DISCOVERY PONZA PARTE PRIMA – L’isola più affascinante e la più estesa dell’Arcipelago Ponziano.

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PONZA  VACANZE SETTEMBRINE ALLA SCOPERTA DI QUESTA MERAVIGLIOSA ISOLA DEL SUO MARE DELLE SUE COSTE E DELLE SUE SORELLE MINORI –  PARTE PRIMA – 15/09/2020 – Settembre per me e la mia famiglia è sempre stato il momento giusto dell’anno, da riempire con viaggi oltre oceano, infatti proprio il 28 di questo mese saremmo partiti per New York. Avremmo trascorso i primi quattro giorni in un appartamento preventivamente prenotato a Manhattan, sfruttandoli per visitare la Grande Mela. Il 2 ottobre ci saremmo poi imbarcati su una nave, per una crociera della durata di dodici giorni. Ci avrebbe permesso di godere di un meraviglioso itinerario alla scoperta degli USA e del Canada. La pandemia che ha colpito quasi tutto il mondo compresa la nostra Nazione, ha cancellato ogni sorta di viaggi, tuttavia confidando in un futuro di ripresa, voglio sperare che questa vacanza sia solo momentaneamente rimandata! 😉

In virtù di quanto ho esposto nell’incipit, dopo la fine del lock-down, gradatamente ci si è avviati verso una lenta ripresa, potendoci così finalmente muovere dalle nostre residenze, sempre con le dovute cautele e protezioni ed entro limitati confini. Per quanto mi riguarda ho scelto di rimanere in Italia e ho trascorso ad agosto, più di due settimane fra un villaggio nella mia Calabria e una deliziosa Luxury Suite/appartamento a Reggio. Ma come da tradizione, non potevamo non onorare anche questo settembre, dunque una gita dal sapore (forse) di chiusura della stagione estiva ci sta bene. Si decide così di fare una “vacanzina” per sopperire alla mancata “vacanzona” oltre oceano, e allora dove si va? Magari su un’isola? Fra marittime, lagunari, lacustri e fluviali, l’Italia ne è davvero ricca e visto che il caldo persiste, invoglia ancora ad andare al mare! 😉 Di sicuro tra le tante la scelta sarebbe potuta risultare difficile, se non avessimo da diverso tempo progettato di andare a Ponza, ma poi sempre rimandato per problemi improvvisi.


Aggiudicata all’unanimità come meta Ponza, detto fatto et voilà, in soli tre giorni pianifico il tutto. Acquisto online i biglietti dei mezzi acquatici e prenoto versando la caparra, l’appartamento sull’isola, dunque si parte! 😀 Faremo l’andata di prima mattina con Motonave Jet Agostino Lauro e il ritorno a fine vacanza su Formia, con il Traghetto Tetide. Un trolley preparato velocemente ed eccoci il giorno seguente in quel di Anzio, il meteo è a nostro favore, su di noi c’è il sole e nessuna nuvola all’orizzonte. Fa già un gran caldo alle 8.00! Una volta effettuato il check-in, visto che il Jet è già in porto, si entra a bordo. Via si va, partiti in perfetto orario, si naviga veloci alla volta dell’isola, scivolando su un mare liscio come l’olio. Dal finestrone osservo e fotografo lo skyline di questo porto e località balneare, nell’antichità capitale dei Volsci con il nome latino di Antium.

A bordo dell’Agostino Lauro per fortuna semivuoto, solchiamo la distesa azzurra per circa un’ora e quaranta, ed ecco che all’orizzonte spunta la sagoma dell’isola. Appare sempre più nitida mentre ci avviciniamo, è davvero una bellissima macchia mediterranea che si staglia su un mare azzurro. Questa porzione di terra emersa fa provincia con Latina e conta circa 3.500 abitanti, è la più grande dell’Arcipelago Ponziano che comprende anche: Gavi, Zannone, Palmarola, Ventotene e Santo Stefano. Curiosità – Se avrete modo di trascorrere una vacanza a Ponza, noterete che pur essendo in provincia di un comune del Lazio, l’accento dei residenti è in prevalenza campano. Storicamente parlando e facendo un piccolissimo accenno, perché l’isola ha molto da raccontare del suo passato, la cadenza orale trova le sue radici nello sleng partenopeo, in quanto i primi a ripopolarla furono le genti ischitane. Infatti pur essendo stata una colonia di dominio romano, oltre che un sito di segregazione ed esilio, l’isola rimase a lungo disabitata, per via delle incursioni saracene e turche. Riprese a popolarsi in seguito, solo con lo sbarco dei primi coloni di origine campana, e da qui dunque il loro lessico.

