di Nicola Romeo, un ingegnere napoletano che fondò la S.A.S. & C. con sede a Milano e che quando nel 1015 entrò in azienda, cambiò appunto la denominazione in Alfa Romeo. E’ risaputo che senza il suo apporto, la nota Casa sarebbe già scomparsa nel primo decennio del secolo scorso.
Entriamo nel vivo dell’epoca storica dell’Alfa, ci affacciamo dunque al livello della Timeline, tuffandoci in una passeggiata che va indietro nel tempo. Qui si possono ammirare i primi modelli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia, nel costume e nella politica dell’Italia, automobili con motore a manovella e non, impensabili al giorno d’oggi, ricche di fregi in oro e curati sedili in pelle. Mi appaiono quasi sfacciate nel loro design e come uscite da un fumetto o da un cortometraggio d’epoca in bianco e nero.
Passiamo subito dopo al secondo livello Bellezza, dove il lusso e l’eleganza anche degli interni nonostante l’epoca, la fanno da padrone. Vi sono leggendarie automobili scintillanti nelle loro carrozzerie impeccabili, modelli di gran classe e di ogni genere, ma anche prototipi e fuori produzione, che hanno segnato un epoca e protagonisti nelle scene di note pellicole da film. Talmente belle, mi hanno rapito a tal punto che ci andrei tranquillamente in giro anche al giorno d’oggi.
Il terzo livello Velocità è un vero e proprio trionfo delle competizioni agonistiche targate Alfa Romeo. Un cuore sportivo fatto di uomini, automobili, vittorie e tecnologia, ma anche di personaggi iconici, sconfitte, dolori, passioni e coraggio. Sensazioni che si fondono tutte all’unisono mentre immagino le scene delle gare, nell’ammirare queste auto e i prototipi e che certamente evolvendosi nel tempo, hanno contribuito a rendere sempre più affidabili e sicure le vetture da competizione.
Veicoli leggendari a partire dal primo da corsa, la famosa LR che vinse nel 1923 la Targa Florio, fino ad arrivare alle contemporanee F1. Nello spazio espositivo tramite una rotazione continua si può apprendere in ordine cronologico, con l’ausilio di una proiezione filmata sul lungo led-wall, tutta la storia appartenente alle preziose auto da corsa e alle varie denominazioni delle scuderie che si sono susseguite.
Concludiamo il giro con gli Oculus. Entrando al loro interno si calza un visore di realtà virtuale, che ci consente di assistere ad una proiezione sensazionale, coinvolgendoci nell’ebrezza della velocità sulla pista Balocco, durante le prove a bordo di una 4C. Ci spostiamo ad un altro piano per concludere la nostra visita con ultima chicca emozionante e attendiamo l’ascensore davanti ad una parete molto originale e particolare. Era arredata con centinaia di modellini Alfa in scala ridotta, che spettacolo, mi piacerebbe averne una simile in casa!
Saliamo di un piano ed entriamo nel Cinema 4D. Vivremo un frammento di una emozionante e mozzafiato millemiglia, una delle corse più belle da sempre, accomodati in poltrone interattive e con occhiali appositi. Il tutto corredato anche da spruzzi d’acqua sui nostri visi, nel momento in cui le auto sfrecciavano sulle pozzanghere. Vi confesso che la visione 4D è stata talmente reale, che ho riso e al contempo avuto paura, infatti spesso ho chiuso gli occhi…sono una fifona!
Prima di lasciare il museo diamo un occhiata al Logo Shop Alfa, qui ci siamo letteralmente persi, una miriade di gadget carinissimi oltre le varie pubblicazioni sulla nota Casa di Produzione Automobilistica. Ovviamente abbiamo fatto incetta di souvenir loggati con il Biscione.
La nostra visita a questo interessantissimo museo termina, ne esco e prima di andar via verso la nostra auto scatto un ultima foto allo specchietto gigante, in cui vi ero un ora prima, transitando sulla scala mobile. Davvero divertente è la sensazione che ho provato sia osservandola dall’esterno che una volta al suo interno.
Come sempre non vi ho descritto tutto ciò che ho visto con la visita al museo, per lasciarvi la sorpresa di scoprirlo da voi se vi ci recherete. The end! La quinta tappa del mio tour a cavallo dell’ultimo dell’anno finisce qui, ma se vorrete scoprire la prossima, ogni tanto date un occhiata al sito.
E allora ciao e vi do appuntamento alla quinta parte che redarrò presto, stay tuned on Ricopennaselvaggia… 😉
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