Entrando in porto, lascia davvero stupiti la visone dell’agglomerato residenziale, uno scenario unico, fra quelli che ho già visto davvero questo rappresenta uno degli approdi fra i più belli ed affascinanti della costa! Un quadro variopinto si presenta ai miei occhi, vagamente per i colori mi riporta alla memoria la bella Procida e per l’arroccarsi verso la collina oltre che per per il bianco candido di alcune facciate, mi evoca flash mnemonici della nota Santorini greca. A questa isola Eugenio Montale dedicò alcuni versi paragonandola ad un paradiso in terra, e anche se da allora ne è trascorso tanto di tempo, nulla è cambiato. E’ rimasta selvaggia, naturale nella sua bellezza incorniciata da una vegetazione di agavi, fichi d’india e lussureggianti ginestre. Un comprensorio di origine vulcanica ampio 7 km quadrati, con una stupenda marina dall’antico porto a forma di falce e un interno collinare che si espande fin quello quasi montano, in località Le Forna.

Il Jet attracca al Molo Musco, sbarchiamo sotto un sole caldissimo e una temperatura nettamente non settembrina ma di piena estate! Mi soffermo per qualche foto alla Banchina di Fazio che ospita attracchi di gommoni, yacht, barconi da escursione e pescherecci. Rimango davvero incantata nell’ammirare l’insieme del porto, un vero gioiellino, dove l’acqua fa da specchio alle soprastanti abitazioni multicolore. Ci incamminiamo verso su imboccando l’arteria principale, il Corso Carlo Pisacane, che compresa l’omonima piazza è interamente area pedonale, fino allo sbocco in Via Dante Alighieri. Addentrandoci nel borgo, non essendo molto affollato, lo si gode a pieno, proprio a settembre vi è questa atmosfera che per me è l’ideale, niente confusione. Lungo la via si susseguono i tipici negozietti di souvenir e di abbigliamento dalla linea tipicamente marina, attirano la mia attenzione come sempre i cappelli. So già che farò acquisti, non posso non aggiungerne uno ponzese alla mia collezione.

La nostra prima meta sarà l’Agenzia Immobiliare  Maridea Casa Vacanze, che abbiamo preventivamente contattato per il soggiorno in appartamento. Cliccando sul nome vi rimanda al sito web, ma la trovate anche su Facebook. Una volta arrivati dopo aver fatto una breve fila, entriamo e facciamo conoscenza con la gentile proprietaria Signora Marianna. Espletiamo le procedure per la consegna delle chiavi e accompagnati da uno dei componenti del suo staff ci avviamo verso la nostra nuova dimora. Percorriamo il tratto di strada all’interno del borgo e io mi perdo con lo sguardo nel dedalo di viuzze, scale alla mia sinistra e scorci di un meraviglioso panorama alla mia destra. Amo questi luoghi che mi parlano di un tempo che fu.

 

In men che non si dica giungiamo al nostro appartamento. Abbiamo scelto dal sito ufficiale della Maridea Case Vacanza, il delizioso Megattera 1, un monolocale soppalcato con angolo cottura e bagno. Un due posti carinissimo e funzionale, ma la chicca è il suo poggiolo, da definizione veneta e che mi piace da morire, della mia cara amica Ely Rappresenta il mio sogno da sempre, una vista mare al risveglio! Un appartamento pulitissimo, odoroso ancora del prodotto di disinfezione, dunque rispettoso delle attuali misure di contenimento del Covid 19. E’ ubicato sulla Via Dante Alighieri, in centro e vicino al porto, in un contesto che divide in due il passato dal contemporaneo e che pur spezzando la continuità d’epoca, riesce comunque a mantenere miscelandoli, contrasti armoniosi. Oltre l’incantevole scenario marino che offre dal suo affaccio, di notevole rilievo, a portata di mano vi sono: caffè, bar, ristoranti, supermarket e esercizi che offrono noleggio mezzi acquatici e terrestri.

Primo giorno a Ponza. Dopo aver preso possesso dell’appartamentino ed esserci cambiati, si esce in perlustrazione. Iniziamo la nostra passeggiata dalla Via Banchina di Fazio che fa parte del porto, un porto costruito in un anfiteatro naturale, formato dalle Colline della Madonna e da quelle di Punta Bianca. Ha una matrice storica che risale a quasi duecento anni fa, quando Federico IV Di Borbone ordinò il progetto all’architetto Carpi e al Maggiore del Genio Civile Winspeare. Fu così realizzato sui resti delle precedenti antiche insediazioni romane, strutturandolo su due livelli: uno basso per la banchina d’ormeggio e uno più alto per servire la zona residenziale. Proseguiamo la passeggiata salendo da Via Roma, la nostra meta sarà visitare la Chiesa dei Santi Silverio e Domitilla e la Torre Borbonica, entrambi sovrastano l’emiciclo. La chiesa intitolata a San Silverio protettore di Ponza, spicca sul caseggiato e la si individua subito dal mare per la sua cupola, quest’ultima di chiara impronta bramantesca incombe su una facciata alquanto semplice. Al suo interno un’unica navata ricca di iconografie, culmina in un altare dallo sfondo azzurro cielo.

Lasciamo la chiesa e proseguendo sulla Via Roma, arriviamo fin ad incrociare la Via Parata. Quest’ultima conduce alla Torre Borbonica, il nostro intento è visitarla. Si tratta di una poderosa fortificazione rielaborata, rimaneggiando una precedente costruzione d’epoca imperiale. Una volta giunti in prossimità del manufatto rimaniamo delusi, perché lo stesso è stato adibito ad Hotel di lusso, quindi non visitabile. Non metto in dubbio che di sicuro sia un meraviglioso albergo, ma in ogni caso mi sarebbe piaciuto capire il perché di questa differente destinazione d’uso, piuttosto di un recupero e di una conservazione storica fruibile ai turisti. Pur cercando su internet, non ho trovato le motivazioni del riuso. Andando più in su la veduta è davvero spettacolare! Il tempo scorre veloce, l’imbrunire ci abbraccia regalandoci visioni accattivanti di una Ponza illuminata, ritorniamo giù sul corso principale. E’ quasi ora di cena, dunque decidiamo di andare in uno dei tipici ristoranti locali, ve ne sono diversi e i prezzi non sono eccessivamente alti. Il pesce fresco comunque è assicurato indistintamente in tutti, qualsiasi sia il numero delle stelle di merito che possiedono.

Secondo giorno a Ponza. Il mio desiderio di risveglio vista mare è appagato totalmente, la foto racconta il perché! In vacanza sono solita alzarmi presto e questa meravigliosa isola premia il mio essere mattiniera, con una spettacolare alba su uno scenario da incanto. Affacciata al poggiolo sorseggiando una tazzina di caffè accompagnata da una sigaretta, attendo che il sole mi saluti, cosa volere di più oltre questo magnifico inno al nuovo giorno? Nulla davvero e se dovessi descrivervi a parole la sensazione che si prova, di sicuro non la renderebbe a pieno. Rimango dunque inchiodata con gli occhi puntati a destra della Torre Borbonica e non mi alzo dalla sedia, finché non fa capolino il sole da dietro la collina. Lascerò la mia postazione sognante, soltanto quando questa meravigliosa stella, che amo tantissimo, non sarà alta e soltanto quando la vedrò “inondare” con i suoi raggi caldi l’intero scenario. Ho davanti a me un “film” che la natura mi offre, una scenografia dalle sfumature di un rosso intenso che scemano via via, in quelle vivide della luce del pieno giorno.

A malincuore mi distolgo dal contemplare quello che ho davanti al mio balcone e rientro in appartamento. Faccio colazione assieme al mio “Gran Capo Augh”, prepariamo lo zaino con l’occorrente da mare, indossiamo i costumi e si esce intorno alle 11.00. In vacanza abbiamo sempre tempi lenti e lunghissimi! 😀 Oggi la nostra meta sarà la Spiaggia del Frontone, raggiungibile comodamente con il servizio Taxi Boat oppure via strada, tramite il Bus che vi lascia all’omonima fermata, ma poi per arrivare giù è necessario percorrere un sentiero ripido e numerosi gradini. Quest’ultimo ha un costo di €.2,50 a corsa e le stesse si susseguono ogni 15 minuti. Noi optiamo per il Taxi Boat, dunque ci rechiamo presso la Cooperativa Barcaioli Ponzesi e acquistiamo i ticket, €.3,00 a tratta. Scelta decisamente molto più comoda per me che son pigra, piuttosto che far gradini o sentieri sotto il sole cocente e inoltre per amanti del mare come noi, più il contatto è diretto con la distesa azzurra e più ci sentiamo appagati! Altre info le potete trovare sul loro sito web.

Voilà eccomi a bordo con l’ormai fedele mascherina, per l’attuale particolare situazione sanitaria della nostra Nazione, ricordate sempre che se vogliamo proteggere noi e gli altri dobbiamo indossarla assolutamente! Ma prima di proseguire il racconto, vi devo fare una confessione. Appena un secondo dopo aver preso posto sulla motobarca, mi assale un pensiero perforante. Ok ho fatto il mio ingresso a bordo con l’ausilio di una comoda passerella in poppa poggiante sul molo del porto, ma come si scenderà in spiaggia? Paura! Imbranata come sono, non vorrei dovermi tuffare con cappello, occhiali e copricostume, l’interrogativo mi attanaglia! Provo comunque a scacciare il dubbio, distraendomi nell’ammirare le stupende coste di Ponza, ricche di scogli e faraglioni a picco, scenari davvero rari e inimmaginabili. Pochi minuti di tragitto e giungiamo a destinazione. E qui nel momento in cui vedo che si arriva fino al bagnasciuga, mi do dell’idiota per il precedente pensiero dubbioso. 😀 La motobarca con la prua quasi si insabbia in riva e cala la passerella di poppa, identica a quella di prua. Paura fugata dunque, che sollievo grande, scendo agevolmente!

La Spiaggia del Frontone è la più grande e la più frequentata dell’isola, è incastonata in una scenografica ansa marina dalle pareti in tufo bianco, che spiccano sotto una verdeggiante macchia mediterranea rigogliosa nonostante il caldo. L’ arenile ha una sabbia grossolana di ghiaia candida, che fra l’altro adoro perché non si incolla addosso. Ha anche un fondale che va giù dopo pochi metri, proprio come quelli che preferisco, odio l’acqua bassa! 😀 Sul lato destro guardandola dal mare, c’è una deliziosa ulteriore spiaggetta, ricavata sugli scogli levigati. La denominazione Frontone fu data per associazione visiva ad un monumento storico, infatti osservando da lontano le sue murate a strapiombo sull’acqua, si trova grande assonanza proprio con un frontone di un tempio greco. Quest’ultima, ma anche le altre che abbiamo visitato, è attrezzata con ombrelloni, sdraio e lettini, il costo è uniforme a tutti i lidi dell’isola, €.10,00 a pezzo. Il bar con adiacente esercizio food, da la possibilità di acquistare panini, pizze ecc. Godiamo della giornata e intorno alle 18.00 ora dell’ultima corsa del Taxi Boat facciamo rientro a Ponza.

Quest’oggi l’abbiamo dedicato quasi interamente al godere del mare, per cui una volta rientrati a casa piuttosto che riuscire subito, preferiamo riposarci un po’. Mi siedo sul mio poggiolo e con l’immancabile caffè e sigaretta, ammiro come sempre il circondario. Mi soffermo ad osservare lo spuntone di roccia che presenta una strana apertura, probabile scultura ad opera degli eventi atmosferici. Sul far della sera, consumiamo una cenetta in appartamento e poi usciamo per una passeggiata nell’affascinante borgo. Con l’oscurità lo spiccare dei colori accesi delle abitazioni, lasciano il posto a quelli soffusi creati dai lampioni e dalle luci sulle facciate, che riflettendosi sul mare, creano un’atmosfera quasi da presepe. Che dire, se non che si resta attoniti e ammaliati dalle tante sfaccettature che offre Ponza a seconda dei momenti di una giornata. Concludiamo la serata in un localino vicino al nostro appartamento, gustando un ottimo gelato e poi si va a ninna.

Terzo giorno a Ponza. Sarò ripetitiva ma il mio risveglio è sempre accompagnato da un caffè, una sigaretta e il mio invidiabile punto d’osservazione. In attesa del sorgere il sole, persa con lo sguardo scrutando una Ponza che ancora dorme, ascolto la voce di una calma risacca. E mentre come ogni dì ammiro l’incantevole scenario ancora sopito, mi rammarica tantissimo l’inaspettata visione di un aliscafo che esce dal porto. Come si evince dall’immagine, in accelerazione ahimè, lascia una nube nero pece, nube che ha impiegato diverso tempo per dissolversi. Ponza si è una meta turistica molto frequentata, ma ciò non ha cambiato l’isola, è rimasta selvaggia con la sua natura intatta, e nemmeno i suoi abitanti si son permessi di violentarla, ma hanno sempre lavorato nel settore turistico rispettandola. Nessuna speculazione edilizia, ne residenziale ne alberghiera, tutto è rimasto come allo stato originario, fatta eccezione solo per interventi di recupero messi in opera sempre senza alterare l’esistente. Peccato davvero vedere scene come questa, perdonate la presunzione, mi ha rattristato una tale visione in un tale contesto. A mio avviso ha deturpato l’alba di un panorama d’incanto e al contempo ferito la purezza dell’aria e del mare. Mi auguro che il mezzo venga al più presto dismesso! 🙁

I lampioni stradali si spengono, ormai il sole è alto. Fa caldo sul poggiolo, rientro, si fa colazione e si esce. Sfrutteremo questo altro giorno, in una interessantissima e affascinante escursione in motobarca. Si ritorna alla Cooperativa Dei barcaioli Ponzesi per ritirare i biglietti di un tour acquatico che avevamo preventivamente prenotato. Fra le loro proposte, abbiamo scelto la linea doppia che prevede il periplo completo sia di Ponza che di Palmarola. Nell’immagine della mappa, il tratteggio giallo indica l’intero percorso che andremo a fare, passeremo anche vicino l’isolotto di Zannone. E’ compreso nel costo dell’escursione il pranzo a bordo, un primo piatto, acqua, vino e caffè, da tariffario settembrino abbiamo pagato €.30 a persona. La partenza avverrà dal Molo Musco alle ore 11.00 e il rientro alle 16.00 circa. La giornata in motobarca prevede anche approdi in spiagge e soste a largo per fare il bagno. Ancorandosi alla fonda davanti alle baie, potremo così tuffarci in queste acque limpide e cristalline, che gli anziani dell’isola ritengono talmente pulite da poterle “bere”. Ottime premesse! Prevedo senza ombra di dubbio una giornata indimenticabile e di sicuro lascerà anche un’impronta indelebile nel mio cuore. Il primo approccio con il capitano e il suo secondo, gentili e professionali, inizia a darmene conferma.

Eccoci a bordo, mollate le cime, si parte in perfetto orario sotto un meraviglioso sole caldissimo e tutt’altro che settembrino. Dunque ci allontaniamo dal porto lasciandoci dietro una bellissima scia candida e spumosa, scia che io amo tanto, mentre il nostro capitano in contemporanea inizia la descrizione dello scenario. Le Grotte di Ponzio Pilato sono la prima storica opera romana che incontriamo, per gli abitanti dell’isola son più conosciute come Murenaio. Ciò perché vi si allevavano le murene, una specie marina che i romani ritenevano possedere proprietà propiziatorie, dunque per loro sacra. Ascoltando la descrizione osservo e fotografo quattro vasche, tutte a livello della superficie marina e collegate l’una con l’altra da cunicoli scavati interamente nella roccia. Le stesse facevano parte della sontuosa dimora dell’Imperatore Ottaviano Augusto, di cui ne rimangono ancora alcuni resti sulla sovrastante Collina della Madonna. Proseguendo la navigazione, ammiriamo l’omonimo promontorio.

Rotta continua sul versante sud/est dell’isola ed io sempre in pole position, con il mio fedele Gimble Osmo, per catturare i momenti magici di questo tour. Sotto il Promontorio della Madonna ci “salutano” i suoi omonimi faraglioni, la zona è intitolata alla Vergine, perché in una chiesetta proprio in cima alla collina, vi è custodita una sua preziosa effige. Lambendo la costa, l’ingresso della Grotta di Ulisse si lascia scrutare dai nostri occhi, la leggenda racconta che per il resto della sua vita, vi fosse stato tenuto prigioniero dalla Maga Circe, l’omerico acheo eroe di Itaca. Seguono sulla rotta della nostra navigazione, i Faraglioni del Calzone Muto. Legati per nomenclatura ad una leggendaria storia (che non vi cito perché abbastanza lunga), in cui si narra che prendano questo nome, a causa di una distinguibile sagoma di un paio di pantaloncini. Infatti aguzzando la vista, li si scorgono stampigliati sull’adiacente bianca rupe. Due isolotti che assieme al vicino Bagno Vecchio, prima dei crolli, custodivano anche una Necropoli Romana, con sepolcri scavati nella roccia. Scorgiamo anche la Scarrupata, uno scenografico accumulo di roccia franata.

Superato il Faraglione della Guardia omonimo della sua montagna, che è la più alta dell’isola e proseguendo dopo aver oltrepassato Punta del Fieno, eccoci di fronte a quello che per Ponza è un vero e proprio emblema, Chiaia Di Luna, la più rinomata e suggestiva spiaggia di tutto l’Arcipelago Ponziano. Uno spettacolare anfiteatro naturale con sabbia candida, su cui riflettono il bianco e il giallo del tufo che forma le scogliere a strapiombo sul mare. Il suo nome ha ragione di esistere proprio per la sua baia a forma di mezza luna e per i suggestivi riflessi di luce, che si originano nelle sere in cui questo satellite mostra la sua faccia piena. Purtroppo questa spiaggia non è accessibile per motivi di sicurezza, una frana importante avvenuta nel luglio del 2018, ha dato origine ad un lento, anche se discontinuo, sgretolamento della parete. Il comandante ci informa che è in corso d’approvazione la messa in opera di un contenimento totale del costone, lavoro già iniziato con l’installazione su un versante laterale, di una rete metallica. Tuttavia ancorati alla fonda, si può fare un tuffo in questo angolo lambito da uno stupendo mare turchese, infatti non a caso essendo la baia più bella, è sempre affollata da gommoni, barche a vela e yacht.

Una volta finita la descrizione il nostro capitano riaccende i motori e ripartiamo. Da qui la prua della motobarca cambia rotta e si sposta dal periplo di Ponza. Mentre lasciamo l’incantevole ansa, poco prima di Capo Bianco e della famosa Grotta della Maga Circe, conosciuta anche come Grotta del Segreto, viriamo verso l’Isola di Palmarola. Questa prima parte del mio racconto si conclude, vi rimando al  link della seconda parte. Intanto se siete arrivati fin qui e avete avuto piacere e interesse nel leggere quanto ho esposto, attraverso i video live che potrete trovare sul  mio profilo Facebook  avrete modo di vedere altri particolari di questa meravigliosa isola! 😉

 

Ciao to be continued…e se vorrete scoprire cosa raccontero’ nella seconda parte, rimanete sintonizzati on…

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